Giuffrè, "L'aeroporto di Palermo decolla con gli investimenti" - QdS

Giuffrè, “L’aeroporto di Palermo decolla con gli investimenti”

Antonella Guglielmino

Giuffrè, “L’aeroporto di Palermo decolla con gli investimenti”

sabato 07 Settembre 2019

Nell'incontro con il presidente della Gesap, analizzate le strategie vincenti dello scalo Falcone-Borsellino. L'incremento boom dei passeggeri e il Palermo-New York. Il settore merci e la logistica. "Facciamo volare la Sicilia"

Qual è il progetto che sta portando avanti per lo sviluppo dello scalo?
“Ho raccolto il testimone del Presidente Fabio Giambrone da un anno circa. Durante la presidenza Giambrone, la Gesap aveva varato già nel 2016 uno straordinario Piano d’investimenti quadriennale che si concluderà nel 2019. Mi riferisco a un Piano di 76 milioni di euro circa per una serie d’interventi grazie ai quali si è iniziato a costruire una nuova immagine unitamente al futuro dello scalo. Dal 2016 l’aeroporto ha riportato in piena efficienza le sue infrastrutture di volo, perché sono state completamente ammodernate le due piste, di cui una è, dal punto di vista commerciale, la più performante dell’Isola, con una lunghezza pari a 3,3 chilometri e con una larghezza di 60 metri. Inoltre quello di Palermo è uno dei pochi aeroporti in Italia ad avere due piste e questo fa sì che non si arrivi frequentemente a raggiungere condizioni di saturazione del traffico. Il pacchetto d’investimenti ha riguardato anche il completamento del Terminal passeggeri e, insieme a esso, ha previsto un programma di ampliamento e di efficientamento strutturale per il rischio sismico, che deve essere garantito dato l’uso pubblico della struttura. Inoltre, subito dopo la settimana di Ferragosto, ha preso il via un intervento di oltre 60 milioni di euro con il quale il Terminal passeggeri diventerà ancora più grande, perché avrà un’ulteriore superficie coperta di circa 14 mila metri quadri con la possibilità di aggiornare il layout funzionale che riguarda sia l’interesse di operatività dei vettori, cioè gates, aree di imbarco e revamping dei pontili d’imbarco, ma anche il restyling della struttura commerciale a supporto del Terminal. Nel nostro aeroporto c’è il più grande Duty free da Roma in giù”.

Che tempi prevedete per il completamento di questi lavori?
“Il tempo contrattuale previsto è di 848 giorni, circa 28 mesi. Si è preferito utilizzare un arco temporale ampio perché la celerità dei lavori avrebbe comportato una maggiore invasività del cantiere, non permettendo la normale fruizione dell’aereostazione, con un eventuale deterioramento della qualità del servizio reso ai passeggeri. Per questo motivo abbiamo preferito questo tipo di opzione, più lunga ma meno invasiva”.

Su quali numeri si aggira il vostro traffico passeggeri e merci?
“Oggi si aggira, con una proiezione a fine 2019, su circa 7 milioni e mezzo di passeggeri, con un incremento del 7 per cento sul risultato consolidato del 2018, che ha chiuso con circa 6 milioni e 700 passeggeri. Il nostro portafoglio clienti non soltanto è cresciuto, ma si è anche diversificato rispetto alla destinazione od origine di ingresso: abbiamo superato, nel 2019, il 25 per cento di passeggeri internazionali. Questo tipo di passeggero è sicuramente più attento alla qualità dei servizi, perché abituato a standard qualitativi molto alti. Rispetto al traffico delle merci, sicuramente nell’ultimo anno si è avuta una flessione notevole, tanto che lo scalo è forse terz’ultimo in Italia per numero di tonnellate transitate. Attualmente è un settore marginale e oggi non ha ancora potuto esprimere il giusto potenziale. Essenzialmente, il settore delle merci, a mio avviso è legato a due diverse traiettorie: una è rappresentata da quella geografica e l’altro legata all’e-commerce. Sicuramente, tre anni fa il volume delle merci mondiale era importante, ma non straordinario come quello che si è determinato ultimamente”.

È stato annunciato per l’estate 2020 un nuovo collegamento diretto con New York, quindi l’aeroporto acquisisce sempre più una connotazione internazionale?
“Sì, questo è il trend che la Gesap sta cercando di dare sempre più allo scalo aeroportuale. Infatti, già a oggi abbiamo oltre trenta rotte internazionali. Il volo per New York, che sarà inaugurato nel 2020, sarà la trentunesima, l’unica intercontinentale. Questa tratta sarà gestita dalla compagnia aerea della United Airlines”.

