Affrontare i problemi con proposte fattive - QdS

Affrontare i problemi con proposte fattive

Annalisa Giunta

Affrontare i problemi con proposte fattive

venerdì 24 Agosto 2012

Forum con Emanuele Gallo, segretario generale Cisl Caltanissetta

Quali sono le principali emergenze aperte nel territorio?
“Bisogna innanzitutto inquadrare la situazione in provincia di Caltanissetta, nella parte Sud, caratterizzata dalla grande impresa rappresentata dalla raffineria di Gela, attività in crisi sia in Italia sia a livello mondiale ed Europeo. In Italia abbiamo 16 raffinerie, quattro delle quali rischiano di chiudere per la riduzione dei consumi. Mentre la parte Nord della provincia è caratterizzata dalla medie e piccola impresa, anche loro soffrono enormemente, forse molto di più all’interno del sistema. Tra le emergenze attualmente aperte abbiamo 400 impiegati dell’Eni di Gela in cassa integrazione; riguardo Caltaqua il problema è più complesso in quanto sono gli Ato che non funzionano. Infatti ai tempi è stato stipulato un contratto trentennale con la postilla di incrementare la tariffa del 7% ogni anno per sette anni, cosa che non è stata attuata da alcuni sindaci, tutto ciò a discapito dei cittadini, visto che i ricorsi di Caltaqua nei confronti di questi sindaci sono stati tutti vinti. 
Il problema comunque vale sia per l’Ato rifiuti che per l’Ato idrico dove per ogni provincia c’è un presidente, posti di sottogoverno, che rappresentano costi aggiuntivi sulle spalle dei cittadini. Occorrerebbe una ristrutturazione, una regionalizzazione degli Ato. In questo caso il sindacato interviene denunciando gli sprechi e intervenendo nei confronti delle pubbliche amministrazioni, che oltre a rispettare il patto di stabilità, dovrebbero definire il bilancio di previsione nei tempi previsti dalla legge, anche se mi rendo conto che per le amministrazioni è più facile lavorare in dodicesimi.
Il sindacato dunque deve intervenire per far sì che le amministrazioni utilizzino anche quei pochi soldi a disposizione per le classi più deboli (pensionati, servizi sociali…). Il riscontro è comunque negativo perché anche la parte politica che dovrebbe  fare l’opposizione non fa un’operazione di questo tipo. Sempre come sindacato stiamo in tutti modi cercando di sviluppare all’interno dei Comuni la contrattazione di secondo livello, attuando ad esempio il premio di produttività che permette di incentivare i lavoratori”.
Come si può intervenire per aiutare le imprese?
“Bisogna cercare di dare un contributo per rendere competitive le fabbriche e aiutare il sistema evitando la chiusura e il conseguente licenziamento dei lavoratori. Ad esempio ho notato che molte piccole e medie imprese non conoscono i fondi imprese, ossia quei contributi che servono per la formazione professionale dei lavoratori.
Notizie recenti riportate dagli organi di informazione sottolineano che il presidente Monti non vuole più la concertazione, ma per noi concertazione non vuol dire consociativismo. Si tratta di due termini differenti: concertazione vuol dire trovare un punto d’incontro dove il sindacato si prende le proprie responsabilità. I problemi vanno affrontati guardando e analizzando il sistema, occorre come sindacati, non solo lamentarsi ma fare delle proposte realizzabili e fattive, come ad esempio in alcuni casi proporre piuttosto che la mobilità il contratto di solidarietà, facendo lavorare meno tutti i lavoratori di un impresa o azienda e scongiurare il licenziamento”.
Quali sono i principali risultati raggiunti in questo primo semestre?
“I risultati sono negativi perché con la crisi attualmente in atto non si sta facendo altro che firmare la cassa integrazione che è di tre tipi: ordinaria attuata da parte del governo; straordinaria quando ad esempio ci sono problemi all’interno dell’azienda e la si vuole ristrutturare, e in deroga. Oggi circa 2.000 lavoratori rischiano di non avere cassa integrazione in deroga per mancanza dei fondi regionali”.
 
Quante casse integrazioni avete trattato?
“Come Cisl abbiamo trattato circa 1.000 casse integrazioni nella zona Sud della provincia, 1.500 nella parte Nord. Per cercare di superare questo gap si sta cercando nella parte Nord di portare avanti la zona franca per la legalità che prevede l’arrivo di 50 milioni di euro a sostegno delle imprese, anche se per attrarre nuove imprese occorre attuare il processo di defiscalizzazione che è la seconda fase della zona franca per la legalità, e creare una contrattazione con le organizzazioni sindacali che permetta di potere incentivare le aziende ad investire nel nostro territorio. Nell’area Sud invece si potrebbero utilizzare le aree dismesse della raffineria per cercare di attrarre nuove aziende, a tal fine stiamo facendo delle riunioni con il prefetto, l’assessorato alle attività produttive affinché si realizzino le situazioni ideali come ad esempio la concessione dell’energia elettrica a costo di produzione prodotta dalla centrale elettrica dell’Eni piuttosto che venderla ad altri a costo di mercato”.
Qual è la sua previsione per lo scenario occupazionale per il secondo semestre 2012?
“Se non ci sbrighiamo a portare avanti la zona franca per la legalità e a siglare il protocollo in prefettura per la zona Sud, continueremo a firmare casse integrazioni perché non ci sono prospettive positive per il futuro. Possiamo solo cercare di spronare come sindacato le aziende a migliorarsi”.
 


Curriculum Emanuele Giuseppe Gallo
 
Emanuele Giuseppe Gallo, 46 anni, è dipendente di Enimed (gruppo Eni), per il quale ha lavorato nel settore dell’esplorazione e produzione di idrocarburi. Il 25 novembre del 2011 è stato nominato segretario generale della Cisl nissena. Il neo-segretario milita nelle fila della Cisl dal 1987. È stato prima componente di segreteria, poi segretario generale provinciale della Femca, la categoria cislina della chimica e dell’energia. E per la Femca ha operato anche quale componente della segreteria regionale e dell’esecutivo nazionale.

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