Il futuro dell’agricoltura nelle mani dei giovani - QdS

Il futuro dell’agricoltura nelle mani dei giovani

Francesco Sanfilippo

Il futuro dell’agricoltura nelle mani dei giovani

mercoledì 20 Febbraio 2013

Forum con Fabio Moschella, Presidente CIA Sicilia

Come vanno i rapporti con il nuovo assessore all’Agricoltura, Dario Cartabellotta?
“Finora, si è una fase di avvio, però abbiamo espresso un giudizio positivo per questa scelta del Governo Crocetta per le capacità tecniche, per l’esperienza e per la conoscenza della macchina burocratica regionale”.
Con il Governo regionale vi siete già confrontati sui temi riguardanti l’agricoltura?
“No, se non con l’assessore all’Agricoltura e con quello alle Attività produttive. Si è ancora in una fase di rodaggio ed è prematuro esprimere giudizi. Tuttavia, guardiamo con fiducia l’avvio di quest’esperienza”.
Le problematiche che riguardano l’agricoltura in Sicilia, sono notevoli, perciò come vede la situazione odierna?
“Le problematiche sono grosse e si è in una crisi dalle dimensioni drammatiche, ma l’agricoltura è uno dei settori strategici dell’economia siciliana. Per prima cosa, occorre capire che cosa è l’agricoltura in Sicilia e sono 30 anni che la Politica siciliana non l’ha ancora intesa. Lo sforzo che le associazioni fanno, è di mettere nell’agenda politica i temi dello sviluppo agricolo e della crescita. In questo momento, si è davanti a un bivio, per cui si ha il declino con la possibilità di cadere”.
In che condizioni ha trovato l’organizzazione Cia?
“Sono in carica dal 10 dicembre 2012 e la Cia rappresenta una delle associazioni di agricoltori più forti della Sicilia. Gli associati puntano l’attenzione sugli aspetti fiscali, poiché l’Imu è stata dolorosissima per gli agricoltori e per il sindacato. L’Imu, infatti, è una  patrimoniale che colpisce non soltanto le rendite catastali che sono state notevolmente aumentate, ma anche i beni strumentali. Quando il Governo ha fatto questa scelta, tutte e tre le organizzazioni agricole hanno chiesto quale fosse il gettito fiscale che si aspettassero dall’Imu agricola. Il Governo ha ipotizzato una cifra come tetto massimo sul quale si è convenuto, ma tra la prima rata di giugno e la seconda di dicembre, il gettito ottenuto è stato ampiamente superiore alle previsioni. Perciò, si chiede ora al Governo che questa clausola di salvaguardia, rappresentata dalla cifra convenuta, sia applicata”.
Questa richiesta riguarda tutto il territorio nazionale, ma al Governo regionale cosa chiedete?
“In Sicilia c’è il problema dell’Irap che ha avuto un nuovo incremento, deteriorando il rapporto tra fisco e imprese in modo insostenibile. Poi, quasi tutti i comuni hanno applicato le quote massime dell’Imu. Perciò, gli agricoltori chiedono al governo siciliano, che la competizione sia fatta ad armi pari. Infatti, non è possibile operare quando si paga l’energia più cara e il costo del denaro e del lavoro più elevato. Si chiede al Governo siciliano che ci sia la possibilità di investire e, quindi, che il Dpef preveda una pianificazione economico-rurale dell’agricoltura libera dagli eccessi della burocrazia che bloccano gli investimenti. Poi, sono personalmente d’accordo a reintrodurre una legge sul credito agrario che è sempre stato un elemento fondamentale per l’economia agricola. C’è la volontà del nuovo Ministro di discuterne, evitando l’incompatibilità con la regolamentazione comunitaria. È ovvio che va introdotto sul mercato un prodotto specifico per l’agricoltura, poiché non c’è più la specializzazione del credito”.
Servirebbero, quindi, degli specialisti finanziari dedicati all’agricoltura?
“L’agricoltura ha problemi vari quali quelli di flussi di stagionalità, di flussi di cassa e l’articolo 62 che regola i pagamenti. È stato chiesto alla Regione di mettere ordine a tutti gli enti, consorzi e Istituti di ricerca di derivazione regionale. Infatti, l’Esa non si sa che fine farà, l’Asca ha investito milioni di euro in attrezzature che sono in abbandono, ecc.. Ci sono problemi di riordino e di sostenibilità degli enti”.
Voi partecipate ai consorzi fidi?
“Sì, esiste un consorzio fidi di livello nazionale che si chiama Agriconfidi, il cui presidente è siciliano. In questo momento, i consorzi fidi sono in drammatiche difficoltà, poiché la regione non ha versato quanto doveva, c’è la crisi dei mercati, delle vendite e dei consumi, perciò si vende poco e s’incassa meno. Inoltre, l’Italia è vulnerabile alle oscillazioni dei mercati e gli avvii delle campagne degli agrumi e degli ortaggi sono partiti malissimo e c’è pochissima liquidità”.
 
