Agenda Monti: riforme e crescita - QdS

Agenda Monti: riforme e crescita

Carlo Alberto Tregua

Agenda Monti: riforme e crescita

venerdì 04 Gennaio 2013

Il lavoro si crea investendo

E così l’anno si apre all’insegna della campagna elettorale, non lunga, che ci porterà alle elezioni tra 52 giorni. I dinosauri della politica che non vogliono mollare la loro sedia continuano a baloccarsi con le alleanze, con i nomi, con ipotesi di terzo tipo e altre questioncelle che non hanno nulla a che fare con gli interessi degli italiani.
Tali dinosauri hanno perso di vista che lo scenario politico nel mondo è totalmente cambiato e che bisogna diventare competitivi per mantenere quelle posizioni che tanto faticosamente hanno conquistato le generazioni passate, non certo il ceto politico che è vissuto di parassitismo dall’avvento del pluricondannato Bettino Craxi.
Cosicchè, Bersani spera di vincere le elezioni, ma difficilmente riuscirà ad ottenere la maggioranza al Senato. Casini e Fini, anziché pensionarsi, continuano a pontificare con inutili parole, mentre dovrebbero vergognarsi per non essere riusciti a fare alcunché di positivo e di concreto per gli italiani.
 
Berlusconi ha imboccato una strada senza uscita, l’unica per lui, tentando di fare concorrenza al comico di M5S, che più comico di così non potrebbe essere. Grillo e Berlusconi hanno imboccato la stupida strada della protesta, unitamente a quegli altri due campioni che sono Di Pietro e Maroni, i quali non vedono come fare per sopravvivere agli scandali che hanno colpito i propri partiti.
In questo quadro non resta che la figura di Mario Monti, il quale ha scelto di perdere la sua posizione di terzietà per tentare di acquisire consensi sulla sua Agenda di 25 pagine pubblicata sull’omonimo sito.
Il Professore, alle domande dei giornalisti, ha sempre risposto che egli intende attuare quelle riforme che la strana maggioranza formata da ABC gli ha impedito. Non sarà facile che egli ottenga una maggioranza autonoma, anzi questa ipotesi è abbastanza improbabile. Ma questo fatto si allineerà all’impossibilità di altri ad avere una propria maggioranza perché il nuovo Parlamento sarà abbastanza frazionato.
A quel punto, il presidente della Repubblica dovrà consultare i partiti presenti in Parlamento per vedere se sarà possibile concentrare su Monti una nuova maggioranza non ideologizzata e non conservatrice.
 
Quali sono le sette riforme importanti? Le riforme che il Professore intende attuare riguardano il dimagrimento dello Stato con l’emissione del Dlgs sulla riduzione delle Province, che potrebbe estendersi alla loro totale eliminazione.
è indispensabile la riforma della burocrazia, intervenendo sulla sua disorganizzazione per acquisire efficacia e sulle procedure farraginose e complicate che generano corruzione.
In quest’ambito diventa fondamentale la trasparenza basata sulla tracciabilità delle stesse procedure dal punto di inizio a quello terminale, anche con l’emissione digitale dei relativi provvedimenti. Una questione che non trova molto spazio nell’Agenda è il Sud, che da peso assistenziale per il Paese può trasformarsi in un motore formidabile laddove si facciano gli investimenti per ridurre il gap delle infrastrutture.
Ovviamente le amministrazioni locali (Regione e Comuni) dovranno rimettere in ordine i propri conti per cercare di diventare virtuose.
 
Vi è poi il filone della politica energetica perché si deve puntare a ridurre l’immenso gravame sul costo dei prodotti derivato dal circa 30 per cento in più che l’energia costa.
La competitività è un altro fattore su cui il programma di Monti punta. Per raggiungerla è necessario che tutto l’apparato produttivo funzioni come quello delle migliori economie mondiali, inserendo produttività nel lavoro e maggior guadagno per chi partecipa al processo. è inutile che alcuni sindacati conservatori continuino a blaterare sul diritto al posto di lavoro. Il lavoro si crea attraverso quei processi economici che rinforzino e facciano crescere le imprese con i loro prodotti e servizi da esportare o da diffondere in concorrenza sul territorio nazionale.
Il lavoro si crea investendo cospicue risorse sulle opere pubbliche, meno su quelle nazionali strategiche e moltissimo sulle opere locali di Regioni e Comuni, fra cui è essenziale la ristrutturazione antisismica degli immobili e la sistemazione idrogeologica del territorio.
Vi sono altre importanti cose da fare e sulle quali interverremo successivamente.

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