Risorgimento Sicilia, vince le elezioni - QdS

Risorgimento Sicilia, vince le elezioni

Carlo Alberto Tregua

Risorgimento Sicilia, vince le elezioni

martedì 30 Ottobre 2012

Servono i commissari, art. 8 Statuto

Nel 2008, per effetto dell’abbinamento con le elezioni nazionali, ha votato il 66% dei siciliani, ma oltre il 4% ha espresso schede bianche o nulle. Nel 2006 aveva votato il 59% dei siciliani e anche in quel caso le schede bianche o nulle sono state un po’ più del 4%. Domenica c’è stato il crollo: venti punti in meno. Infatti, dal 47% dei votanti bisogna togliere il 5% di schede bianche o nulle.
Un’ecatombe per i vecchi partiti, che non hanno capito come l’umore dei siciliani fosse profondamente cambiato, ritenendoli stupidi. Invece, gli isolani hanno dimostrato intelligenza e hanno usato l’unico strumento a loro disposizione: non andare a votarli per non legittimarli.
Altri hanno usato il pugno duro andando a votare, ma lasciando la scheda bianca o annullandola, segno più forte di protesta.
Al di là di chi è stato eletto presidente della Regione e degli 80 deputati eletti, di cui scriviamo appresso, la situazione della Sicilia è talmente grave che bisogna pensare subito al commissariamento previsto dall’art. 8 dello Statuto.

Nessun presidente potrà mettere insieme una maggioranza all’Assemblea regionale, eletta col 42% degli aventi diritto al voto, perché dovrebbe tagliare favori promessi e clientelismo diffuso alla base di quei creduloni che sono andati a votare, fidandosi ancora una volta delle promesse individuali ricevute. Non hanno capito, codesti poveretti, che la festa è finita e devono mettersi il cuore in pace.
Non ci sono più risorse finanziarie per favorire questo o quello ma, anzi, bisogna tagliare sprechi e clientelismi non solo per fare quadrare il bilancio 2013 che sarà inserito nella relativa Legge di stabilità regionale, ma e soprattutto, per far emergere quelle risorse che consentano di aprire 10 mila cantieri per opere e riassetto idrogeologico e per attrarre investimenti nazionali ed esteri, nonchè per rimettere in moto la macchina produttiva siciliana.
Nessuna maggioranza avrà il coraggio di mettere in disponibilità (art. 16 legge 183/2011) 13.400 dipendenti regionali in esubero e 1.200 dirigenti in esubero, né avrà la forza politica e morale di mandare a casa definitivamente tanti inutili cosiddetti lavoratori.

 
Per la verità, non si tratta di cacciarli, bensì di dirottarli verso i cantieri che vanno aperti e riaperti immediatamente. Se in Sicilia si attivassero 10 miliardi fra lavori pubblici, riassetto idrogeologico e investimenti, si potrebbero creare fra 70 e 100 mila posti di lavoro, ove precari, forestali, formatori, dipendenti della Resais, precari dei Comuni e tanti altri, che prendono lo stipendio senza far nulla, potrebbero trovare collocazione e finalmente percepire uno stipendio produttivo.
Ma allora, se l’Assemblea regionale non sarà capace di fare quanto stiamo scrivendo, quale sarà la sorte dell’Isola? Prevediamo facilmente che si andrà entro i primi sei mesi al commissariamento previsto dall’art. 8 dello Statuto con la nomina di tre commissari da parte del Parlamento nazionale.
Nomina delicatissima perché dovrà essere fatta escludendo la nomenclatura politica e tutti quelli che per un verso o per l’altro sono stati sodali con partiti e partitini e loro indegni rappresentanti.

Rosario Crocetta è il presidente della Regione senza maggioranza. è sicuramente un uomo antimafia ma, come abbiamo già scritto, il suo cursus honorum non presenta i necessari requisiti per amministrare una macchina complessa come la Regione Siciliana, ove pescecani-burocrati tenteranno di fargli fare cose che lui non vorrà.
Crocetta ha dichiarato che per fare le leggi che ha in mente cercherà una maggioranza dentro l’Assemblea. Naturale alleato dovrebbe essere il gruppo Micciché-Lombardo, per quanto non numeroso. A proposito dell’ex presidente della Regione, c’è da notare che ha quasi dimezzato i propri suffragi passando da quasi il 15% all’8%. L’abbraccio fra il duo Micciché-Lombardo e Crocetta potrebbe essere mortale per quest’ultimo, qualora accettasse il metodo clientelare che ha rovinato la Sicilia sottostando alle pressioni di piazza.
In ogni caso, ci auguriamo che Crocetta, presentandosi all’Ars, porti un Ddl della Legge di stabilità 2013 con i 3,6 mld € necessari per rispettare l’art. 81 della Costituzione: il pareggio di bilancio.

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