Spiragli per il campo da golf di Taormina e per una destagionalizzazione del turismo - QdS

Spiragli per il campo da golf di Taormina e per una destagionalizzazione del turismo

Massimo Mobilia

Spiragli per il campo da golf di Taormina e per una destagionalizzazione del turismo

mercoledì 03 Luglio 2019

Possibile un accordo di transazione tra la società Off Side e il ministero dello Sviluppo economico. I lavori per la struttura sono bloccati dal 2011 tra problemi di dissesto e cause giudiziarie

TAORMINA (ME) – Doveva essere pronto nel 2009. Poi, con il suo cantiere rimasto incompleto a distanza di un decennio, il campo da golf di Taormina è entrato di diritto nella numerosa famiglia delle infrastrutture incompiute nel Belpaese.

Sfiorato dalle polemiche riguardanti la zona di stoccaggio materiali del nascituro mega cantiere di Ferrovie italiane, durante i lavori per il raddoppio ferroviario e la nuova stazione di Taormina, previsto proprio al confine con il campo da golf nella frazione di Trappitello, per l’opera di contrada Vareggio forse si muove qualcosa. Nei giorni scorsi si è svolto, infatti, a Palazzo dei Giurati un vertice tra l’Ufficio tecnico comunale e i vertici della società Off Side, proprietaria del green mai venuto alla luce, sollecitata dall’Amministrazione del sindaco Mario Bolognari per capire le intenzioni e il destino di un’infrastruttura ritenuta da sempre importante per potenziare l’offerta turistica della Perla.

I lavori sono bloccati dal 2011 perché il ministero dello Sviluppo economico aveva stoppato i finanziamenti dopo che la zona era stata pesantemente colpita da un nubifragio, che aveva mandato i terreni del cantiere in dissesto idrogeologico. Da quel momento si era aperta anche una contesa legale tra Off Side e il Ministero, con l’interessamento anche della Regione siciliana, in cui la ditta aveva avuto la meglio in primo grado, nel legittimo diritto di continuare a beneficiare dei contributi. Il Ministero era stato condannato al pagamento di circa 19 milioni di euro, mentre la Regione per circa 8 milioni. Nonostante ciò, il cantiere rimase chiuso e la contesa legale si perse tra le scartoffie della giustizia nostrana.

Lo spiraglio apertosi in tempi più recenti riguarda invece la possibilità che Off Side trovi un accordo transattivo col Mise, in modo tale da poter far ripartire l’opera. Su questo aspetto stanno lavorando i vertici della società con i rappresentanti del Ministero, dando rassicurazioni all’Amministrazione comunale sull’interesse a completare i lavori. Massimo riserbo invece sulla possibilità che i proprietari siano in procinto di vendere l’area a un colosso del settore alberghiero.

Perché d’altronde, accanto all’investimento per il campo da golf, ne esiste uno molto più consistente sull’aspetto ricettivo del progetto. L’area interessata si estende, infatti, per circa 63 ettari e, oltre a prati e buche, prevede un complesso residenziale – già in buona parte costruito – che dovrebbe ospitare 203 camere d’albergo e 250 appartamenti. Ecco perché la discussione sul campo da golf taorminese, sin dall’approvazione del progetto nel lontano 2007, ha attirato un’infinità di polemiche, con Legambiente e altri comitati ambientalisti che paventavano la possibilità di speculazione edilizia. Polemiche alimentate anche dal problema delle presunte infiltrazioni nelle falde acquifere che, secondo le accuse, sarebbero state determinate dagli scavi nel campo da golf, andando a contaminare i pozzi idrici che forniscono le condutture della frazione di Trappitello e causando il fenomeno “acqua gialla”. Accuse mai comunque dimostrate.

È chiaro che avere un campo da golf sarebbe per Taormina un ulteriore occasione per accrescere la già importante offerta turistica del territorio, andando a intercettare una fetta di viaggiatori d’elite che attualmente, in Sicilia, si concentrano soltanto tra il green di Donnafugata – nel ragusano – e quello del Verdura resort in provincia di Agrigento, e solo in minima parte nel più vicino campo etneo a Castiglione di Sicilia.

Uno studio di mercato, legato al green di Taormina, parlava di un potenziale incremento di circa 350 mila presenze soltanto nei mesi invernali, per affrontare l’eterno dilemma della destagionalizzazione, e di un incremento annuo delle presenze tra il 15 e il 20%. Per la capitale del turismo siciliano significherebbe provare a raggiungere il milione e mezzo di presenze.

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