Partecipate: buco di centinaia di milioni - QdS

Partecipate: buco di centinaia di milioni

Gaspare Ingargiola

Partecipate: buco di centinaia di milioni

domenica 09 Settembre 2012

Intanto gli oltre 1.800 dipendenti della partecipata maggiormente in crisi sono in astensione forzata dal lavoro: fermi tutti i servizi. La Gesip è solo la punta dell’Icerbeg: debiti ingenti anche per Amia, Amat, Amap e Amg

PALERMO – A Palermo un debito tira l’altro. Le partecipate hanno scavato nel bilancio comunale, e continuano a farlo, un buco da centinaia di milioni di euro. Il caso Gesip, deflagrato fra le proteste dei dipendenti che hanno paralizzato la città, è solo la punta dell’iceberg.
Nel rapporto sulla (grave) situazione finanziaria del capoluogo siciliano, che il sindaco Leoluca Orlando ha inviato giorno 3 al ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, si trovano le cifre di una gestione illogica delle aziende comunali.
Basti pensare che “l’Amia, posta in amministrazione straordinaria nel 2010, oggi in concordato preventivo fallimentare, ha un patrimonio netto negativo di 55 mln di euro e continua a perdere circa 2 mln di euro al mese”. E che soltanto nel 2011 “l’Amat ha perso circa 5 mln, mentre i debiti, al 31 dicembre 2011, ammontavano a 117 mln”. Debiti che, si scopre, dovrebbe ripianare il Comune, dato che l’azienda dei trasporti “vanta un credito con l’amministrazione per 141 mln, a fronte dei quali, nel mese di maggio, ha notificato all’amministrazione comunale un primo decreto ingiuntivo per 84 milioni”.
Passando all’Amap, “nel 2011 il risultato d’esercizio è stato positivo (+4 mln), ma è fortemente indebitata per 95,5 mln. Nei confronti del Comune vanta crediti per 23,8 mln”.
L’Amg, infine, “nel 2011 ha chiuso il bilancio in pareggio; il debito si attesta intorno ai 35 mln di euro, mentre vanta crediti verso il Comune per 21 mln”.
Nel suo rapporto, il sindaco ha ha accusato la vecchia amministrazione “di aver cancellato del tutto, pur trattandosi di una partecipata al 100% dal Comune, i fondi destinati ai servizi resi dall’azienda, che è stata posta in liquidazione”.
A onor di cronaca, va ricordato che la “Gestione servizi impianti pubblici Spa” nasce il 21 novembre del 2001 per mano dell’allora commissario straordinario del Comune, Guglielmo Serio, con l’esigenza di collocare una parte dei 7 mila dipendenti Isu, eredità del dimissionario Orlando, candidatosi alle regionali contro Totò Cuffaro.
La società, spiega il rapporto, “venne costituita da Comune (51%) e Italia Lavoro-Stato (49%), e in seguito proseguita dal sindaco Cammarata”, che nel 2004 decise di acquistare “il 49% di Italia Lavoro, caricando l’intero onere, in precedenza condiviso con lo Stato, sul bilancio comunale”. Da allora il numero degli addetti è cresciuto fino all’attuale di 1805.
Adesso si trovano tutti in astensione forzata dal lavoro (in pratica a un passo dal licenziamento in massa), perché l’amministrazione non è in grado di pagare gli stipendi, mentre tra Palazzo delle Aquile e Palazzo Chigi è iniziato un braccio di ferro a colpi di comunicati e richieste. Nodo dello scontro, i dieci milioni di euro previsti dall’Ordinanza di Protezione Civile ottenuta dal commissario Luisa Latella, nella quale tra l’altro, dice Orlando, “per la Gesip non era previsto un soldo”.
“Non vogliamo elemosine – ha concluso il sindaco -, ci basta solo superare l’emergenza. Se il governo istituisce il tavolo tecnico che chiedo da giorni, potrà indicarci gli strumenti legislativi per far tornare la Gesip in regolare, reintrodurla nel bilancio e inserirla nella società consortile con le altre partecipate. In questo modo, tra prepensionamenti e turnover del personale, dovremmo farcela. Io non licenzio nessuno”. Con la sospensione dell’attività lavorativa, sono al momento fermi i servizi cimiteriali, la pulizia di strade e scuole, il trasporto disabili, il canile municipale, la manutenzione e la custodia di edifici e impianti comunali. Giorno cinque, il Cdm ha dato il via al tavolo tecnico per trovare una soluzione. Nei lavori del tavolo saranno coinvolti, rende noto Palazzo delle Aquile, “i Ministeri dell’Economia, dell’Interno, del Lavoro, della Coesione territoriale e dello Sviluppo Economico, oltre alla Regione Siciliana e ovviamente il Comune”.

Gaspare Ingargiola
Twitter: @gaspare84

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