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Ispezioni nei Consigli di Piemonte ed Emilia

redazione

Ispezioni nei Consigli di Piemonte ed Emilia

sabato 29 Settembre 2012

La Procura di Torino acquisisce gli atti. Bologna apre un’indagine conoscitiva

TORINO – Una quindicina di uomini della Guardia di Finanza hanno visitato gli uffici dei gruppi politici del Consiglio regionale del Piemonte per acquisire documentazione relativa alle spese degli stessi gruppi. L’acquisizione avviene nell’ambito di un’indagine conoscitiva avviata nei giorni scorsi dalla Procura di Torino.
L’acquisizione dei documenti sta avvenendo negli uffici di tutti i gruppi consiliari e – da quanto si è saputo – riguarda le spese sostenute dai gruppi a partire dal primo gennaio 2008. Nell’operazione sono impegnati gli uomini del Nucleo di Polizia Tributaria di Torino della Guardia di finanza, ai quali i pm Andrea Beconi ed Enrica Gabetta, titolari dell’inchiesta, hanno delegato le indagini.
L’inchiesta riguarda i bilanci dei gruppi del Consiglio regionale del Piemonte ed è nella fase iniziale. Al momento – da quanto è trapelato – i pm non hanno formulato ipotesi di reato e non vi sono persone sottoposte a indagini. Il senso degli accertamenti è verificare se ci sono casi di malversazione dei fondi o di irregolarità nella rendicontazione di spese e nelle richieste di rimborso, o di percezione irregolare di benefit.
Il presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Valerio Cattaneo, ha confermato che “la Guardia di Finanza è stata qui a Palazzo Lascaris con una ordinanza del magistrato e ha acquisito documenti relativi al finanziamento dei gruppi consiliari e allo status dei consiglieri presso tutte le loro sedi. Il comandante mi ha detto che in questa fase si tratta di un’inchiesta conoscitiva. Cosa farei in caso si riscontrassero anomalie? Non mi pongo assolutamente il problema prima che questi eventualmente si evidenziassero – ha aggiunto Cattaneo – Oggi, intanto, sono stati pubblicati i dati delle autocertificazioni su richiesta di alcuni consiglieri. Non so – ha detto Cattaneo – se la pubblicazione sia tardiva. Dico soltanto che in questa legislatura il Consiglio ha ridotto i costi, lo status del consigliere e ha fatto molto in termini di trasparenza. E questo non dopo il caso Lazio, ma a febbraio di quest’anno, abbiamo deciso che tutta la documentazione dei gruppi consiliari deve essere conservata per dieci anni e abbiamo istituito un nuovo sistema di rendicontazione – ha concluso – con nuove voci e una presentazione con modalità informatica”.
Intanto, anche la Procura di Bologna ha aperto una indagine conoscitiva sull’uso dei fondi ai gruppi in Regione Emilia-Romagna. L’ha spiegato il procuratore capo, Roberto Alfonso, aggiungendo che l’inchiesta, senza titolo di reato, è coassegnata ai pm Morena Plazzi e Antonella Scandellari, già titolari di altre tre inchieste relative all’uso dei fondi pubblici in Emilia-Romagna.
“Sarà una inchiesta ad ampio raggio – ha detto Alfonso – vediamo quello che viene fuori”.

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