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Palermo – Sportelli provinciali scacciaturisti, fuori uso il sabato e la domenica

Carlo Passarello

Palermo – Sportelli provinciali scacciaturisti, fuori uso il sabato e la domenica

martedì 12 Marzo 2013

Nei fine settimana le saracinesche restano abbassate e i visitatori sono abbandonati al loro destino. L’assessore al ramo, Bartolo Di Salvo: “Necessario rimodulare il servizio”

PALERMO – Sono tre gli sportelli dell’Ufficio provinciale di informazione turistica. Tutti e tre restano chiusi durante il fine settimana. Un turista che atterra all’aeroporto dopo le 19,30 di venerdì deve aspettare il lunedì successivo per poterne usufruire e ottenere informazioni di vario genere e tipo sul capoluogo e sulla Sicilia.
“Siamo a disposizione del turista – dice un dipendente del punto di via Principe di Belmonte – per qualunque tipo di informazioni. La maggior parte delle richieste riguarda le coincidenze per i bus in tutta la Sicilia. Capita anche di fornire informazioni sui traghetti per Malta o per Villa San Giovanni”.
La geografia degli sportelli provinciali conta su tre riferimenti. Il punto storico di piazza Politeama si è spostato in via Principe di Belmonte da circa tre mesi: qui passano venti-trenta persone al giorno, il traffico più cospicuo. Un altro punto nevralgico è quello dell’aeroporto Falcone e Borsellino, presso il terminal degli arrivi. Il terzo sportello è invece a Palazzo Sant’Elia, in via Maqueda davanti alla sede della Provincia. Il personale che si alterna nei tre punti è di diciassette dipendenti provinciali, che da contratto non avrebbero nemmeno la possibilità di lavorare nei weekend.
“In effetti – afferma l’assessore provinciale al Turismo, Bartolo Di Salvo – è assurdo che questi sportelli siano chiusi nei fine settimana. Mi sono insediato da pochi mesi ma è già in corso una valutazione sull’operato degli uffici. Vogliamo essere vicini alla cittadinanza, assumendo le vesti di un’amministrazione davvero a contatto con il territorio. La questione però è complessa”.
Il tema è quello delle condizioni del servizio, ovvero del contratto e dei costi. “Bisogna passare dalla rimodulazione del servizio – precisa Di Salvo – compatibilmente con i suoi costi”.
Dalle associazioni di categoria giunge però un punto di vista differente. “Da quando sono state abolite le Aziende autonome provinciali per l’incremento turistico manca un riferimento organico”, sostiene Toti Piscopo, presidente Confindustra Turismo di Palermo.
“Se siamo davvero convinti di essere una terra a vocazione turistica – conclude – è necessario porsi il problema di fornire dei servizi in modo più ampio, quello degli sportelli è solo un aspetto della questione”.
Altrimenti questi sportelli resteranno soltanto dei contenitori vuoti. Costosi e vuoti.

Difficoltà. Con i tedeschi interlocuzioni molto complicate

PALERMO – A Palazzo Sant’Elia e in via Principe di Belmonte nessuno dei dipendenti dell’ufficio provinciale per il turismo parla tedesco. E gli stessi operatori fanno spallucce: “Di solito i turisti tedeschi che vengono qui parlano anche inglese”. Nei casi in cui così non è, la soluzione consiste nel telefonare all’ufficio informazioni dell’aeroporto Falcone e Borsellino, dove ci sono operatori che conoscono il tedesco. Vita più agevole, invece, per i turisti di lingua francese o spagnola, che non hanno di questi problemi. Ne esistono però di altri.
Quella della lingua è infatti solo una delle problematiche cui vanno incontro coloro i quali arrivano in Sicilia senza tour operator. Dagli orari per la visita dei monumenti ai pullman che toccano quelle zone più interessanti dal punto di vista culturale o archeologico ci sono diverse incognite. Un esempio? Visitare il Teatro antico di Segesta da Palermo in giornata durante l’inverno non è possibile: è necessario pernottare o noleggiare un’automobile.

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