Occorre, quindi, una riorganizzazione del settore agricolo?
“Sì e si chiede che la nuova programmazione eviti i barocchismi amministrativi del passato anche perché i tempi dell’impresa non sono quelli della burocrazia, per cui occorre semplicità”.
Che cosa può dirci sui consorzi di bonifica?
“I consorzi di bonifica sono importantissimi per l’agricoltura, ma non quelli siciliani come sono ora, poiché hanno prodotto un indebitamento insostenibile. In una realtà corretta, i consorzi vanno amministrati dagli agricoltori, in Sicilia ciò non è avvenuto nonostante le disposizioni di legge a causa dei commissariamenti avvenuti”.   
Le organizzazioni degli agricoltori non si sono mai opposte i loro diritti per questi enti?
“Assolutamente sì, esistono innumerevoli documenti, dove si denunciano da anni tra le altre questioni l’insostenibilità dei costi e la democraticizzazione di questi enti. C’è un debito che non può più essere sostenuto, perciò qualcuno se ne dovrà fare carico, oppure questi enti si mettano in liquidazione. Tuttavia, la Sicilia ha bisogno di un sistema di distribuzione moderno e funzionale delle acque. Esiste il paradosso del Biviere di Lentini che è un lago artificiale di 1.000 ettari che non si riesce a usare per irrigare i terreni intorno a causa della cattiva manutenzione”.  
Il comparto agrumicolo è quello che soffre di più la crisi?
“La Sicilia ha la più forte produzione ortofrutticola tra le regioni italiane, grazie alla produzione agrumicola. Seppur importante, il nostro comparto non può competere con la concorrenza estera perché la Sicilia ha il costo del lavoro più alto dove siamo i più svantaggiati, per cui la Germania ha oneri sociali di un euro al giorno contro i nostri 12,77 euro”
 
Le comunicazioni non favoriscono i trasporti agricoli?
“Ci sono condizioni stradali peggiori rispetto ad altre regioni, la ferrovia è abbandonata e ciò danneggia il trasporto del prodotto fresco. Un errore in più è il marketing, perché nelle grandi fiere ci si presenta male, non investendo in esse. Eppur, la comunicazione è fondamentale, ma nessuna sa che la Sicilia è al primo posto per la produzione biologica”.
Più di un terzo del territorio siciliano è incolto, perché non usarlo per produrre biomasse da convertire in energia?
“Giorno 23 febbraio, si avrà un incontro tecnico con il prof. Silvio Rubbia, fratello del famoso premio nobel Riccardo Rubbia, che ha ideato un prototipo di serra alimentata da energia solare con un piccolo sistema di compostaggio per le biomasse in modo da autoalimentarsi. Un ciclo dei rifiuti in Sicilia che sfrutti queste sostanze organiche attraverso sistemi di compostaggio, permetterebbe di snellire la quantità di rifiuti che vanno in discarica”.
I giovani si avvicinano all’agricoltura?
“I soldi degli agricoltori devono tornare a loro senza essere dispersi in mille rivoli inutili. Poi, i giovani vanno incoraggiati, aprendo a nuove professionalità che includono il settore della comunicazione e della ricerca, l’assistenza, la conservazione del prodotto. Favorendo questo processo, le imprese beneficerebbero non poco”.
 

 
Curriculum Fabio Moschella
 
Fabio Moschella, nato a Siracusa nel 1954, ha studiato presso la facoltà di Giurisprudenza di Firenze e si è specializzato nel settore agroalimentare a Milano. È socio amministratore della Campisi Italia s.s. agricola dal 2006, mentre è stato consulente in varie società operanti nel settore agricolo o nei trasporti negli ultimi 35 anni. Nel 2013 è divenuto membro della Camera di Commercio di Siracusa. Dal 2010 al 2012 è divenuto componente della direzione nazionale della Cia, mentre nel 2012 è stato eletto presidente della Cia regionale. 

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