Viabilità da incubo, la Sicilia come una gymkana così strade e autostrade scollegano la nostra Isola - QdS

Viabilità da incubo, la Sicilia come una gymkana così strade e autostrade scollegano la nostra Isola

Roberto Pelos

Viabilità da incubo, la Sicilia come una gymkana così strade e autostrade scollegano la nostra Isola

venerdì 23 Agosto 2019

Dalle innumerevoli deviazioni sull’A20 Palermo-Catania a quelle sull’A18 Messina-Catania; e la Ragusa-Catania resta un’incompleta storica

Percorrere la Sicilia, in lungo e in largo, è un po’ come partecipare a una gymkana, fatta di strade tortuose, insicure, di deviazioni improvvise, di ripide salite e vorticose discese per superare barriere e interruzioni. Un biglietto da visita pessimo per la Sicilia, presentato ai milioni di turisti che, soprattutto in questa stagione, si trovano disorientati nel girare da un capo all’altro dell’Isola per ammirare i tesori in essa disseminati. Una situazione che fa infuriare anche i milioni di automobilisti residenti costretti a interminabili code in fila indiana per raggiungere siti come Taormina, Agrigento, Piazza Armerina, Aidone e la sua Dea.

Il punto sulla situazione di strade e autostrade in Sicilia era stato fatto di recente all’interno del Libro bianco “Connettere la Sicilia” realizzato da Cisl, Fit e Filca siciliane.

Un lungo elenco di opere da realizzare al più presto come l’anello autostradale Gela-Agrigento-Castelvetrano per il quale “si sta avviando solo ora, con colpevole ritardo” – come segnalavano i sindacati – la progettazione di fattibilità tecnica ed economica, la Agrigento-Caltanissetta e la Palermo-Agrigento “per il cui completamento mancano lavori per 200 milioni complessivi oltre alla ricerca di soluzioni adeguate per pagare i fornitori e i creditori dell’impresa in crisi”.

Una delle opere che più ha fatto discutere e continua a far discutere dopo quasi 40 anni è l’autostrada Ragusa-Catania.

A fine luglio l’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone, parlava di un grande risultato, appena rientrato da Roma, dove il Cipe aveva dato il via libera per la sua realizzazione.

Da Anas (coordinamento territoriale per la Sicilia) parlano di una struttura di circa 69 chilometri a fronte di un investimento complessivo di oltre 800 mln di euro. “Allo stato attualo – sottolineano – è stata raggiunta un’intesa per l’acquisizione da parte nostra del progetto di Sarc, subordinata all’attribuzione ad Anas del ruolo di soggetto attuatore dell’opera”. Per l’ok definitivo però, sarà necessario attendere la riunione del Cipe del 5 settembre. Solo allora questo delibererà la nuova procedura per la costruzione dell’importante arteria.

“Per la prima volta nella storia di questa regione – ha detto al QdS La deputata all’Ars del M5s, Stefania Campo – con straordinaria linearità, un governo nazionale definisce un indirizzo politico che è tra i più semplici e chiari possibili, ovvero fondi interamente pubblici per realizzare un’opera fondamentale e strategica per l’intera Sicilia, addirittura con un pedaggio bassissimo se non inesistente, e cosa fanno i sindaci del territorio? Si stracciano le vesti perché vorrebbero un’autostrada privata, realizzata da ditte private in evidente difficoltà finanziarie, e che per essere percorsa nei suoi brevissimi 68 chilometri verrebbe a costare, andata e ritorno, ben 24 euro. Tutto ciò è evidentemente assurdo e la stragrande maggioranza dei cittadini delle province di Ragusa e Siracusa l’ha compreso perfettamente.

“Anche il governo regionale di Musumeci – continua la deputata – si è reso conto della fattibilità di questa opera con risorse interamente pubbliche, tant’è che ha fatto di tutto per poter partecipare all’opera tramite il Cas. Ma tutti conosciamo le condizioni economiche del Cas e la complessiva incapacità organizzativa che si riverbera con evidenza nella gestione delle opere in corso. Basti pensare allo stato attuale del tratto autostradale Noto-Rosolini, alle frane diffuse in mezza regione, alla situazione debitoria nei confronti di tante aziende fornitrici. Riteniamo quindi doveroso che il Cas ne resti fuori e che magari si occupi di tutto ciò che è attualmente incompleto, in disuso o in procinto di inizio lavori. Musumeci, piuttosto, utilizzi i 217 milioni di euro dei siciliani, di cui parla a vanvera, per le manutenzioni di tutte quelle altre strade siciliane che sono di competenza regionale e che, ad oggi, risultano abbandonate da decenni, ma anche per l’eliminazione del casello di Cassibile e la messa in sicurezza della Catania-Messina. Almeno potrà dare segno tangibile del proprio agire politico invece di tentare di salire su di un treno che è già partito e che viaggia da sé”.

