CATANIA – Agli inizi del 2012, con l’art. 6 bis della legge di Stabilità finanziaria, è stata introdotta la nuova “commissione d’istruttoria veloce” mediante l’inserimento dell’art. 117 bis all’interno del Testo Unico Bancario.
In questo modo è ritornata sotto un altro nome la commissione sullo scoperto di conto corrente, costo che le banche hanno per lungo tempo applicato sulle posizioni debitorie dei depositi bancari.
Abolita nel 2009, è rispuntata ora con un’altra denominazione e con la stessa funzione: far pagare una sorta di “penale”, oltre ai normali interessi passivi, al correntista che va in rosso o sconfina il fido concesso. In sostanza allo stato attuale nello scoperto di conto ricorrono due tipi di commissioni:
– la CIV (commissione d’istruttoria veloce) per i conti “senza affidamento”. La legge stabilisce che può essere applicata solo se lo scoperto supera i 500 euro in un trimestre per oltre sette giorni consecutivi. La nuova legge prevede la CIV come un rimborso delle spese sostenute dalla banca per il credito che concede al cliente, ma nella maggior parte dei casi la commissione scatta automaticamente senza una reale valutazione della solvibilità del cliente che giustificherebbe i costi.
– la CDF (commissione di disponibilità fondi) per i conti con affidamento: è una percentuale dello 0,50% del valore del fido che si paga per il solo fatto di averlo anche se resta inutilizzato.
Queste regole sono entrate in vigore il primo luglio dell’anno appena trascorso per i conti correnti aperti a partire da questa data, mentre i conti correnti già esistenti si sono adeguati alle nuove regole a partire da primo di ottobre.
In questi giorni moltissimi correntisti sono sobbalzati dalla sedia appena hanno avuto modo di analizzare i costi dell’ultimo estratto conto del 2012. A causa della crisi e delle entrate sempre più magre molte famiglie sono andate in rosso con la conseguenza che sul conto oltre agli interessi debitori si sono viste addebitate le commissioni d’istruttoria veloce che quasi tutti gli istituti di credito hanno applicato in una misura oscillante tra i cinque e gli ottanta euro.
Il consiglio, quindi, è quello di analizzare attentamente il proprio bilancio familiare e le condizioni applicate da ciascun istituto di credito. Il fido, ad esempio, conviene se si è certi di andare in rosso sul conto periodicamente più volte in un trimestre e per più di cento euro. Per ogni trimestre si pagherà lo 0,50% del fido (es.: per € 1.000 di fido si pagherà € 5 a trimestre ossia € 20 all’anno), mentre senza fido se si va in rosso di € 500 per quindici giorni consecutivi la spesa, a seconda dell’istituto, potrà oscillare tra i cinque e i duecento euro.