Regione-spettacolo, amministrare è altra cosa - QdS

Regione-spettacolo, amministrare è altra cosa

Carlo Alberto Tregua

Regione-spettacolo, amministrare è altra cosa

sabato 10 Novembre 2012

Franco Battiato grande musicista

Abbiamo ammirazione per Franco Battiato perché è un musicista di grande spessore, non il solito cantantautore, e abbiamo ammirazione per la costanza dimostrata in oltre trent’anni di attività, nel ricercare e produrre musica di qualità, il che indica un suo vasto retroterra culturale e professionale. Egli non ha avuto una diffusione fra gli aficionados della musica leggera di grande dimensione, perché solo una minoranza apprezza la musica colta. Tuttavia negli ambienti che frequenta gli si riconoscono i requisiti adeguati di musicista.
La scelta del neo presidente della Regione, Rosario Crocetta, di volerlo nominare assessore e conferirgli la delega al Turismo – e non quella alla Cultura – è coraggiosa e maliziosa. Maliziosa perché vuole dare alla nuova Giunta un effetto di immagine qualitativa, quale appunto Battiato può apportare, il che non guasta. Coraggiosa, perché dà un taglio a tutti i parrucconi del passato, che non solo non sono stati capaci di elaborare e realizzare un adeguato progetto per sviluppare il turismo, come la Sicilia merita, ma non sono stati capaci neanche di pensarlo.

Il settore turistico in Sicilia potrebbe diventare a forte crescita di Pil, e quindi assorbire decine di migliaia di persone in un lavoro di prospettiva, solo che fosse organizzato in modo da mettere in rete tutti gli operatori (albergatori, ristoratori, gestori di aziende agrituristiche, guide autorizzate, trasporti di vario genere e così via), ma anche tutti i siti naturali, archeologici, paesaggistici e marini, e i parchi naturali da rendere usufruibili e visitabili. Senza dimenticare gli 829 borghi.
Taormina ha superato bene la scorsa stagione estiva, con gli alberghi a quattro e cinque stelle occupati al massimo. Un esempio che dovrebbero imitare tanti altri Comuni.
La questione è come destagionalizzare il turismo per portarlo a un suo completo funzionamento nei 365 giorni dell’anno. Non ci vogliono maghi, basta copiare quello che si fa in regioni italiane come l’Umbria o la Toscana, ove moltissimi Comuni organizzano eventi, manifestazioni, congressi, festival musicali, premi letterali e quant’altro attirando ogni settimana tantissimi turisti, soprattutto internazionali.

 
Nel corso di un mio recente viaggio in Toscana e Umbria, sono rimasto impressionato dalla quantità di cinesi e giapponesi in visita. Tutta gente che alloggiava, mangiava, spendeva nei negozi, visitava i beni culturali, partecipava alle manifestazioni serali. Così è bene amministrare il patrimonio pubblico, sfruttando le sinergie con tutti gli operatori del settore privato.
Per capire tutto questo (rete, sinergie, moltiplicazione degli investimenti) ci vogliono grandi professionisti, capaci di organizzare al meglio il versante turistico con un apparato regionale efficiente, formato da un direttore generale competente e da funzionari preparati che facciano squadra a servizio della collettività.
Ecco perché dubitiamo che un insigne maestro, come Franco Battiato, possa avere la capacità di organizzare un settore così impegnativo e ad alto tasso di professionalità specifica. Se, come egli ha già comunicato in interviste pubbliche, si occuperà solo di organizzare eventi, seppure di alto livello, il Pil del turismo siciliano non aumenterà neanche di una frazione di punto.

La scommessa di Crocetta deve essere quella di far diminuire, anche leggermente, la forbice fra la ricchezza prodotta al Nord e quella prodotta in Sicilia. E per far ciò è necessario che tutti i settori si mettano a camminare e persino a correre.
Oltre al turismo, bisogna investire nell’agricoltura innovativa, nella logistica (perché la Sicilia è un naturale porto nel Mediterraneo), nei servizi ad alto valore aggiunto (altro che la decotta Fiat di Termini Imerese) e in quella parte dell’industria sana e capace di esportare con l’internazionalizzazione delle imprese.
è assurdo che in Tunisia e Marocco, ove tutta Europa sta facendo investimenti di grandi dimensioni, le imprese siciliane siano presenti in modo insignificante, non approfittando delle forti agevolazioni messe in atto dall’illuminato sovrano marocchino, Mohammed VI, e dal neo presidente della Repubblica tunisina, Moncef Marzouki.
Non bisogna dimenticare, poi, che i cinesi hanno già messo l’occhio sul Mediterraneo per il potenziamento dei loro trasporti. e la Sicilia ne è al centro.

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