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Messina – Le strategie del commissario per il salvataggio del Comune

Francesco Torre

Messina – Le strategie del commissario per il salvataggio del Comune

mercoledì 19 Dicembre 2012

Il Piano di rientro dovrà essere predisposto entro il 27 dicembre, così come stabilito dalla Corte dei Conti. La strada è in salita, ma si dovrebbe poter contare su 40 mln dalla Regione

MESSINA – La strada per evitare il dissesto finanziario del Comune è ancora in salita, ma in questi giorni il commissario straordinario di nomina regionale Luigi Croce ha incassato delle importanti rassicurazioni Palermo e stabilito un primo Piano di rientro da sottoporre alla Corte dei Conti. Insomma, l’ex Pm sta dando alla causa anima e corpo, ma l’esito della vicenda dipenderà anche dai dirigenti e dai consiglieri di Palazzo Zanca: a loro la palla per l’approvazione del bilancio di “previsione” 2012 e per l’adesione al decreto Salva-Comuni, vera ancora di salvezza per le sorti dell’Ente.
Il prestito della Regione. Croce chiama, Crocetta risponde. Il Presidente della Regione ha garantito il suo appoggio per il salvataggio del Comune. L’impegno è di un prestito di 40 mln da restituire il 20 anni. Una somma che certo da sola non copre tutti i debiti, ma che consentirà a Palazzo Zanca di accedere al Salva-Comuni.
Spending review. Dopo i primi provvedimenti rivolti ad azzerare gli straordinari dei dipendenti comunali, a ridurre il numero dei consiglieri di quartiere e ad annullare le pretese di reinserimento dei lavoratori ex Feluca ed ex Cea, Croce ha trasmesso alla Corte dei Conti un primo documento correttivo che si fonda principalmente sul recupero dei crediti: 28,5 mln € nei confronti dell’Amam, 12 mln per contravvenzioni, 29 per la Tarsu. Su questo fronte, già per aprile 2013 è previsto un incasso di oltre 21 mln. Quanto ai tagli, si opererà con la scure per risparmiare sui fitti passivi con l’annullamento di vari contratti di locazione, si ridurrà il Collegio di difesa, si taglierà il personale comunale e delle partecipate. E poi fari puntati sulla dismissione del patrimonio immobiliare (senza bando pubblico e con l’ausilio delle agenzie), sull’internalizzazione di alcuni servizi con conseguente taglio di affidamenti alle coop e ovviamente sulle partecipate – veri osservati speciali – che saranno sottoposte a uno “stringente controllo preventivo”, che prevede anche la possibilità di mandare via gli amministratori incapaci (speriamo).
Bilancio. Per i dirigenti mancano ancora 3 mln per raggiungere il pareggio, mentre per il commissario 50. Stime a parte, con il prestito della Regione non ci dovrebbero essere problemi per il raggiungimento degli obiettivi economici. Ma bisogna far presto visto che la Corte dei Conti vuole chiarimenti entro il 27 dicembre.
Salva-Comuni. Come detto, un’ancora di salvezza perché permetterebbe al Comune di accedere a un fondo pluriennale extra di 72 mln di euro circa. I dirigenti hanno redatto la richiesta di adesione, il commissario l’ha firmata, il Consiglio l’ha approvata. Ora gli uffici tecnici hanno 45 giorni per proporre un Piano di rientro al Ministero dell’Interno e, se tutto va bene, entro 60 giorni Palazzo Zanca sarà “salvato”. Con quali conseguenze? Amministrazione controllata dallo Stato per 10 anni. Questa è l’eredità lasciata dalla Giunta Buzzanca alla città di Messina.

Tagli e privilegi. La rivolta di Circoscrizioni e consiglieri

MESSINA – La replica delle Circoscrizioni sul taglio dei consiglieri ordinato dal Commissario Croce (da 18 a 8) era attesa. Un no secco è arrivato dal II e dal V quartiere, le cui delegazioni auspicano invece maggiori poteri come da recenti disposizioni regionali sul Decentramento (mai adottate dal Comune). No condizionato dal IV quartiere, che propone una riduzione a 12 consiglieri e comunque sempre un aumento dei poteri. Il I e il VI erano stati i primi a pronunciarsi, sulla stessa scia, mentre il III è l’unico che non risponde, nonostante il termine di 5 giorni.
I malumori sulla spending review, però, arrivano anche in Consiglio comunale. Melazzo (Udc) propone di interpretare in maniera restrittiva l’art. 47 del regolamento sui gettoni di presenza, previsti per l’”effettiva partecipazione” alle sedute. Non per chi firma e poi va a farsi i fatti suoi. Di parere contrario Saglimbeni (Pd), per cui dovrebbe valere il principio di tolleranza sempre utilizzato.

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