Tribunali, modalità telematiche di vendita immobili: difficoltà nel raggiungimento dei potenziali acquirenti - QdS

Tribunali, modalità telematiche di vendita immobili: difficoltà nel raggiungimento dei potenziali acquirenti

Antonino Lo Re

Tribunali, modalità telematiche di vendita immobili: difficoltà nel raggiungimento dei potenziali acquirenti

martedì 16 Aprile 2019

Report Aste 2018
Vendita on line,
affare per pochi
Il Report Aste 2018, realizzato da Astasy e Npls Re solutions e pubblicato su Il Sole 24 Ore, ha individuato nelle nuove procedure telematiche di vendita immobiliare delle criticità che rischiano di trasformare le aste giudiziarie in un affare riservato a pochi. Nel 2018 le esecuzioni immobiliari a livello nazionale sono state 245.100 (+4% sul 2017) con un valore base d’asta complessivo di 36,4 miliardi.
Secondo Astasy, dal punto di vista territoriale, al primo posto si conferma la Lombardia con il 19,46% del totale nazionale, seguita da Sicilia (9,77%), Veneto (7,96%), Piemonte (7,98%) e Lazio (6,88%).
Ma lo scarso successo delle procedure telematiche ha portato a notevoli difficoltà del funzionamento dell’intero sistema, lasciando molti immobili invenduti.
“Le aste telematiche non hanno trovato terreno fertile nei Tribunali e hanno avuto un pessimo approccio tra gli utenti – ha detto Mirko Frigerio, ad di Astasy –. Tra firma digitale, Pec, richieste di sospensioni in corso, l’acquirente medio si è tenuto lontano da queste procedure”.

Arretrato: Palermo +0,4%, Agrigento +3,3%, Sciacca +1%
Aste immobiliari on line,
acquirenti off line
Nel distretto 9.733 immobili rimasti invenduti
PALERMO – Il distretto giudiziario di Palermo comprende i Tribunali di Palermo, Termini Imerese, Agrigento, Sciacca, Trapani e Marsala.

L’approfondimento pubblicato dal Qds nelle scorse settimane ha messo in evidenza che ad eccezione di Trapani, Marsala e Termini Imerese, per tutti gli altri Tribunali, nel periodo 1 luglio 2017-30 giugno 2018, è aumentato l’arretrato, cioè il carico di immobili invenduti.
Secondo i dati della Corte d’Appello di Palermo, presso il Tribunale di Palermo, alla data del 30 giugno 2018 risultano pendenti un numero complessivo di 4.547 procedure esecutive, a fronte di una pendenza alla data del 30 giugno 2017, di 4.528 procedure con un aumento dello 0,4%.
L’incremento delle procedure pendenti presso il Tribunale di Agrigento è del +3,3%, sulla stessa scia anche il Tribunale di Sciacca: +1%. Trend positivo, invece, per i Tribunali di Trapani, Marsala e Termini Imerese che hanno registrato una riduzione dell’arretrato.
Se ne deduce che, con ogni probabilità, i Tribunali che pubblicano le prime vendite di immobili sui quotidiani vendono più facilmente il bene. Viceversa, quelli che utilizzano solo il canale telematico hanno visto ridurre la mole di beni venduti.

Nella sua relazione di inaugurazione dell’anno giudiziario, avvenuta lo scorso 26 gennaio, il Presidente della Corte d’Appello di Palermo, Matteo Frasca, ha individuato nella “grave scopertura di organico” la causa principale dell’enorme arretrato in materia di esecuzioni immobiliari.

Presso il Tribunale nisseno pendenza in aumento del 3%
Distretto di Caltanissetta:
2.224 i beni “congelati”
Migliori le “performance” di Enna e Gela
CALTANISSETTA – I tribunali di Caltanissetta, Gela ed Enna fanno parte del distretto giudiziario di Caltanissetta.
Dall’ultima relazione di inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte d’Appello di Caltanissetta si evince che l’arretrato della vendita degli immobili all’asta è diminuito presso i Tribunali di Gela ed Enna, ma è aumentato e non di poco per il Tribunale di Caltanissetta: al 30 giugno 2018, infatti, le procedure esecutive pendenti presso il Tribunale nisseno, sono passate da 655 del 30 giugno 2017 a 675, con un aumento della pendenza del +3%.

Performance migliori sono state ottenute dal Tribunale di Gela, che è partito da 800 procedure pendenti al 30 giugno 2017 ed è arrivato a 743 al 30 giugno 2018 con una diminuzione della pendenza del -7%.
Anche per il Tribunale di Enna si è registrato un leggerissimo calo dei procedimenti pendenti: da 822 al 30 giugno 2017 si è passati a 809 al 30 giugno del 2018, con decrescita del -2%.
Nella relazione del presidente della Corte d’Appello di Caltanissetta, Maria Grazia Vagliasindi, si legge che “le difficoltà si sono registrate nel governo dell’imponente flusso di lavoro specie nelle cancellerie della volontaria giurisdizione, delle esecuzioni immobiliari e delle procedure concorsuali, rallentando l’aggiornamento dei registri informatici e incidendo negativamente sulla regolare tenuta e conservazione dei fascicoli, sul recupero delle spese di giustizia e, più in generale, sul regolare assolvimento dei servizi”.

