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Catania – Al Comune i conti non tornano. Consuntivo ‘11 ancora bloccato

Melania Tanteri

Catania – Al Comune i conti non tornano. Consuntivo ‘11 ancora bloccato

sabato 17 Novembre 2012

Scritture contabili non fedeli, anomalie gestionali ed elevatissimo ammontare dei debiti fuori bilancio. La Corte dei Conti ha messo in evidenza un “grave squilibrio finanziario”

CATANIA – Inizierà con la discussione di due importanti delibere la prossima settimana per il Consiglio comunale. Sia la delibera sul riordino delle aziende partecipate, sia il conto consuntivo per l’esercizio finanziario del 2011, torneranno infatti in aula lunedì prossimo, dopo più di una seduta andata a vuoto.
I due documenti hanno infatti ricevuto lo stop da parte dei consiglieri comunali, che hanno sentito l’esigenza di approfondire le proposte dell’amministrazione. Nel caso del rendiconto, a essere atteso è il nuovo parere del Collegio dei revisori dei conti sul maxiemendamento presentato dall’assessore al Bilancio, Roberto Bonaccorsi, nel quale, come da richiesta dell’organo di revisione, vengono stralciati residui attivi per circa 140 milioni di euro perché “di difficile riscossione”.
Nel primo caso, invece, a pesare sulla mancata discussione in aula, la recente relazione delle Corte dei Conti sull’attività del Comune di Catania, che ha nuovamente evidenziato il “grave squilibrio finanziario” nell’attività finanziaria dell’ente, pur sottolineando il tentativo di risanamento portato avanti dall’amministrazione Stancanelli.
“Non possiamo procedere alla discussione del piano proposto dall’amministrazione per la riorganizzazione delle società partecipate senza prima conoscere il contenuto del documento inviato dalla Corte dei Conti” ha evidenziato il capogruppo del Partito democratico, Rosario D’Agata, nel porre le pregiudiziale che ha fatto saltare i lavori.
Scritture contabili non fedeli, anomalie gestionali, l’elevatissimo ammontare dei debiti fuori bilancio sono infatti solo alcune delle considerazioni – insieme alla mancata vendita del patrimonio immobiliare e al mancato riordino delle società partecipate – che l’organo di controllo imputa al Comune etneo e che hanno portato i consiglieri a richiedere più tempo per affrontare la delicata questione.
Niente di allarmante, invece, per il sindaco Raffaele Stancanelli, secondo il quale la relazione non solo evidenzierebbe il lavoro effettuato negli ultimi anni per risanare le casse comunali, ma indicherebbe proprio la necessità di mettere mano al sistema delle partecipate.
“In quel documento – ha affermato il primo cittadino – viene preso atto di tutto quello che noi abbiamo fatto e stiamo facendo e ci viene chiesto di riorganizzare le partecipate, cosa su cui noi abbiamo intenzione di intervenire proprio con il piano che abbiamo presentato in Consiglio comunale”.
Ma sono in molti a considerare la delibera dell’amministrazione un tentativo di fare cassa, senza che vi siano reali vantaggi per la cittadinanza, come i rappresentanti del forum Acqua bene comune, secondo cui alla base della delibera sul riordino non vi sarebbe alcun piano economico tale da evidenziarne la convenienza per l’Ente, e come le segreterie sindacali di Cgil, Cisl e Uil, secondo cui il piano sulle partecipate sarebbe “un colpo di mano tentato dell’amministrazione”.
“Registriamo la volontà di vendere o cedere quote societarie di importanti aziende partecipate al solo fine di fare cassa, senza specificare oltretutto con quali meccanismi di evidenza pubblica” hanno scritto in una nota i sindacati.
Per questo chiedono al sindaco di fare chiarezza una volta per tutte: “Le aziende partecipate possono essere dei motori di sviluppo per questa città – hanno aggiunto – quindi la volontà di svendere questi patrimoni è inaccettabile e per questo vogliamo un confronto su tutte le aziende al fine di trovare soluzioni concrete a problemi che, in larga parte, sono stati determinati da scelte sbagliate di questa amministrazione comunale”.

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