Timori per la perimetrazione dell'area Zes della Sicilia Orientale - QdS

Timori per la perimetrazione dell’area Zes della Sicilia Orientale

Luigi Solarino

Timori per la perimetrazione dell’area Zes della Sicilia Orientale

sabato 07 Settembre 2019

Possibile ricorso alla Presidenza del Consiglio dei ministri contro la proposta di istituzione della Zes (Zona Economica Speciale) della Sicilia Orientale, così come è stata stilata dalla Regione siciliana.

AUGUSTA (SR) – La sezione megarese di Italia Nostra si riserva di presentare, in caso di approvazione, un ricorso alla Presidenza del Consiglio dei ministri contro la proposta di istituzione della Zes (Zona Economica Speciale) della Sicilia Orientale, così come è stata stilata dalla Regione siciliana.

Lo ha reso noto l’associazione, presieduta da Jessica Di Venuta, attraverso un comunicato. “L’attività economica nelle Zes è libera – spiega l’associazione – nel rispetto delle norme nazionali ed europee sull’esercizio dell’attività d’impresa mentre all’interno della proposta Zes, che riguarda il territorio di Augusta, ricadrebbero Siti di Interesse Comunitario (SIC), identificati dagli Stati Membri secondo quanto stabilito dalla Direttiva Habitat, che vengono successivamente designati quali Zone Speciali di Conservazione (ZSC), e comprende anche le Zone di Protezione Speciale (ZPS) istituite ai sensi della Direttiva 2009/147/CE “Uccelli” concernente la conservazione degli uccelli selvatici”.

La Direttiva Habitat – prosegue Italia Nostra – intende garantire la protezione della natura tenendo anche conto delle esigenze economiche, sociali e culturali, nonché delle particolarità regionali e locali” (Art. 2). Soggetti privati possono essere proprietari dei siti Natura 2000, assicurandone una gestione sostenibile sia dal punto di vista ecologico che economico. La Direttiva riconosce il valore di tutte quelle aree nelle quali la secolare presenza dell’uomo e delle sue attività tradizionali ha permesso il mantenimento di un equilibrio tra attività antropiche e natura. Alle aree agricole, per esempio, sono legate numerose specie animali e vegetali ormai rare e minacciate per la cui sopravvivenza è necessaria la prosecuzione e la valorizzazione delle attività tradizionali, come il pascolo o l’agricoltura non intensiva.

Nello stesso titolo della Direttiva viene specificato l’obiettivo di conservare non solo gli habitat naturali ma anche quelli seminaturali (come le aree ad agricoltura tradizionale, i boschi utilizzati, i pascoli, ecc.)”.

“Un altro elemento innovativo – conclude Italia Nostra – è il riconoscimento dell’importanza di alcuni elementi del paesaggio che svolgono un ruolo di connessione per la flora e la fauna selvatiche (art. 10). Gli Stati membri sono invitati a mantenere o all’occorrenza sviluppare tali elementi per migliorare la coerenza ecologica della rete Natura 2000. Al fine di semplificare ed accelerare l’insediamento, la realizzazione e lo svolgimento dell’attività economica nelle ZES sono disciplinati criteri derogatori alla normativa vigente, procedure semplificate e regimi procedimentali speciali applicabili”.

In precedenza il consigliere comunale di Diem25, Giuseppe Schermi, aveva fatto notare che nella perimetrazione della ZES rientravano aree soggette a vincoli ambientali ed aree già caratterizzate per le bonifiche in area SIN (Sito d’Interesse Nazionale). Tra queste figurano parte delle Saline Migneco-Lavaggi di Augusta, l’idroscalo e l’area Enel Tifeo.

Anche Legambiente si è unita alle critiche per bocca del suo rappresentante, Enzo Parisi, che non esclude errori commessi dalla Regione nella ripartizione dell’area Zes. Infine l’associazione Decontaminazione Sicilia che paventa che con la istituzione della Zes si possano rilasciare autorizzazioni semplificate, accelerando i tempi, per poter eventualmente cementificare le saline e costruire impianti potenzialmente pericolosi come il deposito Gnl (Gas naturale liquefatto) all’interno della rada di Augusta.

Sempre in tema di Zes è stata inoltrata da Gianfranco Caccamo (reggente di Sicindustria Caltanissetta) al tavolo convocato dal vicesindaco di Gela, Terenziano Di Stefano, una richiesta al fine di chiedere alla Regione l’ampliamento della perimetrazione locale. “Estendere il perimetro della Zes di Gela anche all’area retroportuale e a quelle dismesse all’interno della raffineria Eni e delle zone D2, lungo la Gela-Catania”.

Lunedì, ricordiamo, scadrà il termine per partecipare al bando che mette a disposizione altri 462 ettari, mentre sono già stati identificati e delimitati i 1.690 della “Zes Sicilia occidentale” e i 3.422 della “Zes Sicilia orientale”.

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