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Palermo – Porto, l’iter deve andare avanti è braccio di ferro con il Comune

Luca Mangogna

Palermo – Porto, l’iter deve andare avanti è braccio di ferro con il Comune

venerdì 16 Novembre 2012

Il sindaco Orlando intenzionato a riappropriarsi del patrimonio di porticcioli. In ballo fondi per 90 mln di euro. Il Consiglio comunale aveva stoppato il Prp. Il Tar dà ragione all’Autorità portuale

PALERMO – Arriva una bocciatura inaspettata per il Comune di Palermo. Il Tar ha infatti accolto il ricorso dell’Autorità Portuale contro la revoca del Piano regolatore portuale che aveva disposto il Consiglio comunale con una delibera in autotutela il 19 giugno scorso. Per i giudici del Tribunale amministrativo regionale la delibera del Consiglio avrebbe messo a rischio “l’avanzato stato del procedimento di approvazione di uno strumento complesso qual è il Piano regolatore del porto e la conseguente perdita dei fondi europei”, perciò dunque la revoca è stata giudicata inammissibile “per carenza di motivazione”. Per i giudici inoltre è stata decisiva la considerazione del decreto ministeriale del 22 novembre 2005 (definito “inoppugnabile”), che traccia con precisione i confini di competenza territoriale dell’Autorità portuale, nei quali sono compresi anche i porticcioli dell’Acquasanta, dell’Arenella e di Sant’Erasmo.
L’ordinanza, firmata dai giudici Giovanni Tulumello, Aurora Lento e Maria Cappellano, consente così la prosecuzione del procedimento di approvazione del Piano regolatore portuale, sulla base dell’intesa che fu deliberata, dopo oltre tre anni di discussioni, dal Consiglio comunale nel novembre del 2011. Per l’amministrazione guidata dal sindaco di Leoluca Orlando è una doppia sconfitta, visto che il primo cittadino palermitano già dal momento del suo insediamento aveva reso noto la sua volontà di riappropriarsi del vasto patrimonio di porticcioli del capoluogo siculo, il cui valore dei finanziamenti ammonterebbe, secondo Orlando, a circa 90 milioni di euro. Lo stesso Orlando d’altronde aveva duramente criticato il suo predecessore Cammarata e il vecchio Consiglio comunale per aver concesso questa possibilità all’Autorità portuale.
“Adesso continuerà la fase approvativa del Piano – ha detto Nino Bevilacqua, presidente dell’Autorità portuale di Palermo – mentre c’è da parte nostra la volontà di continuare il dialogo già intrapreso con l’amministrazione comunale, attraverso gli assessorati competenti, per individuare strategie comuni nell’interesse di un’area preziosa come quella del waterfront”.
Nonostante l’apertura di Bevilacqua è molto probabile che Orlando e la sua Giunta però procederanno a una dura battaglia per riappropriarsi della propria competenza sui porticcioli e soprattutto sui relativi finanziamenti.

In Consiglio. Una delibera revocata in autotutela

PALERMO – L’accoglimento del ricorso dell’Autorità Portuale rischia dunque di aprire un duro contenzioso legale fra l’Ente e il Comune di Palermo. Ma quali sono state le motivazioni che hanno spinto Sala delle Lapidi revoca il Piano Regolatore Portuale? Orlando già in fase di insediamento, pose fra le sue priorità quella di riappropriarsi della titolarità dei porticcioli in virtù anche di una sentenza del Consiglio di Stato deliberata nel 2005. In ballo ci sono 90 milioni di euro di finanziamenti, che, qualora fosse comprovata la titolarità del Comune, sarebbero finiti nelle casse dell’amministrazione. Per evitare il pericolo di un danno erariale, il Consiglio, con una larghissima maggioranza, nel giugno scorso, ha così deliberato in auto-tutela la revoca del Piano. Ora il rischio di un lungo contenzioso legale fra Autorità Portuale e Comune, nonostante le prime parole distensive del presidente Nino Bevilacqua, è molto pressante, così come lo è il pericolo di perdere questi 90 milioni.

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