L’opinione pubblica, classificazione di comodo che in realtà non esiste - QdS

L’opinione pubblica, classificazione di comodo che in realtà non esiste

Patrizia Penna

L’opinione pubblica, classificazione di comodo che in realtà non esiste

martedì 18 Settembre 2012

Intervista a Francesco Bergamo, giornalista embedded e studioso di demodoxalogia. Esistono più opinioni, in contrasto tra loro, che si adeguano all’ambiente circostante

PALERMO – Francesco Bergamo, 45 anni, veneziano, giornalista embedded, è studioso della demodoxalogia (scienza che studia la pubblica opinione) e si divide tra l’azienda Veritas Spa e la direzione del pentasettimanale Informatore Economico-Sociale, organo della Sidd (Sociatà Italiana di Demodoxalogia), per il quale ha intervistato personalità di primo piano internazionale e nazionale. Ha tenuto lezioni all’Università di Trieste sulla Demodoxalogia come comunicazione strategica.
 
Come embedded è stato al seguito delle Forze Armate in aree di crisi: Balcani e Medio Oriente. Ha contribuito alla realizzazione di due documentari: Lagunari in Action e Aretusa, la nave bianca. É membro del Mensa Italia.

Lei ha dichiarato che l’opinione pubblica si può orientare facendo leva sugli indecisi. Non trova che più che l’indecisione, il vero problema sia la totale assenza di memoria? Non ha anche Lei l’impressione che nel valutare gli accadimenti o ad esempio l’operato dei politici, la gente sembra che non faccia tesoro dell’esperienza vissuta, dei fatti?
“L’assenza di memoria è una caratteristica dell’umanità altrimenti non ci sarebbero i cicli storici che, nell’essenza, ripetono le vicende del passato sotto forme nuove di tecnologie ed ideologie. Guardi, il prussiano Otto Eduard Leopold von Bismarck-Schönhausen, meglio noto come il Cancelliere di Ferro, diceva che non aveva senso rischiare di fare esperienze quando le biblioteche sono piene di libri polverosi che nessuno legge ma scritti da gente che hanno fatto le esperienze prima di noi. Insomma, basta leggere un po’. Bismarck forse era un pioniere della demodoxalogia, comunque è vero e basta osservare che anche nelle famiglie la generazione successiva raramente tiene in considerazione gli errori della generazione precedente. Facciamo sempre gli stessi sbagli. Machiavelli stesso scrisse il Principe basandosi sullo studio degli errori altrui. Memoria storica o no, per orientare l’opinione pubblica si deve per forza agire sugli indecisi e cercare di attirarli o spingerli verso quella che si spera diventerà l’opinione predominante. Rimane una triste verità: la gente dai politici spera in un guadagno. Di fatto, vince chi la spara più grossa in campagna elettorale”.

Che opinione ha Lei dell’opinione pubblica? Si può parlare di essa come di un’entità astratta e, seppur fatta di persone, senza una identità precisa oppure essa ha a suo avviso tratti distintivi ben precisi che magari mutano nel tempo? L’opinione pubblica coincide con quella che comunemente si definisce la massa o ha una dignità ontologica superiore rispetto a quest’ultima?

“Non esiste l’opinione pubblica ma più opinioni pubbliche (come studiato in demodoxalogia) in contrasto tra loro sino a far emergere la vincitrice. Ulteriore conferma arriva dall’affermazione di Platone che chiarisce efficacemente il concetto con poche e semplici parole: “all’opinione piace opinare”. Opinioni, dunque, che si adeguano, anche in modo naturale, all’ambiente circostante; ove per ambiente intendiamo: popolazione, territorio, risorse umane e naturali. La cosiddetta opinione pubblica è una classificazione di comodo, indistinta e assai fragile, per questo destinata a tramutarsi in massa volubile e soggetta a spinte emotive, quindi senza valore e peso consistente. Vede, tutti noi abbiamo una opinione su un dato argomento, ma affinché diventi pubblica bisogna veicolarla, altrimenti rimarrebbe vox clamantis in deserto. Baltasar Gracián y Morales, consigliere del Re di Spagna del XVI° sec. e precursore dell’esistenzialismo che con la sua opera influenzò pensatori come La Rochefoucauld e Schopenhauer , fu anche un acutissimo osservatore della opinione pubblica e degli uomini, disse più o meno questo: Gli uomini perdono il loro tempo a studiare le piante e gli animali, quanto sarebbe più importante invece studiare il comportamento dell’uomo dal quale dipende la nostra vita o la nostra morte”.
Il vero compito del giornalista è dimostrare che la verità è un fatto e non un’opinione. La verifica dell’informazione ed il riscontro delle fonti costituiscono il vero compito del giornalista e costituiscono la differenza tra veicolare notizie, ad esempio tramite i social network, e fare informazione con la “i” maiuscola. Lei ha scritto che dovrebbero essere i giornalisti a verificare la veridicità delle notizie ma, la responsabilità di discernere tra notizia e informazione vera è secondo lei solo del giornalista o in qualche modo internet ha coinvolto anche la gente comune in questa difficile impresa?
“Internet ha complicato l’accertamento della verità, che già per suo conto non esiste in quanto ogni avvenimento è interpretato dai singoli soggetti in base alla propria conoscenza dei fatti, o presunta conoscenza. C’è da dire che esistono due realtà: una apparente e una reale; compito del giornalista è andare alla fonte e riscontrare l’opinione altrui in base a vari coefficienti (dove e quando detto o scritto più che chi e che cosa, la collocazione del comunicatore, la proprietà dello strumento emittente, ecc). L’anonimato dei messaggi su Internet favorisce la disinformazione creando risposte emotive e opinioni distorte. Non è un caso che le bufale in internet imperversino. Le persone comuni generalmente non hanno né il tempo né la capacità di verificare le fonti in rete. Questo significa che oggi come oggi il giornalista è una figura chiave nella verifica di veridicità. Vede, se tutti fossero in grado di verificare, allora i giornalisti non avrebbero più motivo di esistere”.
Come si studia l’opinione pubblica? Se ne osservano i comportamenti? La storia, il passato svolgono un ruolo importante all’interno della demodoxalogia?
“Come già detto la storia ed il passato incidono in modo formidabile in quanto l’umanità teme il futuro e ripete il passato, pur nell’evoluzione della scienza e della cultura. La demodoxalogia è stata studiata con i maestri fondatori e i continuatori della disciplina, è sparita dall’università e le vecchie dispense degli anni ‘48-50 e i libri degli anni ‘80 non si trovano più. è una scienza completa basata sull’osservazione, la misurazione e l’aggancio a costanti euristiche, attualmente portata avanti dai cultori riuniti intorno alla Sidd. Ma la demodoxalogia ha avuto una evoluzione negli studi ed è arrivata alla conclusione che per sondare davvero l’opinione pubblica si debbano considerare anche i frattali territoriali. I demodoxaloghi sono convinti che la base di tutto rimanga sempre ed esclusivamente l’uomo collocato nell’ambiente di appartenenza e che quest’ultima incida pesantemente nella formazione della singola opinione. Ma è bene chiarire subito che l’opinione pubblica non si forma solo per le grandi problematiche, ma si forma e si cerca anche nel contingente e nel vissuto dell’uomo. Faccio un semplice esempio: se volessi mangiare il più buon cannolo siciliano della vostra città, prima cercherei di capire dall’opinione pubblica (il comune sentire) del frattale (l’ambiente locale) chi sia il pasticciere più abile a prepararli. Lei non condivide?”.

Patrizia Penna
Twitter: @PatriziaPenna

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