PALERMO – Non solo i contraccolpi della crisi ma il turismo siciliano deve anche fare i conti con una Regione che perde seriamente dei colpi e manda in fumo parte dei fondi di Agenda 2000 per il comparto.
Secondo quanto reso noto nel corso di un incontro alla Regione per fare il punto sulla situazione della spesa dei fondi dell’appena conclusa programmazione dei fondi comunitari (Agenda 2000), in un bando per incentivare l’imprenditoria nel turismo su una disponibilità pari a 374 milioni di euro, ben 141 milioni di euro non sono stati spesi. In alcuni casi gli imprenditori, che in un primo momento avevano dato la disponibilità a utilizzare questi fondi, si sono poi tirati indietro.
“Su questo punto – ha sottolineato l’assessore regionale alla Presidenza, Gaetano Armao – andranno fatte serie riflessioni per il futuro. Pensiamo, ad esempio, a un meccanismo per disincentivare l’abbandono delle istanze. Magari delle penali a carico di chi, dopo aver fatto lavorare gli uffici sui progetti, si tira immotivatamente indietro”.
Ma perché si abbandona? Una situazione simile si è verificata anche nei bandi emanati dall’assessorato al Lavoro, come ad esempio per i voucher: troppo tempo per stilare la graduatoria e nel frattempo gli enti di formazione hanno abbandonato con tanto di disagi per l’assessorato stesso che ha dovuto fare in fretta e furia per lo scorrimento delle graduatorie e per non perdere i fondi comunitari assegnati.
La perdita di questi fondi per il turismo siciliano tra l’altro arriva in un momento in cui lo stesso governo siciliano si rende conto, attraverso il suo Osservatorio turistico, che la Sicilia turistica regge la crisi economica, ma l’Isola perde appeal nel mercato. Tutto confermato tra l’altro dall’altra ricerca fatta da Buy Italia commissionata attraverso un questionario sottoposto ad imprenditori del settore siciliani.
Viene evidenziato come il turismo in Sicilia ha retto alla crisi, ma senza segnali immediati di ripresa si rischia una potenziale perdita di attrattività dell’Isola, secondo il 41,1 per cento degli intervistati. Tra i fattori di rischio della competitività si segnala il sistema infrastrutturale inadeguato, ancora prima del rallentamento dell’economia globale, delle migliori performance dei competitors e dello scarso sostegno pubblico.
Infine gli operatori intendono concentrare le strategie di sviluppo soprattutto su attività innovative di marketing e puntando sulla crescita della qualità.
L’inizio di questa estate tra l’altro non sembra essere stato propizio per la Sicilia. Secondo quanto risulta a Codacons nel mese di giugno si sarebbe registrata una contrazione degli arrivi nell’Isola. Una sorta di conferme rispetto ai tanti studi statistici che da tempo paventavano questa eventualità.
“La Sicilia – secondo il leader nazionale del Codacons Franco Tanasi – potrebbe tranquillamente vivere di turismo eppure questa fondamentale risorsa è sottosfruttata. Se a questo aggiungiamo che troppo spesso fanno notizia aggressioni e truffe ai danni di turisti, il quadro complessivo non è dei migliori. Il Turismo se sviluppato al punto giusto può diventare una concreta opportunità di crescita economica per tutti! non distruggiamo questa possibilità con comportamenti scorretti, fuori dalle logiche della legalità”. Anche questo è un fattore che ha inciso sulla perdita d’appeal dell’Isola.