Non che sia un’usanza tipicamente sicula, ma certamente nell’Isola il tributo all’incompiuto ha trovato una sua dimensione eccezionale, al punto che il procuratore antimafia Pietro Grasso, in una relazione del 2007, ha voluto evidenziare come su 357 opere incompiute in Italia circa la metà si trovino in Sicilia. Un dato che trova conferma anche nella ricerca effettuata da Alterazioni Video, un gruppo di artisti che due anni fa hanno voluto riprendere il tema dell’incompiuto attraversando tutta l’Italia. “L’indagine condotta in questi due anni – si legge in un comunicato dell’associazione – ha portato alla classificazione di circa 360 architetture incompiute in tutta Italia con una particolare concentrazione geografica nel Sud – la Sicilia vanta il triste record di 160 opere – e cronologica nel ventennio ‘60-’80”. Il medesimo allarme è stato lanciato dal procuratore generale della Corte dei Conti, Furio Pasqualucci, in occasione della relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2009. “Anche nel corso del 2008 molte fattispecie di responsabilità amministrativa – ha spiegato il procuratore generale – sono da collegare direttamente o indirettamente al fenomeno delle cosiddette opere pubbliche incompiute, opere ciò progettate ma non appaltate, ovvero non completate o comunque inutilizzabili per scorretta esecuzione, che rappresentano un gravissimo spreco di risorse pubbliche e la testimonianza più eloquente dell’inefficienza dell’amministrazione centrale e periferica”.
Tra l’altro la tribuna, mai omologata, ma completamente aperta al pubblico, costituisce ulteriore motivo di preoccupazione per il facile accesso e le gradinate ripidissime. Vagando per l’isola sono innumerevoli gli esempi, nonostante la concentrazione sia inferiore al perimetro giarrese. Il campetto di calcio a Santa Venerina, sempre in provincia di Catania, le dighe di Blufi e Pietrarossa, recentemente rifinanziate, l’acquedotto Ancipa ad Enna, la Catania-Siracusa (che fra poco uscirà dalla lista), e l’elenco potrebbe continuare per pagine.
La diga di Blufi, ad esempio, grande incompiuta del sistema acque dell’isola, ha ricevuto, nell’ambito del pacchetto da oltre 4 miliardi di euro che il governo ha stanziato per calmare la furia autonomistica dei colonnelli del partito in Sicilia, 150 milioni di euro per la sua attivazione, una cifra che, sostengono gli esperti, non servirà a molto anche se sarà spesa con oculatezza.
Le incompiute siciliane sembrano destinate a diventare soltanto un gorgo mangia euro.