“Zone franche montane, Armao desaparecido e legge al palo” - QdS

“Zone franche montane, Armao desaparecido e legge al palo”

Raffaella Pessina

“Zone franche montane, Armao desaparecido e legge al palo”

venerdì 13 Novembre 2020

Comitato per le Zone Franche Montane sollecita il governo regionale. “25mila operatori economici delle terre alte attendono risposte”. Qualche giorno fa la mobilitazione di 132 sindaci coinvolti dal provvedimento

PALERMO – Zone Franche Montane, in Sicilia il provvedimento è ancora al palo e il comitato pro Zfm ha scritto al vice presidente della Regione Gaetano Armao e per conoscenza al governatore Nello Musumeci e al presidente dell’Ars Micciché, per sollecitarlo “a prendersi carico delle sue responsabilità verso gli oltre 25mila operatori economici delle terre alte di Sicilia”.

Il Comitato mostra disappunto per il fatto che, giunti al punto di concretizzare queste Zone, sia proprio il governo ad essere assente. “Siamo quasi al traguardo per l’approvazione della legge sull’istituzione delle Zfm – è scritto in una nota del Comitato – e adesso che tutto sembra andare per il meglio, al rush finale di questa lunga corsa ad ostacoli, colui che scompare è proprio l’assessore all’Economia della Regione siciliana, Gaetano Armao. Sembra assurdo e inconcepibile ma colui che sarebbe dovuto essere il primo sostenitore di questa battaglia sembrerebbe desaparecido”.

Per questa vicenda, proprio qualche giorno fa, si sono mobilitati i 132 sindaci coinvolti dal provvedimento che in una lettera alle istituzioni regionali hanno chiesto che l’istituzione possa avvenire entro la fine di quest’anno. Ma il Comitato che segue i lavori da vicino, contesta ad Armao la mancata risposta al presidente della Commissione permanente Finanze e Tesoro del Senato Luciano D’Alfonso che ha chiesto al vicepresidente “se esistono le condizioni per un pieno, esclusivo ed esaustivo ricorso alle risorse del bilancio della Regione per la copertura delle norme in esame”.

Per il Comitato la risposta, oltre ad essere immediata, avrebbe dovuto ribadire che, “in forza della potestà legislativa regionale in materia tributaria, sono già stati trovati e stanziati i 300 milioni che ogni anno verranno erogati per la fiscalità di sviluppo delle Zone Franche Montane di Sicilia, in attesa che vengano individuate altre risorse per la messa a pieno regime della misura”. Ma il Comitato non concede sconti: “La legge è al palo – concludono – e noi riteniamo ingiustificato e dannoso per la nostra economia il rallentamento della procedura in itinere”.

La norma è stata approvata alla fine dello scorso anno all’Assemblea regionale siciliana e prevede agevolazioni fiscali per i comuni con meno di 15 mila abitanti e posti a 500 metri sul livello del mare, e interventi per la creazione di nuove condizioni di sviluppo. L’obiettivo del disegno di legge è quello di evitare un ulteriore spopolamento dei 132 comuni di aree interne della Sicilia e sostenerne i loro 490 mila abitanti. Le agevolazioni rientrano sia nelle prerogative dello Statuto siciliano, sia nelle previsioni degli artt. 174 e 177 del Trattato sul finanziamento della Ue. è un intervento che però intercetta anche le competenze dello dello Stato, in materia di fiscalità.

Quindi, a norma dell’articolo 18 dello Statuto della Regione Siciliana, perché il disegno di legge produca i suoi effetti, per come esitato dall’Ars, è necessario che il testo sia votato dal Parlamento Nazionale. I sindaci hanno sottolineato come “l’autorizzazione dei due rami del Parlamento nazionale non potrà essere negata, sia perché la copertura finanziaria delle Zfm avviene con fondi della Regione siciliana, sia per coerenza con la previsione degli statuti delle altre regioni a statuto speciale. Tutti gli approfondimenti se pur legittimi – proseguono i sindaci – al di fuori delle questioni predette, costituirebbero una ingerenza politica da parte dello Stato ed una violazione delle prerogative attribuite al Parlamento siciliano.

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