Tornando al settore delle merci, quali sono le strategie per il suo sviluppo?
“La Gesap, su indicazione degli azionisti, ha in programma di sviluppare un piano sia per l’aviazione generale che per la realizzazione di un Terminal cargo. Tutti e due gli interventi sono stati inseriti nella proposta di Piano degli interventi 2020-2023 e, quindi, la progettazione di entrambe le nuove aree inizierà dalla fine di quest’anno. Si realizzerà prima l’area cargo, perché vi è un’esigenza di rapidità d’intervento legata ai cicli economici in atto e perché può portare dei margini di ricavi sensibili. Noi immaginiamo, iter amministrativo permettendo, dei tempi celeri per la sua realizzazione: ci auguriamo di concludere la nuova Area entro la fine del 2020 per offrirla agli operatori specializzati. È un’area che si svilupperà su circa 2.400 metri quadri di superficie coperta, con un’altezza massima di circa 10 metri, che è il valore massimo consentito all’interno dei sedime aeroportuale. Man mano che si renderà disponibile questo asset si potranno immaginare delle aree satellite che, collegate in maniera efficiente, si potranno sviluppare non soltanto per la superficie, ma anche in altezza. Il nuovo Terminal Cargo consentirà di avere inizialmente delle specialità merceologiche che siano frutto dell’interesse del territorio siciliano. Questo segmento di trasporto aereo, quello delle merci, è carente dal punto di vista regionale e noi immaginiamo una capacità d’interlocuzione a carattere regionale, che possa esprimere la domanda latente da parte dell’imprenditoria siciliana”.

Ma come si collegheranno i vostri servizi con quelli della logistica?
“Io lo immagino in termini sinergici, ad esempio attraverso il potenziale che può esprimere l’infrastruttura portuale che va da Trapani a Termini Imerese, perché entrambe le strutture sono servite da una linea ferroviaria, così come l’aeroporto Falcone-Borsellino. Per questo motivo mi è capitato più volte, insieme al Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, di porre all’attenzione del Presidente della Regione, Nello Musumeci, e ai vertici della RFI la necessità di adeguare a degli standard minimi la rete ferroviaria attuale, perché questo consentirebbe in termini di catena logistica una rapidità degli scambi e il trasporto delle merci più in generale. La Gesap può diventare capofila di un intervento macro-economico a largo respiro che abbracci tutta la Sicilia”.


Salvatore Martorana, consulente per le Attività di supporto allo sviluppo del traffico internazionale dell’aeroporto di Palermo

In occasione del Forum con Tullio Giuffré è intervenuto anche Salvatore Martorana, consulente per le Attività di supporto allo sviluppo del traffico internazionale dell’aeroporto di Palermo.

Secondo lei, cosa bisogna fare per far ripartire l’economia siciliana?
Parto dal presupposto che la Sicilia merita un’occasione in più, perché la nostra Isola è uno scrigno pieno di ricchezze sia per la posizione geografica che per le varietà di colture che ci sono: dal pomodoro di Pachino all’arancia rossa, fino al limone Interdonato. E ancora, basti pensare alle nostre bellissime coste che sono meta di turisti provenienti da tutto il mondo. Il problema è che nessuno attua delle politiche che siano in grado di valorizzare al massimo le nostre potenzialità. Per il mio lavoro, ultimamente, mi sono recato a New York e per mia curiosità ho visto quanto costava un’arancia, un prezzo altissimo e vi posso assicurare che non aveva lo stesso gusto delle nostre. Mi sono chiesto perché i nostri prodotti non possono avere il giusto riconoscimento sul mercato: io credo che la Sicilia abbia delle fortissime potenzialità, anche perché ci troviamo al centro del Mediterraneo. Siamo un Paese di frontiera, considerati il Sud dell’Europa, ma anche la porta d’Oriente, il Nord dei Paesi africani e possiamo suscitare forti interessi economici. Fino a oggi però è mancata la lungimiranza del politico, per mettere in atto azioni concrete e far decollare la Sicilia. Io spero che qualcosa cambi in maniera positiva per far ripartire l’economia siciliana. È importante che ognuno di noi, dotato di buon senso, contribuisca a portare dei cambiamenti per dare un futuro migliore ai nostri nipoti, a chi verrà dopo di noi. A mio avviso, l’aeroporto di Palermo sta portando avanti un progetto di ampio respiro che riguarda non solo la città di Palermo, ma tutte le città dell’Isola. Un progetto che porterà i nostri prodotti nel mondo”.

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