“Cari” spazi universitari, anche un banchetto costa - QdS

“Cari” spazi universitari, anche un banchetto costa

Desiree Miranda

“Cari” spazi universitari, anche un banchetto costa

mercoledì 13 Giugno 2012

Le tariffe per le concessioni all’UniCt vanno da 250 € a 2.000 €. Richiesti 300 € a un’associazione. Recca: “Gratis a studenti”

CATANIA – I grandi e piccoli spazi dell’Università degli studi di Catania che prima venivano concessi a uso gratuito a chiunque ne facesse richiesta sono diventati a pagamento. Lo scorso 25 maggio il Consiglio d’amministrazione ha approvato la disciplina relativa alla procedura per la concessione degli spazi e il relativo tariffario.
Per organizzare un qualsiasi evento o anche un banchetto informativo si dovrà essere muniti di autorizzazione. In pratica si dovrà presentare formale richiesta al direttore amministrativo Lucio Maggio, utilizzando il modello disponibile sul sito web. Una per ogni concessione e almeno due mesi prima della data prevista per lo svolgimento dell’evento. Ma non basta. L’autorizzazione sarà infatti rilasciata solo se si è in possesso del nulla osta rilasciato dal responsabile della struttura didattica in cui sono ubicati i spazi richiesti; dal dirigente dell’area della didattica, nel caso in cui la richiesta riguardi aule didattiche; del dirigente dell’area della prevenzione e della sicurezza e della stipula di un’apposita convenzione.
Sia “soggetti esterni all’Ateneo (soggetti pubblici e privati, individuali e collettivi)” sia il “personale universitario per iniziative non direttamente rientranti tra le attività istituzionali dell’Ateneo”, leggiamo sul documento dell’Università, dovranno pagare dalle 250 euro per un’aula con meno di 50 posti a 2.000 euro per il chiostro di Levante del monastero dei Benedettini. Il tutto secondo l’ottica “di una corretta e adeguata azione di tutela dell’integrità del patrimonio immobiliare di questo Ateneo” leggiamo ancora.
Si tratta di un’azione antidemocratica e contraria alla logica di un luogo di diffusione di cultura e sapere, secondo gli studenti. Lamentano di pagare già molte tasse e non vogliono pagare ancora. Sono invece d’accordo sul pagamento per eventi commerciali o di soggetti esterni all’Ateneo. La loro protesta è iniziata quando il direttore amministrativo Maggio, a seguito della richiesta di un piccolo spazio per un banchetto informativo alla Cittadella da parte dell’associazione studentesca Ingegneria Fuori campo, ha richiesto 300 euro come da tariffario. Poi al dipartimento di fisica, per la tradizionale e annuale festa di facoltà sono stati chiesti 400 euro perché fuori l’orario normale. Ne deriva il paradosso per cui il dipartimento paga l’università di cui fa parte.
Ma come detto, gli studenti non ci stanno e hanno organizzato delle proteste. Il Movimento studentesco ha simbolicamente occupato i chiostri del monastero, i luoghi più cari da tariffario e organizzato un’assemblea, sempre al monastero, per oggi pomeriggio alle 17:30. Francesco Baglieri, già consigliere di Facoltà a Giurisprudenza e responsabile università del movimento giovanile Gioventù Italiana-Città Amica chiede al rettore Antonino Recca di convocare un tavolo tecnico con tutte le associazioni universitarie.
Questo perché all’indomani delle proteste rumorose dei ragazzi dell’associazione di ingegneria, il rettore ha diramato tramite ufficio stampa una precisazione: “Gli spazi saranno concessi gratuitamente ogni qualvolta le manifestazioni siano di interesse d’Ateneo o organizzate da associazioni studentesche o sindacali”. Eppure la richiesta di pagamento agli studenti è già pervenuta.

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