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Palermo – Ancora nubi sul Teatro Massimo. L’ombra dei commissari sull’ente

Luca Mangogna

Palermo – Ancora nubi sul Teatro Massimo. L’ombra dei commissari sull’ente

sabato 29 Settembre 2012

Oggetto della reprimenda del Governo sono le nomine illegittime e le consulenze attribuite da Cammarata. Il ministro della Cultura, Lorenzo Ornaghi, ha inviato una nuova missiva a Orlando

PALERMO – Arrivano pure le preoccupazioni del ministro della Cultura, Lorenzo Ornaghi, sulla situazione della Fondazione Teatro Massimo, l’ente che gestisce il più importante Teatro di Palermo. Ornaghi ha infatti inviato una lettera al sindaco Leoluca Orlando, che come prevede lo statuto è il presidente della Fondazione. Nella lettera il ministro ha espresso sincera preoccupazione per la situazione dell’Ente, definita “delicata”, e altresì ha annunciato l’intervento del direttore generale per lo Spettacolo dal Vivo al fine di individuare i provvedimenti necessari, mentre ancora attende gli adeguati chiarimenti da parte dell’attuale Sovrintendente, Antonio Cognata. La lettera fa seguito a un’altra missiva inviata all’amministrazione della Fondazione lo scorso 27 luglio, nella quale si sottolineava il forte di rischio di procedere al commissariamento della stessa.
A essere oggetti della reprimenda del Ministero, sono la nomina illegittima, avvenuta nel 2010 da parte dell’ex sindaco Diego Cammarata, del consigliere di amministrazione Carlo Varvaro e i contratti di collaborazione e consulenza esterna, che nel bilancio della Fondazione gravano per circa 1 milione di euro.
Su questi aspetti, Orlando ha inviato una nota a Cognata, nella quale gli ha comunicato di aver disposto il blocco delle missioni e ha chiesto chiarimenti sulle consulenze.
“Non è possibile – ha detto Orlando – soprattutto proprio mentre da parte del Sovrintendente viene paventata la necessità di tagli dell’attività per difficoltà economiche, che da parte della dirigenza del Teatro si spendano decine di migliaia di euro in missioni di cui a questo punto sarà utile valutare l’effettiva necessità e utilità per l’attività culturale e amministrativa della Fondazione”.
A complicare la situazione inoltre c’è la notizia che molti dei contratti di collaborazione esterna sarebbero stati rinnovati e prolungati per un triennio, proprio alla vigila dell’insediamento della nuova Amministrazione. La qual cosa ha provocato la prevedibile irritazione di Orlando.
“Si tratta – ha affermato il primo cittadino – di scelte che non tengono conto né delle implicazioni di bilancio sul triennio, né delle prevedibili contrazioni di risorse pubbliche che potrebbero essere attuate nel quadro della situazione di crisi attuale”.
Nel frattempo il Teatro Massimo resta privo di un programma e di un’organizzazione degna della sua storia e della sua importanza nel firmamento culturale, non solo palermitano, ma nazionale, e a farne le spese, oltre ai cittadini che si vedono privati di un punto di riferimento di primo piano, sono gli operatori dello spettacolo, costretti a far fronte a continui tagli di fondi e personale.

Via i parassiti. L’assemblea dei lavoratori sfiducia i vertici

PALERMO – L’assemblea di tutti i lavoratori del Teatro Massimo ha deliberato all’unanimità la sfiducia a Antonio Cognata e a tutto il management del teatro. "Chiediamo all’amministrazione del teatro di andare via, è scaduto il loro tempo", dicono i segretari provinciali dello spettacolo di Cgil, Cisl Uil e Fials Maurizio Rosso, Michele De Luca, Peppino Tumminia e Paolo Cutolo. "Il risanamento sbandierato dai vertici del teatro è stato fatto dai lavoratori, con il taglio di 150 dipendenti in sette anni, l’azzeramento degli straordinari, l’annientamento del corpo di ballo, rimasto con sei ballerini sui 30 previsti in organico – ha spiegato il segretario della Slc-Cgil di Palermo Maurizio Rosso – La sartoria, il laboratorio di sceneggiatura, macchinisti, attrezzisti e addetti alle luci sono stati ridotti al lumicino. Alla luce di tutto questo, abbiamo chiesto ai vertici del teatro di lasciare libero il campo e di andare a casa. La decisione è stata presa senza neanche un voto contrario”.

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