In Sicilia ancora troppi parti cesarei - QdS

In Sicilia ancora troppi parti cesarei

Maria Francesca Fisichella

In Sicilia ancora troppi parti cesarei

domenica 04 Novembre 2012

I risultati del Programma nazionale esiti 2012 gestito dall’Agenas, Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. Sotto la media nazionale invece a Ragusa e provincia: Asp, Osp. Civile M. Paternò e Maggiore di Modica

PALERMO – “Esiti meno favorevoli rispetto alla media nazionale” è il risultato che padroneggia fra le Asp (Aziende sanitarie provinciali) e le strutture ospedaliere dell’Isola, riguardo l’analisi dell’indicatore “Proporzione di parti con taglio cesareo primario” osservato dal Programma nazionale Esiti 2012 (Pne).
La situazione in Sicilia, come nel resto del Paese, è stata oggetto di studio del Programma nazionale Esiti 2012 (Pne), gestito da Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) per conto del Ministero della Salute, che ha reso disponibili i risultati elaborati su dati Sdo (Scheda dimissioni ospedaliera 2005-2011 trasmessi dal Ministero della Salute il 04/07/2012).
Tra le Aziende sanitarie provinciali unici dati positivi sono quelli dell’Asp di Enna con “Esiti non diversi dalla media nazionale” e dell’Asp di Ragusa con “Esiti più favorevoli rispetto alla media nazionale”.
Tra le strutture ospedaliere pubbliche e private si riscontrano riconferme e nuove entrate, ossia che riconfermano il dato della scorsa edizione del Pne, che lo migliorano o lo peggiorano.
A giugno il QdS rilevava che solo l’Asp di Enna e Ragusa rientravano nella media nazionale, mentre le restanti Aziende sanitarie provinciali portavano a casa la maglia rossa. Adesso Ragusa migliora il dato!
Per le strutture ospedaliere quelle che rilevavano “esiti più favorevoli rispetto alla media” si segnalavano solo l’Ospedale “Cervello” di Palermo, il “Nuovo Garibaldi” di Catania, l’ospedale “Maggiore” di Modica (Rg), l’ospedale “Carlo Basilotta” di Nicosia (En), l’osp. “Gravina” di Caltagirone (Ct).
Si mantenevano entro la media nazionale l’A.O. S.G. di Dio di Agrigento, l’A.O. S.Elia di Caltanissetta, l’A.O. “V. Emanuele” di Gela, il P.O. M.SS. Addolorata di Biancavilla (Ct), il P.O. “Paternò” di Paternò (Ct), l’osp. “Chiello” di P.Armerina, il P.O. S. Vincenzo” di Taormina (Me), l’osp. Dei Bianchi V. Emanuele di Corleone, l’A.O. CivicoArezzo di Ragusa, l’osp. “Trigona” di Noto (Sr), il P.O. Abele Ajello di Mazara del Vallo, il Cannizzaro di Catania e il P.O. Civico Benfratelli” di Palermo.
In questa edizione 2012 del Pne portano a casa un “Esito non diverso dalla media nazionale” le seguenti strutture: A.O.Civico – Palermo, A.O.V.Cervello – Palermo, A.O.U.G.Martino – Messina, C.C.A. Villa Gerani – Erice (Tp), Osp. V.Emanuele II – Castelvetrano (Tp), Osp. Umberto I – Enna, Osp. SS.Salvatore – Paternò (Ct), Osp. Maria SS. Addolorata – Biancavilla (Ct), Osp. Acireale – Acireale (Ct), Osp. V.Emanuele – Gela (Cl), Osp. Maria Imm. Longo – Mussomeli (Cl), Osp. S.Elia – Caltanissetta, Osp. S.Giacomo D’Altopasso – Licata (Ag), Osp. Barone Lombardo – Canicattì (Ag), Osp. S.Giovanni di Dio – Agrigento.
Mentre tra le strutture con “Esito più favorevoli della media nazionale” si trovano le: A.O. Garibaldi-Nesima (Ct), Catania, Osp. Maggiore di Modica (Rg), Osp. Civile Maria Paternò – Ragusa, Osp. Carlo Basilotta, Nicosia (En), Osp. Gravina e S.Pietro – Catagirone (Ct).
Tutto questo su oltre 60 (la scorsa volta era 60) strutture esaminate. In generale il volume di frequenza relativa a questo indicatore preso in analisi risulta ancora molto alto rispetto alla media nazionale, in tutta l’Isola.
In Italia il ricorso eccessivo all’espletamento del parto per via chirurgica, parto cesareo, è confermato dall’analisi dei dati sanitari e socio-demografici di oltre 548mila parti in 549 punti nascita nel nostro Paese effettuata per l’8° Rapporto CeDAP – Analisi dell’evento nascita. Il documento, pubblicato il 15 maggio 2012, è realizzato dall’Ufficio di Direzione Statistica del Ministero della Salute, raccoglie le informazioni rilevate dal flusso informativo del Certificato di Assistenza al Parto (CeDAP) del 2009.
In media, il 38,0% dei parti avviene con taglio cesareo, con notevoli differenze regionali che comunque evidenziano che in Italia vi è un ricorso eccessivo all’espletamento del parto per via chirurgica.
Rispetto al luogo del parto si registra un’elevata propensione all’uso del taglio cesareo nelle case di cura accreditate in cui si registra tale procedura in circa il 58,3% dei parti contro il 35,0% negli ospedali pubblici. Il parto cesareo è più frequente nelle donne con cittadinanza italiana rispetto alle donne straniere, nel 28,6% dei parti di madri straniere si ricorre al taglio cesareo mentre si registra una percentuale del 40,1% nei parti di madri italiane.

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