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Catania – A far quadrare i conti del Comune devono pensare ancora i cittadini

Melania Tanteri

Catania – A far quadrare i conti del Comune devono pensare ancora i cittadini

venerdì 10 Agosto 2012

Stancanelli: “Indispensabile”. Ma l’opposizione attacca chiedendo un intervento su affitti e sanatorie. Aliquote Imu al massimo, così com’era accaduto pochi giorni fa per l’Irpef

CATANIA – Il Consiglio comunale ha dato il via libera per le aliquote Imu. L’Aula ha infatti approvato la proposta di deliberazione dell’amministrazione, relativa all’aumento delle aliquote per l’Imposta municipale unica, in base alle quali andranno calcolate le rate di conguaglio.
Con 23 voti favorevoli e 7 contrari, dunque, l’assise cittadina ha sottoscritto quanto proposto dall’assessorato al Bilancio, ovvero mantenere l’aliquota massima sulla prima casa – corrispondente al 6 per mille per quanto rigurda le categorie catastali A1, A7, A8 e A9, considerate di lusso – abbatterla di mezzo punto, 5,5 per mille, per la maggior parte delle case di proprietà – comprese nelle categorie A2 e A3 – e ridurla al minimo, il 4 per mille, per le abitazioni popolari e ultrapopolari.
Differente la questione per quel che riguarda le seconde abitazioni: in questo caso, infatti, l’aliquota rimane al massimo consentito dalla legge, il 10,6 per mille, eccetto che per gli immobili affittati a canone concordato in accordo con le associazioni sindacali degli inquilini: l’unica variazione apportata alla proposta originaria, infatti, è quella presentata in un sub-emendamento dal capogruppo del Pd, Rosario D’Agata e votato anche dai consiglieri dei gruppi di maggioranza presenti in aula, che riduce al 9,6 per mille l’aliquota per i proprietari delle abitazioni affittate a canone concordato.
Soddisfazione generale è stata espressa dall’amministrazione, in primis dal sindaco Raffaele Stancanelli e dall’assessore al Bilancio, Roberto Bonaccorsi che, nel corso della presentazione della delibera, si era appellato al senso di responsabilità dell’aula per approvare “una deliberazione impegnativa ma indispensabile per garantire il mantenimento dei servizi essenziali alle fasce deboli dei cittadini, mantenere il funzionamento delle aziende partecipate comunali, preservando il Comune dai tagli del governo nazionale”.
Dure, invece, le opposizioni a Palazzo degli Elefanti, che hanno sottolineato come, dopo l’aumento dell’aliquota sull’addizionale Irpef, portata al massimo consentito dalla legge nemmeno un mese fa, l’Imu rappresenti una nuova batosta per i catanesi, già provati dalla lunga crisi.
In particolare, secondo i rappresentanti della minoranza in Comune, la decisione di mantenere al massimo o quasi le tasse e le tariffe, senza prevedere agevolazioni legate al reddito o per particolari categorie, come i commercianti, sarebbe lo specchio dell’incapacità dell’amminitrazione di far quadrare i conti.
“L’amministrazione Stancanelli – hanno evidenziato i promotori del progetto civico Intesa per Catania, Puccio La Rosa, Bartolo Curia e Francesco Montemagno – con l’aumento indiscriminato dell’Imu ha completato la propria azione disastrosa sulla città. Avevamo proposto la riduzione delle aliquote sulla prima casa e la possibilità di non gravare sulle seconde case e le botteghe, ma questa manovra economica, così come approvata, avrà effetti deleteri e disastrosi in una città già economicamente allo stremo”.
Anche La Destra aveva chiesto l’applicazione dell’aliquota minima dell’Imu sulle prime case, sui fabbricati rurali e sui negozi ricadenti nel centro storico cittadino, ma l’emendamento non è stato accolto, insieme a quanto proposto più e più volte dal Partito democratico e dal resto delle opposizioni, ovvero intervenire su alcune voci, come i fitti passivi o le sanatorie edilizie, per recuperare risorse preziose e utili per mantenere più basse le aliquote sulla casa.

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