Imposta Unica Municipale, vera stangata per i siciliani - QdS

Imposta Unica Municipale, vera stangata per i siciliani

Liliana Rosano

Imposta Unica Municipale, vera stangata per i siciliani

sabato 12 Gennaio 2013

L'Ufficio Studi della Consulta del Caf ha analizzato le decisioni del 98,85% delle amministrazioni. Agrigento e Messina tra i sette comuni che hanno optato per le aliquote massime

Sulla tassa più odiata dagli italiani l’Unione europea fa un passo indietro. In una prima interpretazione si era pensato alla bocciatura dell’imposta municipale unica (Imu) poi il portavoce del Commissario Ue all’Occupazione Laszlo Ando precisa in una nota che : “ a provocare un leggero aumento della povertà in Italia non è la nuova imposta sugli immobili (Imu) introdotta l’anno scorso, bensì la vecchia Ici”. Questa insomma la nuova precisazione contenuta nel rapporto diffuso lo scorso martedì dalla Commissione Ue sull’Occupazione e gli sviluppi sociali . La valutazione cioè “riguarda la situazione nel 2006 e non la nuova tassa”.
L’analisi della Commissione, precisa ancora la nota, «indica che l’impatto è stato molto contenuto (0,1%) e molto inferiore a quello della tassa inglese sulla proprietà». Per quanto riguarda invece la nuova Imu del 2012, «il rapporto non analizza l’impatto redistributivo della nuova tassa e non suggerisce che la riforma abbia un qualsiasi effetto negativo sulla povertà o sulla distribuzione del reddito». Il rapporto «puntualizza semplicemente che la riforma dovrebbe avere un impatto più progressivo sulla distribuzione del reddito se sposta la sua base di calcolo dai valori teorici catastali ai valori di mercato». In effetti, conclude la nota, «il governo italiano ha proposto una revisione di questo tipo ma non è stata accettata dal parlamento italiano».
 
Gli Italiani sicuramente non saranno d’accordo con questa analisi e non lo saranno ancora di più i siciliani visto che due capoluoghi, Agrigento e Messina, sono tra i sette che hanno optato per le aliquote massime (10,6 per mille per la seconda casa e 6 per mille per la casa di abitazione, per entrambi casi). Lo rivela uno studio dell’Ufficio Studi della Consulta dei Caf nel quale si analizzano le decisioni del 98,85% dei comuni. Le case di abitazione, comunque, sono state meno colpite dal caro-saldo Imu. Ad aumentare l’aliquota di base, rispetto all’acconto, sono stati però il 27,92% dei comuni. Tra questi 257 centri (il 3,21%) ha optato per l’aliquota massima al 6 per mille.

Ci sono tuttavia dei comuni che hanno anche abbassato le aliquote di base e dunque in questi casi il saldo sarà più leggero dell’acconto. Per le case di abitazione sono 562 comuni (il 7,62% del totale), mentre per le seconde case sono 143 (1,78%).

Nel 2012 "la quasi totalità dei comuni non ha adottato lo strumento delle detrazioni quale possibile mezzo di ‘governance’ dell’imposta". Solo una manciata le decisioni nelle quali sono state aumentate le detrazioni per casi particolari, come la presenza di invalidi nel nucleo o case affittate. Cospicuo però il numero dei Comuni (5.046, il 63% del totale) che ha deciso l’agevolazione prima casa per gli anziani ricoverati nelle case di riposo. I Caf sottolineano inoltre che sarà necessario nel 2013 "anticipare il più possibile le date delle delibere dei comuni per evitare che i cittadini siano costretti, come è accaduto quest’anno, a fare i conti all’ultimo momento". Ed è proprio sulle tasse che è intervenuto nei giorni scorsi in un’intervista esclusiva al Quotidiano di Sicilia, Mario Monti, candidato premier. Lo stesso Mario Monti, a proposito di promesse fiscali, ha dichiarato che

«Grazie all’aggiustamento compiuto quest’anno a prezzo di tanti sacri?ci degli italiani abbiamo impresso una svolta importante. Con l’avanzo primario raggiunto, il debito è posto su un sentiero di riduzione costante a partire dal prossimo anno. Per questo, se si tiene la rotta, ridurre le tasse diventa possibile».

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