160 incompiute, miliardi bruciati - QdS

160 incompiute, miliardi bruciati

Rosario Battiato

160 incompiute, miliardi bruciati

martedì 11 Agosto 2009

Lo spreco. Lungo elenco dei progetti mai portati a termine.
Gli studi. Una relazione del procuratore generale antimafia e una ricerca di artisti stimano in 160 le costruzioni mai portate a compimento nell’Isola, su un totale di 360 in Italia.
I dettagli. Nell’elenco si scorge di tutto, persino un campo di polo (calcio a cavallo in voga in Gran Bretagna e Argentina) da 20 mila posti a Giarre, centro etneo che conta 20 mila abitanti.

PALERMO – Il senso di incompiutezza che si respira in Sicilia potrebbe quasi apparire come una vera e proprio raison d’etre di un terra che ha ampiamente abusato della pazienza dei suoi cittadini. Il monumento all’incompiuto siciliano non ha limiti: teatri, palestre, piscine, campi da calcio, autostrade, ferrovie, dighe.
Non che sia un’usanza tipicamente sicula, ma certamente nell’Isola il tributo all’incompiuto ha trovato una sua dimensione eccezionale, al punto che il procuratore antimafia Pietro Grasso, in una relazione del 2007, ha voluto evidenziare come su 357 opere incompiute in Italia circa la metà si trovino in Sicilia. Un dato che trova conferma anche nella ricerca effettuata da Alterazioni Video, un gruppo di artisti che due anni fa hanno voluto riprendere il tema dell’incompiuto attraversando tutta l’Italia. “L’indagine condotta in questi due anni – si legge in un comunicato dell’associazione – ha portato alla classificazione di circa 360 architetture incompiute in tutta Italia con una particolare concentrazione geografica nel Sud – la Sicilia vanta il triste record di 160 opere – e cronologica nel ventennio ‘60-’80”. Il medesimo allarme è stato lanciato dal procuratore generale della Corte dei Conti, Furio Pasqualucci, in occasione della relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2009. “Anche nel corso del 2008 molte fattispecie di responsabilità amministrativa – ha spiegato il procuratore generale – sono da collegare direttamente o indirettamente al fenomeno delle cosiddette opere pubbliche incompiute, opere ciò progettate ma non appaltate, ovvero non completate o comunque inutilizzabili per scorretta esecuzione, che rappresentano un gravissimo spreco di risorse pubbliche e la testimonianza più eloquente dell’inefficienza dell’amministrazione centrale e periferica”.
La Sicilia, ostinata primadonna nel panorama dell’incompiuto nazionale ed europeo, non poteva che pretendere un capoluogo d’eccezione. Così per cominciare un tour tra le principali incompiute dell’Isola non si può esulare da Giarre, in provincia di Catania, comune storicamente conosciuto per le sue celebri opere a metà. Il centro etneo ospita oltre una decina di strutture incompiute tra cui le più celebri sono il teatro, la piscina olimpionica, il palazzetto dello sport, il campo di polo, il centro per anziani, il parcheggio multipiano. La più antica di queste opere risale agli anni Cinquanta ed è il famoso teatro comunale costruito “fuori asse”. Una cifra incalcolabile di lire elargite, visto che, dal 1968 al 1987, ci sono state ben quattro varianti. Negli anni Ottanta un altro ironico monumento al nulla: un campo di polo da 20 mila posti, per una città da poco più di 20 mila abitanti, che tuttavia non è mai stato completato. Anche in questo caso una cifra solo indicativa di 10 miliardi di lire, ma un impianto praticamente inutilizzabile sia perché il polo non è proprio uno sport di casa da queste parti, ma soprattutto perché la struttura è ubicata nei pressi di una stradina sterrata dove risulta difficile accedere.
Tra l’altro la tribuna, mai omologata, ma completamente aperta al pubblico, costituisce ulteriore motivo di preoccupazione per il facile accesso e le gradinate ripidissime. Vagando per l’isola sono innumerevoli gli esempi, nonostante la concentrazione sia inferiore al perimetro giarrese. Il campetto di calcio a Santa Venerina, sempre in provincia di Catania, le dighe di Blufi e Pietrarossa, recentemente rifinanziate, l’acquedotto Ancipa ad Enna, la Catania-Siracusa (che fra poco uscirà dalla lista), e l’elenco potrebbe continuare per pagine.
Il virus dell’incompiutezza è talmente esteso da contagiare anche le propaggini produttive come le strutture del consorzio Asi di Agrigento che sono state riadattate con destinazioni differenti da quelle originali. Ma le incompiute non solo un retaggio della vecchia classe dirigente italiana e regionale, ma estendono le loro ramificazioni fino ad oggi.
La diga di Blufi, ad esempio, grande incompiuta del sistema acque dell’isola, ha ricevuto, nell’ambito del pacchetto da oltre 4 miliardi di euro che il governo ha stanziato per calmare la furia autonomistica dei colonnelli del partito in Sicilia, 150 milioni di euro per la sua attivazione, una cifra che, sostengono gli esperti, non servirà a molto anche se sarà spesa con oculatezza.
Le incompiute siciliane sembrano destinate a diventare soltanto un gorgo mangia euro.

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