Immigrati, centri di accoglienza al collasso e senza più fondi - QdS

Immigrati, centri di accoglienza al collasso e senza più fondi

Patrizia Penna

Immigrati, centri di accoglienza al collasso e senza più fondi

venerdì 11 Gennaio 2013

Allarme lanciato da Save The Children: scaduto il 31/12 il decreto che sanciva lo stato d’emergenza. Fino al 17 dicembre erano 1.383 i migranti arrivati a Lampedusa

PALERMO – Sono centinaia i giovani immigrati che rischiano l’abbandono nei centri di accoglienza o la dispersione a causa della mancanza di fondi per garantire il loro accesso nelle comunità.
A lanciare l’allarme è Save The Children che in una nota spiega qual è la situazione dei minori migranti nei centri di accoglienza ormai praticamente al collasso.
è scaduto infatti il 31 dicembre il decreto che sanciva lo stato d’emergenza relativo all’immigrazione e “trovare altri fondi – si legge nel comunicato – per garantire accoglienza a tutti i minori arrivati nel nostro paese, sarà molto difficile”.
Fino al 17 dicembre erano 1.383 i migranti arrivati a Lampedusa, 200 donne e 294 minori, di cui 268 non accompagnati (da settembre, sono stati 1.272, il 14 per cento del totale).
Le condizioni in cui si trovano a vivere sono inaccettabili, infatti, dopo le rivolte e l’incendio del 2011, la struttura di Lampedusa è tornata ad essere funzionante solo in parte. Ci sono solo 330 materassi disponibili per mille persone e molti migranti sono costretti a condividere il letto con altri o a dormire sul pavimento ammassati, questo vale anche per i minori non accompagnati, che dovrebbero essere accolti in strutture e ambienti più adeguati.
Il problema non riguarda tanto la mancanza di posti disponibili in comunità, che risultano infatti esserci, “quanto la mancanza di garanzie rispetto alla copertura economica di tale accoglienza, fatto che induce i Comuni a diffidare le comunità con posti liberi a dare la loro disponibilità ad accogliere i minori non accompagnati. Manca un sistema di accoglienza informatizzato in grado di garantire il collocamento dei minori non accompagnati sull’intero territorio regionale o nazionale in strutture che offrano standard di accoglienza conformi al rispetto dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. E dunque i posti disponibili vengono attualmente reperiti telefonicamente, continuando a privilegiare le comunità prossime alle località di arrivo, indipendentemente dalle condizioni di accoglienza effettivamente offerte e all’idoneità delle stesse a rispondere a specifiche esigenze di ciascun minore”.
Le conseguenze delle “carenze di sistema” che alimentano questa situazione potrebbero essere molto gravi, favorendo la dispersione dei minori e il loro sfruttamento da parte della criminalità organizzata. Rischio che non può essere evitato perché “il fondo per l’accoglienza dei minori non accompagnati, creato ad agosto 2012, non è un fondo pluriennale e non è stato dotato di risorse sufficienti” e perché, non essendo stato rinnovato lo stato di emergenze nazionale, saranno i prefetti a dover “istituire un tavolo di coordinamento per coordinare gli interventi a livello territoriale”.
L’emergenza immigrazione, dunque, torna ad essere drammaticamente attuale. Anche se nelle ultime settimane Save the Children si è impegnata per far trasferire molti dei minori del centro di Lampedusa in comunità, 37 si trovano ancora al CPSA. La criticità continua ad essere la mancanza di garanzie da parte del Governo per la copertura economica riguardante il trasferimento di tutti i minori e la loro successiva permanenza nelle comunità di destinazione.

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