Imprenditoria giovanile, crolla la fiducia - QdS

Imprenditoria giovanile, crolla la fiducia

Rosario Battiato

Imprenditoria giovanile, crolla la fiducia

sabato 05 Gennaio 2013

In Sicilia è in particolare bassissima l’aspettativa nell'accesso al credito, urgono interventi su metodo e merito. I giovani non vedono l'uscita dalla crisi: compito del governo agevolarne gli investimenti

PALERMO – A tenere in mano il polso della situazione a proposito del tessuto produttivo giovanile della Sicilia è stato l’ultimo dossier pubblicato da Srm – Studi e ricerche sul mezzogiorno. I dati fanno riferimento al secondo quadrimestre del 2012 e non paiono molto incoraggianti. Al prossimo governo toccherà agire per agevolare la fiducia dell’imprenditoria giovanile.
Da Nord a Sud non ci sono grandi differenze. L’indice di fiducia dei Giovani Imprenditori Italiani continua ad essere inferiore a 100, un valore limite oltre il quale il clima di fiducia risulta essere positivo. Dal primo quadrimestre del 2012 al secondo è addirittura sceso passando dal 93.6 al 92.5 del secondo. Crollo più deciso nel Mezzogiorno che passa da 96 a 93,3, ma dove comunque si conserva un livello migliore del dato nazionale. Ad incidere sugli imprenditori il trend negativo degli ordini, il cui saldo medio ponderato è entrato in una voragine di -44,6 punti percentuali in Italia (era a – 34.9 punti percentuali nel primo quadrimestre) e a -43 punti percentuali nel Mezzogiorno (era a -23,2 punti percentuali). “La minore percezione del clima negativo di fiducia riscontrata nei giovani imprenditori meridionali è dovuta, – si legge del report di Srm – probabilmente, alla maggiore consapevolezza, e in un certo senso assuefazione del loro operare in un contesto competitivo critico per cui la soglia di tolleranza risulta più alta rispetto alle altre aree, le quali, però – come il Nord-Est – hanno subito un crollo del livello di produttività più violento, e ciò ha generato disagi maggiori”. Gli altri dati attestano il miglioramento delle attese sulla produzione relative al prossimo quadrimestre, mentre prosegue la riduzione delle scorte.
 
Positiva la percezione che hanno di sé i giovani imprenditori rispetto al sistema generale delle imprese, così come resta buona la propensione ad investire (un saldo positivo di 19,3). “A differenza del dato nazionale, – si legge nel report – esprimono un giudizio positivo anche nella realizzabilità dei progetti di investimento, mediante il reperimento di risorse pubbliche (4,7) e nella possibilità di rivolgersi a strutture e personale qualificato (12,9) quando mancano all’interno”.
Andando al dettaglio regionale la Basilicata è caratterizzata dal clima clima economico più negativo (indice di fiducia paria a 84,1), poi l’Abruzzo (90.8), la Puglia (91.3), la Campania (92.4), la Sardegna (94.2), la Sicilia (95.2) e il Molise (98). Il particolare sulla Sicilia registra valori in negativo in merito ai giudizi sugli ordini (-42,5) e alle attese di produzione (-2,7), dati comunque migliori delle medie nazionali. Ci sarà da lavorare per ul nuovo governo anche sul fronte delle condizioni di accesso al credito per i giovani imprenditori siciliani. Solo per il 6,8% le condizioni sono migliorate, mentre per il 34,2% sono invariate e per il 50,7% sono peggiorate.
Se la speranza di uscita dalla crisi parte da qui, allora è giusto che la politica intervenga per agevolare la volontà di questa nuova generazione di imprenditori.

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