Puntiamo ai 10 milioni di euro di utili per il 2013 - QdS

Puntiamo ai 10 milioni di euro di utili per il 2013

Desiree Miranda

Puntiamo ai 10 milioni di euro di utili per il 2013

venerdì 22 Giugno 2012

Forum con Gaetano Mancini, presidente della Sac e di Confcooperative Sicilia

Presidente Mancini, si avvicina la fine del suo mandato, come giudica l’attività svolta?
“L’azienda oggi è solida e in questi anni sono state fatte tante cose. Alcune delle quali più visibili agli occhi degli utenti, altre meno, ma pur sempre importanti. L’anno scorso abbiamo raggiunto 6.794.063 passeggeri, nuovo record per Fontanarossa, dopo quello precedente del 2010, anche se solo il 20% è internazionale e per questo stiamo facendo politiche incentivanti nei confronti dei collegamenti con l’estero. Abbiamo firmato nei giorni scorsi il contratto di programma per il periodo 2012/2015 che prevede investimenti per 140 milioni di euro. Questo significa che avremo una capacità di investimento maggiore e una capacità di fatturato più alta di circa il 25%. Guardando al futuro significa che l’anno prossimo si potrà arrivare ad ottenere dagli 8 ai 10 milioni di utili netti. Vorrei poi segnalare che l’aeroporto negli ultimi anni è decisamente più vivibile. Non ci sono più abusivi a disturbare, gli stranieri prendono il sole tranquilli, i parcheggi sono numerosi e vicini all’aerostazioni e non ci sono più quei lunghi e fastidiosi ingorghi di traffico”.
Cosa ci può dire sui lavori che interesseranno l’aeroporto nei prossimi mesi? Cosa comporterà per i catanesi e non che ne usufruiscono?
“Purtroppo causeranno dei disagi, è inevitabile, ma i lavori che andremo a fare sono molto importanti soprattutto dal punto di vista della sicurezza. Non facciamo, infatti, soltanto i lavori di rifacimento della pista che è vecchia di 50 anni e pensata per altra tipologia di traffico. La chiusura dello scalo sarà di un mese, probabilmente dal 5 novembre al 5 dicembre, in modo da riaprire per Natale. Con il coordinamento dell’Enac, stiamo definendo il piano di intervento. Sicuramente ricorreremo a Palermo e Reggio Calabria. Il nostro desiderio però è quello di utilizzare Comiso. Infine c’è l’ipotesi Sigonella. Che però è un aeroporto militare non pensato per l’aviazione civile. Si dovrebbero fare i controlli di sicurezza a Catania e i passeggeri dovrebbero poi essere trasportati a Sigonella pronti per il decollo. È un’operazione che stimiamo richieda almeno tre ore, più o meno lo stesso tempo che serve per andare a Palermo. Quindi valuteremo l’effettiva opportunità di questa soluzione”.
Qual è il suo punto di vista sulla vicenda dell’aeroporto di Comiso? Avrebbe potuto essere un’alternativa a Catania, seppur minima, per la Sicilia orientale.
“Non si è ancora risolto il problema fondamentale degli addetti alla torre di controllo. L’Enav per fare partire i servizi la vuole circa sei mesi prima, ma la convenzione tanto attesa non è ancora stata firmata. È di qualche giorno fa la notizia che la Regione Siciliana ha accreditato i soldi per le prime due annualità, ma senza la convenzione tutto è bloccato. I costi di gestione del servizio di assistenza al volo non erano considerati dal business plan che accompagnava il bando per l’acquisizione delle quote di maggioranza di Soaco e le verifiche fatte dalla società dicono che la società non sosterrebbe il peso e fallirebbe”.
Presidente, cosa può dirci del dopo Mancini per la Sac? Lei sarà di nuovo in corsa?
“Ho già detto più volte di non sentirmi in corsa, né in competizione con alcuno. È stata per me una bella esperienza, che finisce e che lascia agli altri il compito del giudizio sulle cose che in questi anni abbiamo fatto. L’orizzonte al quale guardo sotto la mia gestione è quello dell’assemblea di rinnovo. E guardo a quell’orizzonte con il pensiero rivolto alle cose da fare ogni giorno fino a quella data. L’auspicio invece e che tra i soci prevalga l’armonia e la serenità. La Sac, con i suoi compiti di gestione dell’infrastruttura aeroportuale, è troppo importante per il nostro territorio per venire trascinata negli scontri e nelle polemiche. Non è agli uomini che bisogna guardare ma al progetto da portare avanti”.
 
