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Catania – “Niente crack finanziario”, la Provincia etnea è salva

Desiree Miranda

Catania – “Niente crack finanziario”, la Provincia etnea è salva

martedì 16 Ottobre 2012

Castiglione rateizza in cinque anni e salva l'Ente

CATANIA – “Sono soddisfatto, il Consiglio ha dimostrato un alto senso di responsabilità”. Sono state queste le parole del presidente della Provincia regionale di Catania, Giuseppe Castiglione, in merito all’approvazione della delibera che ha salvato le sorti dell’Ente. Per fare il punto della situazione circa il destino economico della Provincia, Castiglione ha incontrato la stampa insieme al ragioniere generale Francesco Schilirò e agli assessori Giuseppe Pagano e Massimo Favara.
La provincia di Catania rischiava il crack, ma si è salvata grazie a un articolo appena approvato dal governo Monti, il 234 bis del Testo unico per gli Enti locali, inserito proprio per garantire un’ancora di salvezza agli Enti locali. L’articolo, in pratica, consente di evitare il dissesto spalmando i debiti su cinque anni.
I conti della Provincia sono sempre stati considerati “perfetti” dall’amministrazione, che vanta una “conduzione oculata” come ha detto lo stesso Castiglione, “ma nonostante i tanti risparmi fatti con la sentenza appena arrivata non possiamo non sforare il Patto” ha aggiunto lo stesso presidente.
La scorsa settimana, infatti, è arrivata una sentenza per un fatto risalente a oltre 40 anni fa: la Provincia è stata condannata in solido dal Tribunale di Catania al pagamento di 23 milioni di euro all’ex Istituto finanziario italiano per una truffa realizzata da due suoi dipendenti . Una duro colpo per l’Ente che per tale motivo sforerà il Patto di stabilità per l’anno 2012. La violazione del Patto prevede da quest’anno anche una multa di 23 milioni di euro che, sommata ai debiti fuori bilancio dell’Ente e ai minori trasferimenti rischiava di far saltare l’equilibrio già precario dei conti. Per il 2013 il rischio era proprio quello di arrivare al dissesto.
“Posso dire con orgoglio che così non sarà” ha detto ancora Castiglione, anche perché dopo la delibera del Consiglio si congela la possibilità dei giudici di assegnare un termine per le misure correttive e il blocco delle procedure esecutive intraprese nei confronti dell’Ente.
Annunciato anche il ricorso fatto al Tribunale di Catania e alla Corte dei conti per la condanna al pagamento dei 23 milioni di euro per colpa dei dipendenti furbetti. “È vero – ha concluso il presidente della Provincia – che all’epoca l’Ente non si schierò come parte civile, ma rimane una situazione incresciosa che merita chiarezza”.

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