Istituire la patrimoniale ma su Stato ed Enti locali - QdS

Istituire la patrimoniale ma su Stato ed Enti locali

Carlo Alberto Tregua

Istituire la patrimoniale ma su Stato ed Enti locali

sabato 22 Dicembre 2012

Illegittimo pagare l’Imu sui debiti

Nella campagna elettorale, virtualmente aperta, si parla più di alleanze che di soluzioni rispetto ai gravi problemi della Comunità nazionale. Un vecchio teatrino che serve per intossicare l’informazione e confondere le idee agli italiani, soprattutto quelli meno evoluti.
I vecchi partitocrati, dinosauri della politica, fra cui primeggiano Casini, Fini, Bersani e Berlusconi, non sono stanchi di farci vedere le loro facce e non consentono a tanti cittadini – che non si sono mai sporcate le mani facendo una politica di infimo livello – di accedere nei luoghi dove si esercita (o si dovrebbe esercitare) la responsabilità istituzionale.
Da tale campagna elettorale non scaturirà un governo stabile che, perché sia tale, deve avere alle spalle una maggioranza stabile. Secondo le ultime proiezioni, fatte in base ai sondaggi (per quello che valgono), nessuna coalizione potrà avere la maggioranza al Senato, con le conseguenze tristemente note del governo Prodi-Bertinotti.

Fra gli argomenti sui quali si dibatte, assume particolare rilievo l’imposizione di un’imposta sui grandi patrimoni, per trovare le risorse necessarie a fare gli investimenti.
La proposta è valida e gli stessi detentori di grandi patrimoni quali Montezemolo, Benetton, Del Vecchio, Della Valle, Agnelli ed altri, si sono dichiarati disponibili a pagare una tantum la patrimoniale, a condizione che essa venga destinata allo sviluppo ed al taglio del debito pubblico. I ricchi hanno anche chiesto che tagliare la spesa corrente improduttiva è essenziale per ricavare ulteriori risorse necessarie allo sviluppo.
Non si vede chi non possa convenire con queste proposizioni. Se la patrimoniale sui ricchi è equa, l’Imu sugli immobili gravati da mutui o leasing è iniqua. Facciamo l’esempio di un’impresa che abbia acquistato un capannone industriale per un milione mediante un leasing pagato per 8/15. L’Imu sull’intero valore diventa così un Imu sul debito non sull’immobile, il che è iniquo oltre che palesemente illegittimo. Infatti, l’Imposta municipale unica è una patrimoniale che tosa l’immobile di proprietà. Ma se la proprietà è ancora al 50 % anche l’imposta deve essere ridotta al 50 per cento.
 

L’Imu ha portato nelle casse dello Stato, quest’anno, oltre 24 miliardi, 4 in più del previsto. Nonostante ciò, il debito pubblico ha superato la soglia di duemila miliardi, cioè 95 in più del primo gennaio di quest’anno, quando era attestato a 1.905 miliardi, secondo i dati di Bankitalia.
I proprietari di immobili, privati e imprese, si sono svenatim anche se televisioni e giornali hanno diffuso notizie false del tipo: “oltre le tredicesime hanno dovuto intaccare i risparmi o farsi prestare soldi”.
La questione che non è stata minimamente toccata è l’istituzione della patrimoniale sui beni dello Stato e degli Enti locali e di una seconda patrimoniale sulla spesa pubblica. Sono due argomenti che costituiscono una novità del dibattito politico e che noi introduciamo per la prima volta, auspicando che diventino di pubblico dominio.
Ci spieghiamo. Se fosse istituita l’Imu sugli immobili pubblici, i relativi bilanci sarebbero gravati .

Con il gravame, i responsabili politici e burocratici dei bilanci stessi sarebbero portati a ragionare sull’utilità di mantenere la proprietà di tali immobili o di dismetterli. è noto, infatti, che sono moltissimi gli immobili detenuti dagli enti pubblici, senza alcuna necessità. Apparentemente non si capisce perché non li vendono. Forse perché detenerli alimenta mazzette e corruzione.
L’altra patrimoniale, di tipo virtuale, dovrebbe essere quella sulla spesa pubblica. All’uopo dovrebbe essere istituita per ogni amministrazione, l’Agenzia delle uscite, la quale avrebbe il compito di fare le pulci ad ogni spesa in modo da confrontarla con la sua utilità, cioè con il concorso alla produzione del servizio pubblico cui è destinata.
La conseguenza sarebbe di tagliare tutte quelle spese inutili che non concorrono a formare i servizi prodotti unicamente negli interessi dei cittadini. Anche la questione dell’Agenzia delle uscite è abbastanza nuova e ci auguriamo di vederla inserita nel dibattito politico prossimo venturo. Intanto sentiamo le solite litanie che seccano mortalmente i cittadini. Uffa che noia!

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