Poveri, in Sicilia sono il 28,8% cresce il gap con il Nord Italia - QdS

Poveri, in Sicilia sono il 28,8% cresce il gap con il Nord Italia

Patrizia Penna

Poveri, in Sicilia sono il 28,8% cresce il gap con il Nord Italia

giovedì 06 Agosto 2009

 Sono questi i dati del Rapporto Istat 2008 sulla povertà presentato nei giorni scorsi a Roma. L’Emilia Romagna, con il 3,9%, è la regione con la più bassa incidenza

PALERMO – È stato presentato nei giorni scorsi a Roma il rapporto Istat sulla povertà 2008.
È l’Emilia Romagna ad attestarsi come la regione con la più bassa incidenza di povertà relativa (3,9%) in Italia, seguita da Lombardia (4,4%) e Veneto (4,5%). In Sicilia, invece, i poveri sono il 28,8% dei residenti: il contrasto è stridente. Se, dunque, i dati nazionali non sono per nulla incoraggianti (è stato calcolato, infatti, che 5 italiani su 100, non sono in grado di conseguire uno standard di vita minimamente accettabile), quelli relativi alla nostra Isola, possono di gran lunga essere definiti drammatici. Secondo l’Istat, in Italia 1.126.000 famiglie vivono in condizioni di povertà assoluta, per un totale di 2.893.000 persone, pari al 4,9% dell’intera popolazione. La Sicilia vive una condizione di disagio ma non è la sola regione italiana in difficoltà. La stessa identica soglia di povertà si registra anche in Basilicata, a testimonianza che è tutto il Mezzogiorno ad arrancare, giacché proprio al Sud l’incidenza complessiva di povertà è del 23,8% (nel 2007 era del 22,6%). Nel 2007, l’incidenza complessiva di povertà in Sicilia era del 28,9%. A seguire, c’era la Calabria con il 27,8%. Dando uno sguardo più generale, è possibile notare anche che rispetto al 2007, ad esempio, il Molise ha registrato una netta discesa, passando da un’incidenza di povertà relativa del 13,6% a una del 24,4%. Anche Abruzzo, Campania e Calabria sono peggiorate. Le regioni che, invece, hanno registrato un miglioramento rispetto al 2007 sono la Puglia e la Sardegna.
La stima dell’incidenza della povertà assoluta viene calcolata sulla base di una soglia di povertà che corrisponde alla spesa mensile minima necessaria per acquisire un determinato paniere di beni e servizi, che nel caso specifico rappresenta l’insieme dei beni e servizi che nel contesto italiano e per una determinata famiglia sono considerati essenziali a conseguire uno standard di vita minimamente accettabile, ovvero le famiglie con una spesa mensile pari o inferiore al valore della soglia vengono classificate come assolutamente povere.
Il Rapporto Istat sulla povertà è perfettamente in linea con l’analisi condotta dalla Coldiretti sui consumi delle famiglie italiane. Dal Rapporto della Coldiretti, una vera e propria fotografia delle abitudini alimentari delle regioni italiane (vedi Qds di giovedì 23 luglio 2009), era emerso per i siciliani consumi moderati e addirittura sotto la media nazionali: nella nostra Isola, infatti, un nucleo familiare spende al mese mediamente appena 439 € per alimenti e bevande contro i 516€ delle Marche, posizionandosi così, insieme alla Basilicata, al 14° posto nella classifica nazionale dei consumi alimentari.

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