Per quanto riguarda nel dettaglio la situazione del Tribunale di Caltanissetta, è stato rilevato che secondo quanto relazionato dal suo Presidente nel periodo di riferimento 01/07/2017– 30/06/2018, nell’organico dei magistrati si sono verificate significative vacanze ed assenze per lunghi periodi a causa di legittimi impedimenti.

Così il Presidente della Corte di Appello di Catania
Meliadò: “L’arretrato
è colpa della crisi”
Aste telematiche, bene solo Caltagirone
CATANIA – Il distretto giudiziario di Catania comprende quattro tribunali: quello di Catania, Caltagirone, Ragusa e Siracusa.
La nostra analisi ha messo in luce che ad eccezione di Caltagirone, per tutti gli altri Tribunali, nel periodo 1 luglio 2017-30 giugno 2018, è aumentato l’arretrato, cioè il carico di immobili invenduti.
Infatti, dall’ultima relazione di inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte d’Appello di Catania, alla data del 30 giugno 2018, si evince come le procedure esecutive siano aumentate in tre dei quattro tribunali che fanno parte del distretto giudiziario etneo.

Quello di Ragusa è quello che presenta, sul fronte della pendenza, l’aumento maggiore, vale a dire +12%: al 30 giugno 2017 erano 2.710 le procedure pendenti, diventate l’anno seguente ben 3.074. Segue il Tribunale di Catania che è passato da 8.947 procedure pendenti del 30 giugno 2017 a 9.286 al 30 giugno 2018 con un aumento della pendenza del 3,5%. Stesso incremento registrato anche per Siracusa (3.146 i procedimenti pendenti al 30 giugno 2017 divenuti poi 3.257 al 30 giugno 2018).
Sull’argomento il Quotidiano di Sicilia nelle scorse settimane ha sentito il presidente della Corte d’Appello di Catania, Giuseppe Meliadò il quale ha detto: “Il sistema è misto, cioè il professionista delegato può anche decidere, soprattutto per le questioni più importanti presumo, la pubblicazione sui giornali. Non è esclusa, ma solo concorrente ed eventuale. Io non credo che questa sia la causa della mancata vendita di beni. La verità è che se vi è difficoltà nel vendere immobili la questione è da attribuire alla crisi del mercato immobiliare. A parer mio non si tratta di difetto di conoscenza. Questo mercato ultimamente sta dando lievi segnali di ripresa, ma negli ultimi anni le difficoltà sono state evidenti, anche per quel che riguarda le procedure esecutive. Questo è anche quello che mi segnalano tutti i presidenti dei tribunali”.

Tribunale di Patti: beni “in magazzino” aumentati del 22,7%
Distretto di Messina,
1.500 immobili invenduti
Questa “la fotografia” al 30 giugno 2018
MESSINA – L’incremento più rilevante registrato nella nostra isola, anno giudiziario 2017-2018, riguarda il Tribunale di Patti con l’arretrato delle procedure esecutive aumentato del 22,7%.
Insieme ai Tribunali di Messina e Barcellona di Gotto, fa parte del distretto giudiziario di Messina. Dalle informazioni fornite dal Tribunale di Patti, al 30 giugno 2018, le procedure esecutive pendenti sono passate da 523 del 30 giugno 2017 a 642, con un aumento della pendenza, come detto in precedenza, del +22,7%. Per il Tribunale di Messina pendenza ridotta del 14%, mentre il Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto ha diminuito il numero delle procedure esecutive pendenti, che sono passate da 877 al 30 giugno 2017, a 852 al 30 giugno 2018, con decrescita del -2,8%.

Il Presidente della Corte d’Appello di Messina, Michele Galluccio, interpellato dal Quotidiano di Sicilia, ha ritenuto di non rilasciare commenti in merito alle criticità rilevate nelle procedure telematiche di vendita degli immobili, tuttavia nella sua relazione si ripete più volte che la grave scopertura di organico è la causa principale dell’enorme arretrato in materia di esecuzioni immobiliari. Per quanto riguarda più nello specifico la situazione del Tribunale di Patti si legge che “la riforma della geografia giudiziaria che ha determinato la soppressione del Tribunale di Mistretta e della sezione distaccata di Sant’Agata Militello, con conseguente accorpamento di tali uffici presso il Tribunale di Patti e quella relativa alla modifica della nuove piante organiche degli uffici giudiziari che ha comportato la riduzione di una unità nell’organico del tribunale di Patti, sono tra le cause delle attuali difficoltà in cui l’ufficio si trova.
A ciò si aggiunga la difficile situazione per quanto attiene il personale amministrativo, a causa dei numerosi pensionamenti già intervenuti, di quelli prossimi con mancanza cronica di molteplici figure nelle varie categorie professionali (tra cui, in particolare, quella del Dirigente amministrativo)”.

Normativa
Aste sui quotidiani,
facoltà del giudice
Il 10 aprile 2018 l’obbligo di pubblicazione delle esecuzioni immobiliari nei quotidiani è cessato.
Da tale data è entrata in vigore la nuova formulazione dell’art. 569 co. 4 c.p.c., che impone, “salvo che sia pregiudizievole per gli interessi dei creditori o per il sollecito svolgimento della procedura”, l’utilizzo di modalità telematiche per la vendita forzata immobiliare.
La pubblicazione delle esecuzioni immobiliari sui quotidiani, dunque, non è più obbligatoria ma opzionale. Ciò significa che spetta al giudice responsabile del procedimento decidere contestualmente anche la pubblicazione cartacea.

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