Grillo teme la tv perché non ha soluzioni - QdS

Grillo teme la tv perché non ha soluzioni

Carlo Alberto Tregua

Grillo teme la tv perché non ha soluzioni

martedì 06 Novembre 2012

Cancelleri rifiuta la presidenza Ars

Il progetto di Grillo è nichilista: distruggere il sistema partitocratico. Ha ragione, ma fino a un certo punto perché, in ogni caso, il Paese ha bisogno dell’Alta Politica per prendere decisioni che guardino il dopodomani e non l’oggi.
Grillo è nichilista perché dichiara a voce alta che il suo obiettivo è mandare tutti i partiti alla distruzione, fuori dai coglioni e, prosegue, usando il vaffanculo come intercalare, una parola sì e l’altra pure. Tanto che il deretano si è stancato di questo affollamento.
Il guaio è che Grillo non dice nulla oltre la soglia della supposta distruzione dei partiti, neanche un minimo embrione di progetto secondo il quale l’Italia dovrebbe riprendersi e ricominciare la crescita.
Nulla su come creare nuovo lavoro, nulla su come attrarre investimenti nazionali ed esteri, nulla su come disboscare la corruzione nella Pubblica amministrazione e nulla su come riformarla profondamente perché diventi una macchina efficiente a servizio dei cittadini.

Nulla su come tagliare la spesa pubblica improduttiva migliorando contestualmente i servizi. Chi ha competenze organizzative sa che nell’aumentare l’efficienza dei servizi si possono fare notevoli risparmi. Nulla su come aprire decine di migliaia di cantieri mediante il project financing e i project bond. Nulla su come migliorare e potenziare la legge anticorruzione appena approvata. Nulla su come diminuire fortemente la forbice fra Nord e Sud, con l’aumento contemporaneo del tasso infrastrutturale del Sud. Nulla su come combattere la malavita organizzata al Nord e al Sud. L’elenco potrebbe continuare, ma ci fermiamo.
Proprio questa enorme carenza di un comico, che ha sempre la testa di comico, cioè far ridere gli spettatori, non consente di pensare che egli possa far sorridere i cittadini perché capace di ribaltare la disastrosa situazione venutasi a creare in vent’anni di cattivi governi di destra e di sinistra.
Grillo vieta ai suoi attivisti di andare in tv perché sarebbero colti in fallo dagli esperti giornalisti proprio sulle questioni che abbiamo elencato prima. Non si improvvisa una classe dirigente dall’oggi al domani, ci vogliono studi, cultura, informazione e conoscenza.

 
Se queste sono le carenze del comico genovese, bisogna per obiettività rilevare che la responsabilità del consenso degli elettori al Movimento 5 Stelle è totalmente dei partiti tradizionali.
Il QdS, nella campagna delle ultime elezioni siciliane, ha consigliato gli elettori di non votarli per non legittimarli. Non sappiamo se il messaggio abbia trovato terreno fertile, ma resta il fatto che il 57 per cento degli aventi diritto al voto in Sicilia non ha votato o ha votato schede bianche o nulle.
Se a questo dato si aggiunge l’oltre 6 per cento che ha votato per l’M5S, si conclude che due siciliani su tre non hanno votato per i partiti tradizionali: un gravissimo colpo per la democrazia.
Il peggio della questione è che nella campagna elettorale non abbiamo sentito nessun candidato dichiarare la volontà di abrogare la legge 44/65 che equipara i deputati regionali ai senatori, nè la legge 9/86 istitutiva delle Province regionali per sostituirla con Consorzi di comuni, nè il taglio degli stipendi di dirigenti e dipendenti regionali o il contributo di solidarietà per prelevare il di più sulle pensioni regionali degli ex dipendenti.

Cancelleri ha rifiutato l’offerta strumentale di assumere la presidenza dell’Ars perché lo scopo del suo Movimento non è quello di fare buona e sana amministrazione, bensì di criticare, criticare e criticare, in modo da non assumere alcuna responsabilità e quindi di poter continuare a criticare, criticare e criticare.
Egli ha dichiarato che se gli faranno buone proposte il suo gruppo di 15 deputati le voterà, il contrario se le proposte saranno cattive. Ma come farà, il geometra di Caltanissetta, a capire sul piano istituzionale quali saranno le buone o le cattive proposte? Potrà chiederlo al suo guru, ma dubitiamo che egli, al di là degli improperi e delle finte escandescenze, sia in condizione di capire ciò che è bene e ciò che è male per i siciliani (subito) e per gli italiani (dopo aprile 2013).
Criticare è sbagliato se non accompagnato da soluzioni ai gravissimi problemi della Sicilia.
Il QdS, sotto il simbolo Risorgimento Sicilia, pubblicherà il promemoria delle soluzioni per il presidente della Regione e il promemoria delle soluzioni per i deputati regionali.Guai ai sordi.

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