I centri di procreazione medicalmente assistita iscritti al Registro nazionale e autorizzati dalle regioni di appartenenza sono 357, ovvero 7 centri in più rispetto alla precedente rilevazione. In Sicilia sono in tutto 36: 13 primo livello e 23 di secondo e terzo livello.
Osservando la distribuzione territoriale dei centri distinti secondo il servizio offerto, si vede come le aree territoriali del Settentrione presentino una quota di centri privati contenuta rispetto a quanto avviene nel Centro e nel Meridione. Nelle aree del Nord Ovest e del Nord Est infatti, la percentuale di centri privati è rispettivamente del 43,2% e del 43,7%, mentre in quelle del Centro, del Sud e Isole questa quota è pari al 67,1% e al 68,8%. Osservando le regioni nel dettaglio, esistono casi come il Lazio, la Campania e la Sicilia, regioni con alta rappresentatività di centri di PMA, in cui la quota di centri privati è pari rispettivamente al 79,6%, al 73,2% ed all’80,6%.
La distribuzione per regione ed area geografica dei cicli a fresco per tipo di servizio offerto descrive una tendenza peculiare del territorio nazionale. Nelle aree geografiche del Nord, ed in particolar modo nel Nord Ovest, i cicli effettuati in centri privati sono una quota decisamente marginale rispetto a quanto avviene in altre zone del Paese. In particolar modo, nel Nord Ovest i cicli effettuati in centri privati rappresentano il 10,2% del totale, mentre nel Nord Est questa quota arriva al 29,4%. Ciò significa che in queste aree la gran parte dei cicli è in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale. In Lombardia ad esempio i cicli eseguiti in centri pubblici o privati convenzionati ammontano al 95,4%. Viceversa nelle aree del Centro Italia e del Sud i cicli eseguiti in strutture private rappresentano una quota decisamente più consistente, (47,2% e 59,9% rispettivamente). In alcune regioni questa caratteristica è maggiormente significativa: è il caso del Lazio, in cui ben l’83% dei cicli avviene in centri privati della Campania (72,7%) e della Sicilia (84,7%).
Nonostante ciò, continua a migliorare l’efficacia delle procedure di procreazione medicalmente assistita, come mostrato da tutti gli indicatori, dal numero dei nati vivi a quello delle gravidanze, anche espressi in percentuale rispetto ai cicli iniziati ed ai trasferimenti eseguiti. Anche nelle singole regioni è evidente quasi ovunque il processo di implementazione del sistema di raccolta dati e recupero delle informazioni sugli esiti delle gravidanze. Nel Lazio, ad esempio, che costituisce un nodo cruciale rispetto alla perdita di informazioni, in quanto è una delle regioni in cui si effettuano più cicli di fecondazione assistita e, contemporaneamente, in cui la perdita di informazioni è tra le più elevate, si è registrato una riduzione della percentuale di gravidanze perse al follow-up che passa dal 25,4% del 2009 al 18,0% del 2010. Un’altra regione nella quale questo fenomeno si è ridotto notevolmente è la Lombardia nella quale la quota di gravidanze di cui non si conosce l’esito passa dal 16,0% della precedente rilevazione al 7,6% del 2010. In Veneto si registra la riduzione più evidente passando dal 18,7% al 4,7%. In Sicilia, infine, si registra una riduzione dal 13,0% al 7,2%.
Le regioni in cui la presenza di centri che effettuano tecniche di primo livello è più alta sono la Lombardia con 52 centri, il Lazio con 48, la Campania con 35, la Sicilia con 28 centri, il Veneto con 32 ed il Piemonte con 21 centri. è importante far notare che, nonostante il numero dei centri sia più o meno uguale nelle regioni sopra citate, il 24,2% di tutti i cicli di inseminazione semplice effettuati in Italia, ovvero quasi un ciclo su quattro, venga svolto in centri situati nella sola Regione Lombardia, che svolgono una mole di lavoro paragonabile a quella di tutti i centri attivi nel Centro Italia e di tutti quelli attivi nel Sud e nelle Isole. In Sicilia sono 28 i centri di primo livello.