Valore aggiunto imprese, 79 miliardi in Sicilia - QdS

Valore aggiunto imprese, 79 miliardi in Sicilia

Serena Giovanna Grasso

Valore aggiunto imprese, 79 miliardi in Sicilia

giovedì 04 Luglio 2019

Banca d’Italia: ben l’83% del totale, corrispondente a 65,6 miliardi di euro, proviene dal settore dei servizi. Quote piuttosto marginali sono a carico dell’ambito agricolo, della silvicoltura e della pesca

PALERMO – È stato pari a 79 miliardi il valore aggiunto prodotto dalle imprese siciliane nel 2017 (+0,3% sul 2016). La parte più consistente attiene al settore dei servizi (65,6 miliardi di euro, l’83% del totale). Mentre quote più marginali si rilevano con riferimento all’agricoltura, silvicoltura e pesca (3,1 miliardi di euro, solo il 4% del totale), settore che ha subito un brusco crollo rispetto all’anno precedente (-4,1%), e al settore industriale (10,2 miliardi di euro, il 13% del totale), che sconta la frenata a carico delle costruzioni (-4,7%).

Secondo i dati contenuti all’interno del rapporto “Economie regionali – L’economia della Sicilia” della Banca d’Italia, la riduzione del valore aggiunto in ambito agricolo trova ragione nel decremento della produzione e della superficie coltivata. Le coltivazioni arboree hanno subito il decremento più marcato (-12,7% rispetto all’anno precedente), con punte del -36,9% sul raccolto di olive.

A seguire troviamo la riduzione delle coltivazioni di piante da tubero, ortaggi e legumi (-10,7%), con picchi pari a -34,6% per i carciofi. Nemmeno la produzione di cereali ha fatto registrare il segno positivo (-5,5%).
Nell’ambito delle politiche comunitarie 2014-2020 dedicate al settore agricolo, la regione è destinataria di un Piano di sviluppo rurale (Psr), co-finanziato dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr), con una dotazione complessiva di 2,2 miliardi di euro.

In base alle ultime informazioni fornite dalla Commissione europea, la percentuale di avanzamento finanziario, data dal rapporto tra i pagamenti erogati e la dotazione disponibile, era pari al 26,4%, un valore sostanzialmente in linea con la media delle regioni “meno sviluppate” (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia) e leggermente al di sotto della media nazionale (28,5%).

Il Psr siciliano ha destinato una quota superiore di risorse a sostegno dei metodi di agricoltura biologica, degli investimenti produttivi e della creazione di nuove aziende o di organizzazioni tra i produttori.

Relativamente al valore aggiunto prodotto in ambito industriale, si compone di 3,4 miliardi di euro nell’ambito delle costruzioni e di 6,9 miliardi di euro nell’industria in senso stretto, quasi interamente assorbito dall’industria manifatturiera (4,5 miliardi di euro). Proprio a proposito dell’industria manifatturiera, circa un quarto del totale proviene dalle industrie alimentari, delle bevande e del tabacco (1,1 miliardi di euro, pari al 23,5% del manifatturiero totale).

Molto importante anche l’apporto fornito dalle industrie farmaceutiche, chimiche, dalle raffinerie e cokerie (893 milioni di euro, corrispondente al 19,6% del totale) e dalle industrie che si occupano di fabbricazione di computer, produzione di elettronica e ottica, apparecchiature elettriche e macchinari (588 milioni di euro, pari al 12,9% del totale).

Al contrario, appare particolarmente marginale l’apporto proveniente dalle industrie tessili, confezione di articoli di abbigliamento e di articoli in pelle (130 milioni di euro, il 2,9% del totale) e dalle industrie che si occupano della fabbricazione di mezzi di trasporto (164 milioni di euro, il 3,6% del totale).

Infine, l’industria manifatturiera siciliana nel 2017 ha complessivamente subito una riduzione degli ordini provenienti dall’estero pari al 19,3% e del 18,8% relativamente agli ordini provenienti dall’Italia stessa. Anche il livello della produzione ha subito una forte riduzione (-12,9% rispetto all’anno precedente).

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