Dal bosone di Higgs spinta alla ricerca - QdS

Dal bosone di Higgs spinta alla ricerca

Bartolomeo Buscema

Dal bosone di Higgs spinta alla ricerca

venerdì 06 Luglio 2012

Grande festa scientifica dopo la rivelazione della massa delle particelle, utile a capire i tanti quesiti aperti del nostro Universo. Caratteristiche leggermente diverse da come la teoria l’avrebbe immaginato: sono l’anello di congiunzione

 CATANIA – Una caccia durata quarantotto anni. Quella del bosone teorizzato nel 1964 da fisico britannico Peter Higgs. Una particella sfuggente, elusiva, che i ricercatori che lavorano al Large Hadron Collider (LHC) di Ginevra hanno finalmente scovato.
Il bosone di Higgs o la “particella di Dio”, come molti scienziati lo chiamano, esiste. Esso permea il nostro Universo e conferisce la massa alle particelle dando consistenza al Modello Standard che scaturisce da una teoria di campo quantistica coerente sia con la meccanica  quantistica sia con la teoria della relatività ristretta. Anche se il Modello standard, che ha avuto un grosso successo nello spiegare i risultati sperimentali, non è mai stato totalmente accettato come una teoria completa della fisica fondamentale.
Grande festa scientifica, dunque, nella città svizzera, dove nel corso di una conferenza stampa mondiale, i coordinatori dei due esperimenti denominati Atlas e Cms, rispettivamente l’americano Joseph Incandela e l’italiana Fabiola Gianotti, hanno, tra le lacrime dello stesso Higgs, annunciato al mondo l’esistenza del bosone.
Per scovarlo c’è voluto un grande acceleratore di particelle lungo 27 chilometri  e tanta energia. è stato calcolato anche il “peso” che vale 125 e 126 volte più di quello  di un protone.
è un tassello che si aggiunge al grande mosaico della scienza che vuole spiegare a un livello più profondo la nascita e il destino del nostro Universo.
Un momento di grande emozione rotto dal fragoroso applauso sollecitato da  direttore generale del Cern, Rolf  Heuer, che ha invitato tutti a rivolgere gli applausi a Peter Higgs e gli altri quattro “papà” della particella presenti: Francois Englert, Gerald Guralnik, C. R. Hagen, Tom Kibble. Manca Robert Brout, morto poco più di un anno fa.
Una scoperta che apre anche nuovi interrogativi  e nuovi stimoli di ricerca proprio per le caratteristiche   leggermente diverse da come la teoria l’aveva immaginato. Ma potrebbero essere  proprio tali anomalie  a costituire l’anello di congiunzione con la realtà che ancora ignoriamo, ha sottolineato Rolf Heuer, direttore generale del Cern.

Bartolomeo Buscema
Twitter:@bartbuscema

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017