Dario Raffaele e Roberto Pelos


Strade provinciali
100 milioni di € dal Patto per il Sud

Per quanto attiene invece alle strade provinciali, sulla carta esiste un piano di interventi straordinario per rimettere in sesto 70 strade che può avvantaggiarsi di 100 milioni messi a disposizione dal Patto per il Sud e accordo di programma quadro, ma il dato è che la viabilità secondaria resta uno dei talloni d’Achille della regione come riporta ancora il Libro bianco di Cisl, Fit e Filca che fa poi il quadro delle risorse a disposizione. Palermo: 2.624 chilometri con 11 interventi previsti per 17.275 milioni; Catania: 1.911 chilometri, otto interventi in programma per 16.610 mln; Messina: 2.102 chilometri con nove interventi per 17.243 mln; Trapani: 1.311 chilometri con nove interventi per 13.556 mln; Agrigento: 1.447 chilometri. Sono previsti quattro interventi per 3.400 mln; Caltanissetta: 1.527 chilometri. In programma 10 interventi per 6.580 mln; Enna: 1.373 chilometri. Gli interventi da eseguire sono otto per 8.100 mln; Ragusa: 868 chilometri. Gli interventi in programma sono sei per 5.240 mln; Siracusa: 1.554 chilometri per i quali sono stati messi in conto cinque interventi per 11.133 milioni. (rp)


L’assessore regionale alle infrastrutture, Marco Falcone, e il deputato M5s Antonio De Luca, dicono la loro sull’autostrada Catania-Messina e i lavori in corso a Giardini.

Continui disagi, con code anche di un’ora, per andare a Taormina

Altro tema caldo in tema di autostrade è quello riguardante l’A18 Messina-Catania all’altezza di Giardini Naxos, dove si cammina su una sola carreggiata (a doppio senso di marcia) con conseguenti rallentamenti per lavori di consolidamento (fermi) della galleria.

“Di fronte alle ripetute inadempienze dell’impresa – ha detto qualche giorno fa l’assessore alle Infrastrutture Marco Falcone – che avrebbe dovuto, entro luglio, rimettere in sicurezza la galleria Giardini, il Consorzio per le autostrade siciliane ha ritenuto di procedere nel solo modo ormai possibile: la rescissione del contratto in danno. La pazienza dei siciliani, e del governo regionale che li rappresenta, si è esaurita”.

Certo, anziché arrivare al mese di agosto, quando fiumi di macchine (moltissimi turisti) percorrono l’arteria per andare a Taormina, sarebbe stato auspicabile procedere a dei controlli più tempestivi.

“La Sicilia e i siciliani continuano a pagare lo scotto di una pessima gestione da parte del Cas e di una carente vigilanza da parte dell’Assessorato alle Infrastrutture” – ha detto Antonio De Luca, deputato M5s al QdS -.

“Già diversi mesi fa avevo denunciato le tante carenze strutturali della A18 e l’incapacità da parte della Regione e del Cas di intervenire prontamente per evitare disagi ai siciliani e ai turisti. Avevo chiesto di eseguire i lavori di manutenzione prima dell’estate e di far lavorare le ditte su 3 turni, al fine di agevolare l’offerta turistica riducendo pericoli e disagi, ma come sempre il grido d’allarme è rimasto inascoltato e ci siamo ritrovati puntualmente con migliaia di turisti che, invece di fare la fila per entrare nei nostri musei e godere delle nostre spiagge, sono rimasti in coda ad ammirare i nostri cantieri fermi, simbolo di arretratezza e di inefficienza”.

“Si resta veramente allibiti constatando che è stato affidato un così importante appalto ad una ditta che evidentemente non possiede le caratteristiche necessarie alla sua esecuzione. A nulla vale l’ormai tardivo intervento dell’assessore Falcone che impone la rescissione del contratto, il danno ormai è fatto”.

“Il Cas in questi anni ha dimostrato di essere incapace di programmare gli interventi e di garantire la necessaria sicurezza e questa ennesima inefficienza dimostra come sia assolutamente inutile programmare la sua trasformazione in ente pubblico economico. In queste condizioni, forse, sarebbe meglio passare la mano all’Anas”.

“Alla ripresa dei lavori dell’ARS sarà assolutamente mia cura affrontare il tema della gestione dei tratti autostradali A18 e A20 che hanno visto troppe vittime proprio a causa della loro pericolosità”, conclude De Luca.

“Il consolidamento della galleria Giardini – replica l’assessore Falcone – era inevitabile e non più rinviabile, per la presenza di criticità strutturali e distacchi di calcinacci di notevoli dimensioni che imponevano un intervento approfondito e risolutivo. Purtroppo i ritardi e le inadempienze – che hanno portato il Cas ad avviare la rescissione in danno del contratto con l’impresa esecutrice – hanno portato al prolungamento della chiusura della galleria. Entro ottobre il cantiere dovrà già essere riavviato.

Occorre poi sottolineare che il problema della galleria non può ritenersi l’esclusiva causa delle code: la Messina-Catania infatti soffre di un duplice limite. Da un lato viene impropriamente definita ‘autostrada’, in quanto manca una vera corsia di emergenza che, in caso di traffico congestionato, consenta di far defluire le auto. Dall’altro lato l’A18, in estate e soprattutto nei week end, arriva ad essere percorsa da flussi veicolari anche di 10 volte superiori alla media.

Solo nel tratto fra Fiumefreddo e Roccalumera, invece, quest’anno il Cas ha messo in sicurezza e riaperto, rispettando i tempi, il viadotto Bruinetto; ha sbloccato dopo anni l’incompiuta del casello di Giardini, dove sono ripartiti i lavori di completamento della struttura; a Ferragosto, infine, sono stati finalmente assegnati i lavori di rimozione della frana di Letojanni, attesi dal 2015”.

Dario Raffaele e Roberto Pelos

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