Recentemente avete presentato il vostro bilancio, quali sono gli obiettivi raggiunti?
“Per il secondo anno di seguito chiudiamo in positivo. Registriamo nel 2011 3,4 milioni di euro dopo le imposte e diciassette milioni di margine operativo lordo. L’anno scorso erano 3,5. Ancora più significativi sono i due indici di redditività della società. Nel 2006 la Sac, insieme alla Gesap di Palermo, era agli ultimi posti di redditività in termini di Ebitda e Ebit. In particolare il primo era al 12%, mentre il secondo al 5% a fronte di una media del settore che era rispettivamente del 31% e del 18%. Quest’anno le cose sono molto diverse e chiudiamo con il 32% per il primo indice e 17% per il secondo. Mi sembra che i numeri parlino chiaro”.
Quali operazioni sono state fatte per ottenere questi risultati?
“È stato stravolto l’assetto societario aumentando qualità, produttività e redditività. Abbiamo razionalizzato i cicli delle controllate, in particolare la Sac Service che aveva delle perdite molto importanti. Abbiamo esternalizzato tutti i centri di costi in perdita, in particolare l’handling, e ci siamo concentrati sull’attività di gestione dell’aeroporto. I dipendenti sono così passati dai 406 full time del 2007 ai 184 di oggi. Ed in quattro anni non abbiamo fatto nuove assunzioni”.
 
Presidente regionale di Confcooperative dal 2000, ed anche presidente della sezione provinciale di Catania, la più grande. Come pensa di affrontare questo altro quadriennio?
“Confcooperative a livello regionale associa circa 2100 cooperative. Catania ne riunisce 409, che rappresentano 13.500 soci e impiegano 3.200 addetti, con un fatturato aggregato annuo di 160 milioni di euro. A differenza degli altri settori che sentono di più la crisi economica, la cooperazione in Sicilia è cresciuta. Tra il 2007 e il 2010 le cooperative in Sicilia hanno prodotto un incremento occupazionale del 7,1%, confermando la propria capacità nel dare risposte concrete alle esigenze del territorio. Questi risultati sono stati raggiunti sacrificando produttività e redditività a vantaggio del lavoro. È chiaro però, che nel lungo periodo questa funzione non può essere mantenuta. Le istituzioni devono avere chiaro questo quadro”.
Dal punto di vista del credito, come vi relazionate con le banche?
“Abbiamo promosso un consorzio Fidi a livello nazionale e uno a livello regionale. Il primo è più orientato al retail mentre quello regionale è più specializzato nel recupero dei crediti verso la pubblica amministrazione, attività che ha permesso di offrire alle cooperative siciliane oltre 25 milioni di crediti solo nell’ultimo anno. Restano dei problemi di fondo. Alcuni di questi riguardano direttamente le cooperative. Ad esempio sono convinto che è necessaria una vigorosa sterzata dal mercato pubblico a quello privato. Ci auguriamo che si possa contare presto su un Ircac dotato di un CDA rinnovato dopo un commissariamento che dura da 5 anni. E poi occorre valorizzare il sistema delle Banche di credito Cooperativo che, insieme alle poche popolari esistenti, rappresenta l’unico sistema bancario realmente siciliano”.
 

 
Curriculum Gaetano Mancini
 
Gaetano Mancini nasce a Catania ed è ingegnere idraulico. Ha ricoperto diversi ruoli. Dal 2000 è alla guida di Confcooperative Sicilia e vice presidente nazionale della stessa confederazione con delega per la Formazione e il Mezzogiorno. Dal dicembre del 2005 è presidente del Consiglio d’amministrazione di Elabora, società di servizi alle cooperative. è stato Presidente di Naturitalia, consorzio nazionale ortofrutticolo, e dal novembre del 2007 è presidente della Sac, la Società di gestione dell’aeroporto internazionale di Catania, di cui, dal marzo 2009 è amministratore delegato. è anche presidente di Confcooperative.

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