Il busto marmoreo dedicato a Pietro Bonanno, sindaco del capoluogo agli inizi del Novecento e il cui basamento porta la firma di Ernesto Basile, appare oggi tristemente deturpato dallo smog. Fu proprio Bonanno, passato alla storia come il “sindaco del rinnovamento”, a volere la riqualificazione di piazza della Vittoria con la sistemazione a giardino.
L’opera fu realizzata nel 1905 su un progetto di Giuseppe Damiani Almeyda, al quale si deve anche il progetto della Casa del custode, altro elemento di interesse dell’area, per la quale il Comune ha in cantiere interventi di restauro degli intonaci, degli stucchi, delle tinteggiature e la riparazione degli infissi.
La villa, cuore della Paleopoli, oltre a uno dei palmeti più grandi e rigogliosi d’Europa, offre ai visitatori il parco archeologico con i resti di tre dimore romane dell’Età imperiale (I sec. d.C.).
Ebbene, se il Novecento è sotto assedio dello smog, a salutare l’ingresso tra gli scavi archeologici è invece una statua romana “gambizzata” e abbandonata per terra, dietro un tronco d’albero. Un biglietto da visita niente male per il complesso monumentale oggetto di recenti restauri, compiuti grazie ai finanziamenti Pop 94–99, che ne hanno messo in luce in particolare un pavimento musivo.
Il primo edificio (fine del II e inizio del III sec. d.C.), scoperto nel 1868 da Francesco Saverio Cavallari, si articola in due nuclei distinti: “abitativo”, l’edificio con peristilio a Nord (da cui provengono i mosaici esposti oggi al Museo Archeologico “Antonio Salinas”); “termale”, quello a Sud.