Trapani, la tassa di soggiorno non c’è, colpa del virus - QdS

Trapani, la tassa di soggiorno non c’è, colpa del virus

Vito Manca

Trapani, la tassa di soggiorno non c’è, colpa del virus

martedì 09 Giugno 2020

La Uil lancia l’allarme, nel Decreto Rilancio ci sono 100 milioni di euro ma non basteranno. Imposta presente in 14 Comuni su 24 ma se i turisti non arrivano resta sulla carta

TRAPANI – La tassa di soggiorno è stata spesso la Penelope, in salsa trapanese, di un progetto voluto da tanti ma sostenuto da pochi. Al mattino, i Comuni pronti ad istituirla. La sera, veloci a sfilarsi, a cambiare rotta.

La tassa “unica” provinciale non s’è mai fatta. Accantonata, senza bocciarla però. Per non fare mosse azzardate ed a rischio consenso. Più volte è stata evocata per finanziare l’aeroporto di Birgi. L’imposta ha comunque fatto la sua strada in questi anni. È presente in 14 Comuni su 24. Come ricorda uno studio della Uil si tratta di “una tassa locale facoltativa che può essere istituita autonomamente da Comuni capoluogo, Unioni di Comuni e Comuni inclusi negli elenchi regionali delle località turistiche o città d’arte”.

Per le isole – Favignana e Pantelleria – c’è la tassa d’imbarco. Numeri importanti sia in un caso che nell’altro.

Nel 2019 le due tasse hanno prodotto un gettito di 3 milioni e 100 mila euro, al netto delle sacche di evasione che sono un problema ancora tutto da risolvere. Il buco per il 2020 potrebbe essere una voragine. L’allarme del sindacato è profondamente rosso perché l’entrata rischia di essere azzerata e perché la ripresa del turismo sarà lenta e difficile. Queste due sono tasse per i turisti. Ma se i turisti non arrivano rimangono sulla carta. Ed ancora peggio non consegnano denaro che è espressione di altri territori.

I dati raccolti dal servizio “Lavoro, Coesione e Territorio” della Uil, guidato dalla segretaria confederale Ivana Veronese, sono stati commentati dal vertice dell’organizzazione sindacale, che ha deciso di prendere posizione sulla crisi che sta per abbattersi su un’entrata significativa in diversi Comuni. Per il segretario provinciale della Uil Eugenio Tumbarello “risulta necessario mettere in evidenza che si tratta di un’imposta di scopo, il che significa che il suo gettito è destinato a un apposito capitolo in bilancio dedicato a finanziare interventi di rilancio turistico, come la manutenzione delle strutture ricettive, la promozione di eventi e di attività culturali ad esempio, o di riqualificazione urbana, come la manutenzione degli edifici storici e dei beni culturali cittadini e il miglioramento dei trasporti pubblici locali. Più in generale, insomma, l’imposta è finalizzata a qualsiasi intervento volto a rilanciare i flussi turistici locali.

tabella tassa soggiorno trapani

Nel Decreto Rilancio sono stanziati 100 milioni di euro per compensare i Comuni per i mancati incassi, ma temiamo realisticamente che non siano sufficienti, basti pensare che lo scorso anno i 1.028 Comuni italiani che applicano la suddetta imposta hanno incassato 586 milioni di euro, la sola città di Roma 129 milioni”. La tassa di soggiorno va da 10 centesimi a 5 euro a notte. Quella d’imbarco da 1,50 a 2,50 euro sempre a notte.
L’anno scorso Favignana ha incassato 750 mila euro. Ed a seguire, San Vito Lo Capo, 693 mila euro, Trapani, 459 mila euro, Pantelleria, 272 mila euro e la città di Marsala, 261 mila euro. Le Egadi e San Vito, da sole, rappresentano il 46% del gettito complessivo.

In questa prima fase di ripresa la tassa unica tornerà ad essere al centro del dibattito politico e delle prospettive di rilancio dell’economia trapanese. Perché è già entrata di diritto nel confronto sul progetto del Distretto Turistico della Sicilia Occidentale che punta a dar vita alla “Destinazione Trapani”. Un marchio di qualità da spendere sul mercato che dovrebbe coinvolgere tutti i Comuni della provincia, chiamati a condividere una strategia unitaria per valorizzare i territori.

L’impegno del Distretto c’è stato ed a tutto campo. Ma le risposte delle amministrazioni non sono state particolarmente incoraggianti.
Con un’altalena di consenso e di diffidenza. Il virus ha però cambiato tante cose e soprattutto pone alla politica riscontri immediati alle decisioni che vengono prese. Penelope dovrà dunque farsi da parte. La sfida per i Comuni è qui ed ora.

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