Caritas: Sicilia sempre più povera. Aumentano richieste microcredito - QdS

Caritas: Sicilia sempre più povera. Aumentano richieste microcredito

Chiara Borzi

Caritas: Sicilia sempre più povera. Aumentano richieste microcredito

giovedì 01 Novembre 2012

Dossier 2012: il 28,9% degli italiani chiede sussidi, la nostra Isola terza per numero di centri d’ascolto. Nella regione 18 programmi otto x mille, ma nessun aiuto concreto agli immigrati

PALERMO – La Caritas ha pubblicato il proprio rapporto sulla povertà croniche e inedite in Italia riferito all’anno 2011. I dati illustrati si riferiscono alle persone che nel corso della scorsa annata si sono rivolte a uno dei 2.832 Centri d’Ascolto presenti nella nostra penisola. Secondo le stime riportate, sono stati 31.335 gli italiani e gli stranieri che hanno chiesto ascolto alla Caritas. Tra loro, il 57% vive nelle regioni del Nord, il 29% nel Centro e il 14% nel Mezzogiorno. Il dato non deve ingannare. Tale distribuzione non rispecchia l’incidenza della povertà nei territori considerati, ma dipende dal numero di Cda (Centri di Ascolto che hanno aderito al sistema di raccolta dati. Tra i soggetti rilevati, il 70,7% sono stranieri, il 28,9% italiani. Le donne prevalgono (53,%), seguono le coppie coniugate (49,9%) e le persone con domicilio (83,2%). Dal 2009 a oggi sono aumentate le richieste dalle fasce demografiche in età avanzata: +51,3% di anziani, +117,8% casalinghe, +65,6% di pensionati.
 
Tra i dati da osservare con attenzione vi è quello dei disoccupati. La percentuale è scesa sino al 16,2% ma per una motivazione specifica: la distorsione del concetto di occupazione avvertita al sud, fa si che coloro che si trovano soggetti a forme di lavoro irregolare o in nero si denuncino come “occupati”, perchè convinti erroneamente della positività del loro trattamento economico.
Nel 2011, il problema-bisogno più avvertito è stato quello della povertà economica (26% del totale). Seguono problemi di lavoro (22,9%), abitativi e familiari. Paradossalmente, l’incidenza di povertà economica degli stranieri è meno pronunciata rispetto a quella degli italiani (40,6% contro il 22,2% degli stranieri). Per far fronte a questa povertà, insieme alla maggiore diffusione di richiesta di beni materiali (vestiti, alimenti a lunga conservazione, alimenti per neonati) pari al 52,9% per gli italiani e 49,6% per gli stranieri, è aumentata la richiesta di piccoli sussidi economici e di lavoro. Il primo caso è da ricondurre esclusivamente al peggioramento della situazione economica: il 23,8% degli italiani chiede aiuto ai Cda Caritas attraverso il micro credito, solo il 6,9% lo fa tra gli stranieri, per pagare bollette, affitti etc. La maggior richiesta di lavoro, invece, non dipende dall’aumento dell’offerta ma dalla crescita della speranza; dalla volontà di rimettersi in gioco e dall’aspirazione di migliorare la propria situazione attraverso l’impiego nonostante la crisi.
I centri Caritas che svolgono attività di contrasto alla povertà sono 4.991. 1.679 di questi sono al Sud, ben 1.963 al Nord. In Sicilia abbiamo la terza quantità di centri in Italia (460), in Toscana e Puglia la prima e la seconda (490 e 481 totali). Va al Nord il primato dei centri specializzati nella distribuzione dei beni primati. Hanno questo compito il 37,7% dei Cda settentrionali, il 34,2% quelli meridionali e solo il 28% del centro Italia. Il 40% dei servizi mensa Caritas si svolge invece al Mezzogiorno ma il nostro territorio perde drammaticamente terreno nella sfida all’accoglienza dei fissa dimora (solo 22% del totale) e l’assistenza residenziale agli immigrati (33,5% contro il 45,7% del Nord). In Sicilia questi dati sono particolarmente significativi. Tra i diciotto programmi Otto x Mille progettati dall’Isola, ben tre sono rivolti alle persone senza dimora, ma purtroppo nessun è invece presente per fornire un aiuto concreto agli immigrati. In una terra in cui la presenza degli stranieri è ormai consolidata e, seppur per breve tempo rispetto le altre regioni, amalgamata al tessuto sociale, il sostegno alla residenzialità dei clandestini potrebbe rappresentare uno passo verso una “sedentarizzazione” come prospettiva di regolarizzazione.
 
Un simile orizzonte significherebbe innanzitutto ingresso di una nuova ricchezza dal punto di vista sociale ed economico. Nel 2011 sono stati richiesti dalla Conferenza episcopale italiana 11.151,450 € a fronte dei 19.690,180 € proposti fatte dalle regioni ecclesiastiche. In Sicilia le nove Caritas partecipanti hanno ottenuto 1.067,700 € per un progetto di 1.888,370€. Ogni centro ha il compito di partecipare al finanziamento corrispondendo 8,5 milioni di euro, tuttavia l’aumento esponenziale della povertà sta allargando in proporzione il fronte su cui agire. Le difficoltà del welfare state italiano fanno della Caritas un’istituzione fondamentale nel combattere vecchie e nuove indigenze.

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