I turisti? Si catturano con i buoni sapori - QdS

I turisti? Si catturano con i buoni sapori

Liliana Rosano

I turisti? Si catturano con i buoni sapori

martedì 02 Ottobre 2012

La Coldiretti ha assegnato le Bandiere del gusto 2012. “Solo” 234 in Sicilia contro le 465 della Toscana. Riconoscimento, tra gli altri, a 82 tipi di paste fresche, 66 prodotti vegetali e 26 formaggi

PALERMO – Nonostante il nostro cibo sia invidiato da molti, la Sicilia non è in pole position nella classifica delle “Bandiere del Gusto” 2012 assegnate dalla Coldiretti. L’Isola rimane comunque nella top ten del gusto e si posiziona in decima posizione con le sue 234 bandiere. Ad ottenere il riconoscimento sono stati 82 tipi di paste fresche, la panetteria e la pasticceria tradizionali, 66 i prodotti vegetali, 28 quelli di gastronomia 26 i formaggi, oltre a varie altre espressioni della produzione enogastronomica regionale.
"La nostra Regione ha un patrimonio unico che dev’essere valorizzato e che tocca tutti i comparti agricoli – affermano il presidente e il direttore della Coldiretti siciliana, Alessandro Chiarelli e Giuseppe Campione – 234 prodotti tradizionali significano altrettante occasioni di sviluppo territoriale e di crescita legati al turismo". E di turismo enogastronomico e ambientale si parla, quando si parla delle Bandiere del Gusto, un turismo che vuole valorizzare le risorse dell’Isola ma soprattutto le sue tradizioni e le sue ricette millenarie.
La Coldiretti ha stilato una speciale classifica assegnando le bandiere del gusto alle regioni più virtuose, sulla base del censimento dei prodotti agroalimentari tradizionali salvati dall’estinzione. Secondo l’ indagine Coldiretti per più di un italiano su tre (35 per cento) dipende proprio dal cibo il successo della vacanza che per essere perfetta non deve mai far mancare la degustazione delle specialità enogastronomiche locali. Il cibo infatti – sottolinea la Coldiretti – è considerato dagli italiani l’ingrediente piu’ importante della vacanza che batte la visita a musei e mostre, (29 per cento), lo shopping (16 per cento), la ricerca di nuove amicizie (12 per cento), lo sport (6 per cento) e il gioco d’azzardo (2 per cento).
Complessivamente lungo la penisola sono stati censiti – precisa la Coldiretti – ben 4.671 prodotti tradizionali dei quali quasi il 10 per cento si trovano in Toscana che si aggiudica il primo posto con l’offerta a tutti i suoi vacanzieri ben 465 specialità ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni e realizzate in un paesaggio incantevole. Tra le tante spiccano la torta di Villa Basilica, una torta salata a base di riso, dal caratteristico color giallo ocra e dal sapore piccante e salato per il formaggio e le spezie utilizzate in grande quantità ed il toscanissimo prosciutto di cinta senese ricavato da un’antica razza suina allevata allo stato brado chiamata, appunto, cinta senese per la particolare cintura di pelo più chiaro a metà del corpo.
Il secondo posto con 384 prodotti recuperati invece – secondo la Coldiretti – se lo aggiudica il Lazio anche grazie al particolare stracchino di capra che unisce in un unico prodotto la bontà e la leggerezza del latte di capra e al fagiolo del Purgatorio il cui nome è legato all’antica tradizione di servire durante il pranzo del mercoledì delle Ceneri una grande quantità di fagioli, lessati e conditi con sale, olio e pepe e pregare la misericordia divina per le anime del Purgatorio.

Nella speciale classifica delle bandiere del gusto stilata da Coldiretti ci sono poi anche il Piemonte con 363 prodotti seguito dalla Liguria che può contare su 295 specialità e l’Emilia-Romagna che con ben 28 nuove denominazioni ha stabilito il record di incremento del 2012 raggiungendo quota 285. Seguono a ruota tutte le altre Regioni; la Calabria con 269 prodotti tipici censiti, la Lombardia con 242, la Sicilia con 234, la Puglia con 231, la Sardegna con 178, il Molise con 159, il Friuli-Venezia Giulia con 150, le Marche con 150, l’Abruzzo con 147, la provincia autonoma di Trento con 109, quella di Bolzano con 92, la Basilicata con 77, l’Umbria con 69 e la Val d’Aosta con 32.

A prevalere tra le specialità regionali, spesso salvate grazie all’impegno degli imprenditori agricoli nel recupero delle tradizioni, sono – conclude la Coldiretti – i 1.420 diversi tipi di pane, pasta e biscotti, seguiti da 1.305 verdure fresche e lavorate, 766 salami, prosciutti, carni fresche e insaccati di diverso genere, 475 formaggi, 160 bevande tra analcoliche, liquori e distillati, 151 prodotti di origine animale (miele, lattiero-caseari escluso il burro, ecc.) e 147 preparazioni di pesci, molluschi, crostacei.

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