ACIREALE (CT) – La storia della mega struttura della Perla Jonica di Capomulini è lunga e travagliata. Si tratta di un complesso turistico alberghiero voluto dal gruppo fratelli Costanzo che comprende 1.562 posti letto, sala congressi, bar, impianti sportivi, locali per intrattenimento, autorimesse, campi da tennis, piscine, eliporto e tanto altro. Da molto tempo, però, dopo essere stato acquisito fra i beni dello Stato, è del tutto abbandonato a se stesso.
Da anni si cerca di vendere tale complesso tramite l’azione di commissari straordinari liquidatori (Diego Montanari, Sebastiano Leonardi e Carmela Regina Silvestro) organizzati nella società Rta, Realizzazioni turistico alberghiere Spa gestita direttamente dal ministero dello Sviluppo economico, ma a oggi l’affare non è ancora andato in porto.
Dopo molte gare deserte in cui si chiedevano 76 milioni di euro, come spiegano i commissari, nel 2009 si fece finalmente avanti lo sceicco Hamed Al Hamed, appartenente alla famiglia reale di Abu Dhabi degli Emirati Arabi. Offrì circa 46 milioni di euro e, poiché la cifra venne considerata congrua da parte del Ministero, ne pagò 4,6, il 10%, come cauzione per l’acquisto. Stando al rapporto dei commissari, non ci furono offerte migliori e l’accordo sembrava fatto. Entro pochi mesi avrebbe dovuto essere siglato, ma le difficoltà – in particolare quelle di carattere burocratico – non tardarono a venire a galla. Il complesso turistico era in vendita nello stato di fatto e di diritto in cui si trovava e questo significava fare i conti con le tante sanatorie pendenti a cui era soggetto.
“Per le poche istanze che non potevano essere sanate come richiesto – ha spiegato il sindaco di Acireale, Nino Garozzo – perché la legge non lo consente, abbiamo spiegato alla società interessata quali modalità potevano essere utilizzate per migliore la situazione e poter sanare l’istanza”.
A quel punto l’interesse dello sceicco per una affare in bilico iniziò a vacillare. La situazione in sanatoria proprio non piaceva e così, seppur l’interesse per il complesso ci fosse, non si arrivò davanti a un notaio per firmare il contratto.
Le complicazioni, poi, aumentarono nel settembre del 2011, quando il Ministero spinse affinché la società di gestione della trattativa Rta fosse liquidata, ma non prima della conclusione della vendita. Mantenere la società ministeriale costa, ma cercare di fare cassa vendendo finalmente la Perla Ionica avrebbe fruttato di certo di più. Entro Natale del 2011, però, la transazione avrebbe dovuto essere completata, ma così non è stato.
Si è giunti così al 19 luglio scorso, quando i commissari straordinari Leonardi, Montanari e Silvetri hanno pubblicato un invito su concordato, come prescrive la legge, perché entro il primo ottobre le società di capitali d’interesse interessate ad acquistare la Perla Jonica si facciano avanti con una proposta. Questo ha creato dei problemi con la società Item dello sceicco, che infatti ha intentato causa nei confronti dei tre commissari.
L’interesse per l’acquisto da parte dell’emiro, però, rimane e quindi sembra proprio che la Item sia disposta a lasciar perdere la causa pur di arrivare a una conclusione positiva della vicenda. I commissari, comunque, affermano di essersi limitati a seguire la legge, dato che, a dir loro, lo sceicco non avrebbe rispettato i termini concordati costringendoli a far ripartire l’intero iter. Adesso si attendono le manifestazioni d’interesse per poi procedere alla gara vera e propria.
Staremo a vedere come si evolverà la vicenda.