Palude maleodorante nel Porto. Siracusa si mobilita: no ai liquami - QdS

Palude maleodorante nel Porto. Siracusa si mobilita: no ai liquami

Giuseppe Solarino

Palude maleodorante nel Porto. Siracusa si mobilita: no ai liquami

venerdì 20 Luglio 2012

Chiesti da 43 associazioni interventi urgenti per i continui sversamenti nel canale Grimaldi. Dubbi sul depuratore: “Il 75% delle utenze cittadine vengono scaricate in acqua”

SIRACUSA – In questi giorni si è verificato un consistente sversamento di liquami nel Porto Grande di Siracusa a partire dalla zona del canale Grimaldi. Lo ha denunciato l’associazione Sos Siracusa che rappresenta ben 43 associazioni ambientaliste del territorio e chiede degli interventi urgenti per risolvere il problema che ha ridotto le acque dell’area interessata dal fenomeno in una palude rossastra e maleodorante, in cui è possibile veder galleggiare escrementi.
“Nel canale Grimaldi – ha dichiarato in un comunicato Sos Siracusa – vengono sversati i reflui di un’intera città dopo essere stati trattati presso il depuratore di contrada Canalicchio, un depuratore il cui funzionamento lascia parecchi dubbi e che, a onor del vero, è stato posto sotto sequestro dalla Procura della Repubblica lo scorso mese di marzo. Risultato? I reflui di un buon 75 per cento delle utenze cittadine vengono quotidianamente scaricati tal quali nel nostro Porto Grande e le acque di Lido Sacramento, Punta del Pero, Spiaggia La Galera e Scogliera Minareto diventano ogni giorno sempre più torbide e ripugnanti.
 
Ad aggravare lo scandalo di una situazione già di per sé vergognosa è che l’impressionante fiume di reflui inquinanti termina la sua corsa in piena zona A della Riserva naturale orientata Fiume Ciane. Chiediamo alle autorità competenti di agire al più presto in regime d’emergenza per porre un rimedio, anche momentaneo, a tale oscenità, in attesa che la Procura completi le sue indagini e accerti tutte le responsabilità del caso. Per anni associazioni ambientaliste aderenti ad Sos Siracusa, come Natura Sicula, hanno denunciato la gestione delle acque reflue a Siracusa e della marea rosso/marrone nel Porto Grande. Argomento, quello della marea nera, trattato anche nel recente convegno sul Porto Grande di Siracusa, organizzato dalle 43 associazioni aderenti ad Sos Siracusa alla presenza di Dora Profeta, responsabile U.O. Controlli ambientali Arpa Sicilia. Siracusa è famosa nel mondo per il suo mare azzurro e pulito: ci auguriamo che tale cartolina non debba essere presto rimpiazzata dall’immagine sconcertante di un mare nero che, in piena stagione turistica, non rappresenta di certo il più affascinante e attraente dei biglietti da visita”.
Fabio Morreale, presidente della sezione aretusea di Natura Sicula, afferma che: “Sicuramente in questi luoghi, un tempo incantevoli, non è più pensabile fare attività di seawatching e nemmeno immergersi. Sott’acqua non si vede più nulla, la chiazza rossastra è enorme, occupa il 20% della superficie del Porto ed è difficile credere sia da attribuire semplicemente a scarichi privati abusivi. Il sequestro da parte della Procura del depuratore comunale gestito da Sai8 ci fa ben sperare, ma la situazione si sta aggravando perché l’impianto, per un motivo o per un altro, non depura come dovrebbe e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Dopo qualche passo ci sono topi morti, canneti spezzati, rifiuti e la foce del canale Grimaldi, malgrado ospiti gallinelle e folaghe, come il fiume Ciane, si presenta dello stesso colore del mare Adriatico, interessato dalla mucillaggine e puzza di fogna”.
 

 
“Genio civile e privati responsabili della manutenzione dei canali”
 
SIRACUSA – “È opportuno evidenziare – ha sottolineato il Comune di Siracusa sullo sversamento di liquami nel Porto Grande – che le cause del fenomeno non sono ancora state accertate e che si è in attesa dell’esito dei prelievi effettuati nelle scorse ore dall’Arpa. Tali notizie, peraltro, sono rilanciate attraverso i social network e sono spesso condite da valutazioni che denotano in qualche caso una scarsa, se non nulla, conoscenza della materia, spingendosi ad addossare infondate responsabilità all’amministrazione comunale. A tal fine, si precisa che la normativa in vigore prevede che la manutenzione e la pulizia dei canali ricadenti in terreni demaniali sono di competenza del Genio civile e quelli dei terreni privati sono a carico i proprietari. Il sindaco Roberto Visentin ha emanato un’ordinanza con la quale imponeva ai diretti interessati la cura di fossi, rivi, canali e scolatori e il ripristino delle sedi originali qualora fossero state modificate dall’intervento dell’uomo. L’ordinanza elencava anche 16 comportamenti vietati dalle normative ai proprietari o agli aventi diritto; inoltre prevedeva una sanzione amministrativa pari ad una somma che va da 155 a 624 euro, fermo restando le altre sanzioni previste per il mancato rispetto di provvedimenti in materia ambientale”. (gs)

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