Paese appeso a un Grillo. Ecco tutte le scadenze - QdS

Paese appeso a un Grillo. Ecco tutte le scadenze

Antonio Leo

Paese appeso a un Grillo. Ecco tutte le scadenze

martedì 12 Marzo 2013

Venerdì riapre il Parlamento, ma per il Governo la strada è in salita

ROMA – L’Urbe si accinge a vivere una settimana di passione senza precedenti. Intanto oggi inizia il Conclave che porterà alla scelta del nuovo capo spirituale della Chiesa. Ma se oltre Tevere il voto dei cardinali non dovrebbe andare troppo per lunghe, il vero pantano si trova a Palazzo Madama, dove nessuno dei partiti eletti ha la maggioranza per governare. Tutti guardano a Grillo, all’eminenza “grigia” Gianroberto Casaleggio e al loro Movimento. L’attenzione è tale che ogni nuovo post sul blog del Comico genovese equivale a un proclama istituzionale, soggetto a interpretazioni politiche di ogni sorta.
Entrambi i fondatori del partito di protesta si dicono pronti a lasciare, nel caso in cui gli eletti decidessero di sostenere un governo targato Pd. Le pressioni, però, sono molte: nelle ultime 48 ore si è diffusa una petizione tra noti personaggi nazionali, da Benigni a Saviano, per convincere Grillo ad appoggiare un “governo di cambiamento”. Qualcuno azzarda: “Se non ora, quando?”. I grillini sembrano ancora compatti, tanto che Roberta Leonardi, capogruppo in pectore del M5S, ha assicurato che “l’accordo sulla fiducia non ci sarà” e ha aggiunto, senza troppi giri di parole, che “se qualcuno deciderà di farlo sarà fuori dal movimento”. La stessa Lombardi, però, ha tenuto a precisare che Grillo e Casaleggio “non sono i ‘deus ex machina’, come scrive qualcuno, ma due persone nella rete come noi. Hanno dato tanto ma il M5S ha una sua vita”. Il serrate le file ha effetto, ma fino a un certo punto.

GLI SCENARI

Sebbene siano passate due settimane dal voto, ancora sembra di stare in campagna elettorale. Chi sta sfruttando questo momento nel migliore dei modi è Matteo Renzi, il sindaco di Firenze, che a pochi giorni dalle consultazioni si è fatto subito portavoce di una proposta “grillina” nei modi e nei contenuti: abolire in toto il finanziamento pubblico ai partiti (oltre 100 milioni di euro) e utilizzarlo per l’edilizia popolare. Il messaggio che l’esponente democratico ha mandato è chiaro: il comico genovese si può battere solo sul suo stesso terreno, anticipandone le mosse. Grillo, però, non sta a guardare e nella giornata di ieri ha fatto appello ai democratici affinché rinuncino agli oltre 45 milioni di euro di rimborsi a loro spettanti. “Non è necessaria una legge – ha dichiarato Grillo – è sufficiente che Bersani dichiari su carta intestata, come ha fatto il M5S, la volontà di rifiutare i rimborsi elettorali con una firma. Per facilitare il compito ho preparato il documento che Bersani può firmare per ufficializzare il rifiuto”.
Insomma, ancora siamo agli annunci spot, ma di concreto non c’è nulla. Fermo restando che il Pd non vuole allearsi con il Pdl e che Grillo esclude la fiducia a Bersani, restano poche strade da seguire. A quanto pare, la governabilità del Paese è legata a doppio filo alle defezioni “di responsabilità nazionale” tra i berlusconiani o i “grilletti” che ad andare a casa, senza nemmeno aver preso un caffè alla bouvette, non ci pensano proprio.

IL CALENDARIO

11 marzo, il primo giorno di “scuola” – Ieri si sono aperte a Montecitorio e a Palazzo Madama i Centri di accoglienza, dove i nuovi parlamentari o i rieletti hanno dovuto espletare i vari adempimenti. Il primo a presentarsi è stato Michele Ragosta di Sel. Documento alla mano, è stato fatto entrare nella Sala del Mappamondo, dove sono allestite 14 postazioni per fotografare i nuovi deputati, raccoglierne i dati e offrire loro tutto il necessario per iniziare ad esercitare il loro mandato.

15 marzo, riapre il Parlamento – Camera e Senato devono essere convocate per la loro prima seduta entro 20 giorni dalle elezioni. La data del 15 marzo è quella prevista dal decreto con cui il Presidente della Repubblica ha sciolto le camere convocando i comizi elettorali. Nella prima seduta dovrà essere risolto il nodo delle “opzioni”, ovvero della scelta della circoscrizione per i deputati eletti in più luoghi.
16 marzo, elezione delle presidenze delle due Camere – La loro elezione è il primo adempimento delle nuove Camere. A Montecitorio l’elezione scatta nei primi tre scrutini solo se si raggiunge la maggioranza dei 2/3; a partire dal quarto è sufficiente la maggioranza assoluta, di cui il Pd dispone. Quanto al Senato, nei primi due scrutini per eleggere il presidente serve la maggioranza assoluta dei voti dei componenti del Senato. Qualora non si raggiunga questa maggioranza, si procede, nel giorno successivo, ad una terza votazione nella quale è sufficiente la maggioranza assoluta dei voti dei presenti. Qualora nella terza votazione nessuno abbia riportato questa maggioranza, il Senato procede nello stesso giorno al ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto nel precedente scrutinio il maggior numero di voti.
20 marzo, elezione dei Capigruppo – Entro il 18 marzo i parlamentari devono dichiarare a che gruppo aderiscono. I gruppi sono convocati il 20 marzo per eleggere i rispettivi presidenti.
21 marzo, inizia “l’esplorazione” – Le consultazioni dei partiti con il Capo dello Stato per individuare il nuovo esecutivo dovrebbero partire dal 21 marzo, se le altre scadenza di cui sopra dovessero essere rispettate. Il Presidente della Repubblica proverà a trovare una soluzione prima di Pasqua. Ma, visto che si trova nel “semestre bianco”, non potrà sciogliere le Camere, nemmeno nel caso di mancato accordo sul nuovo governo; una facoltà di cui potrà avvalersi soltanto il suo successore alla Presidenza della Repubblica.

15 aprile, elezione del Presidente della Repubblica –
Per il 15 aprile dovrà arrivare la convocazione del Parlamento in seduta comune per eleggere al Quirinale il successore di Giorgio Napolitano, il cui mandato scadrà il 15 maggio.

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