Il confronto tra due differenti impianti per il trattamento degli indifferenziati (rsu) - QdS

Il confronto tra due differenti impianti per il trattamento degli indifferenziati (rsu)

Andrea Salomone

Il confronto tra due differenti impianti per il trattamento degli indifferenziati (rsu)

venerdì 22 Marzo 2013

Meglio bioessiccatori o centrali di produzione energetica? L’esame di costi e ricavi tenga conto degli obiettivi

Berlino – Nelle scorse puntate della nostra inchiesta sulle centrali per la produzione di energia dai rifiuti indifferenziati (rsu) vi abbiamo spiegato come viene risolto il "problema rsu" nella capitale tedesca. Prima di essere conferiti in discarica, tutti i rsu berlinesi vengono pretrattati termicamente o meccanicamente in appositi impianti. Ciò non avviene solo a Berlino, ma in tutta la Germania, dove dall’1 giugno 2005 il pretrattamento dei rsu è obbligatorio per legge.
Finora abbiamo limitato la nostra indagine ai tre principali stabilimenti della capitale tedesca, che trattano complessivamente ca. 5/6 degli rsu cittadini: da una parte la centrale termoelettrica di Ruhleben, dove viene prodotta energia dal trattamento termico di poco più della metà dei rsu berlinesi (circa 520.000 tonnellate); dall’altra i due bioessiccatori di Pankow e Reinickendorf, che producono carburante sostitutivo (cdr, ossia combustibile derivato dai rifiuti) dal trattamento meccanico-fisico di ca. 1/3 dei rsu prodotti nella capitale (ca. 280.000 T).
Oltre a garantire un recupero energetico e materiale di alto livello dei rsu, i due processi industriali in questione consentono di ridurre consistentemente il volume e il peso delle frazioni "in entrata". I materiali "in uscita" potenzialmente tossici vengono resi innocui attraverso un processo industriale di "inertizzazione", consistente nel mischiare le scorie nocive con sostanze che le stabilizzano da un punto di vista chimico-fisico. Attraverso questi due generi di trattamento, da una parte termico e dall’altra meccanico, si ottiene una quantità minima di scarti inerti, venduti ai cementifici o sparsi sulle superfici delle discariche per ridurre al minimo l’interazione tra i sedimenti di rifiuti organici lì depositati e gli agenti atmosferici, evitando così l’ecologicamente rischiosa produzione di metano e percolato. Per comprendere quale genere di trattamento, e quindi d’impianto, sia maggiormente conveniente da un punto di vista economico ed ecologico – e trarre quindi spunti importanti in merito al tema della costruzione di impianti per il trattamento dei rsu in Sicilia – nelle scorse due settimane abbiamo fatto "un’intervista epistolare" a due puntate a Thomas Klöckner, responsabile per i rapporti con la stampa della Bsr, l’azienda pubblica berlinese che oltre ad avere il monopolio sulla gestione dei rsu cittadini, dirige la centrale di Ruhleben e, in collaborazione con la ditta privata Alba, i due impianti di bioessiccazione cittadini.

Se i contribuenti risparmiano 12 mil di euro con i ricavi della centrale di Ruhleben, quanto risparmiano con entrambi gli impianti di bioessiccazione?

“I circa 12 milioni di € si riferiscono ai ricavi ottenuti dalla vendita di vapore, metalli e altri materiali riciclabili (profitti che vengono accreditati ai contribuenti attraverso uno sconto del 5% sulla bolletta. Ciò accade perché l’ente pubblico che dirige l’impianto non ha fini di lucro, nda). Nel contratto di collaborazione pubblico-privata tra la Bsr e la ditta Alba per la gestione dei bioessiccatori, invece, è stato stipulato un prezzo di trattamento fisso per tonnellata di rsu. Guadagni o perdite dalla vendita del cdr prodotto e dei metalli estratti vanno però a favore o a sfavore di Alba (e non dei contribuenti, nda)”.
Mi sembra che i bioessiccatori siano da preferire agli impianti per la produzione di energia dai rsu sia da un punto di vista economico che ecologico. Cosa ne pensa?
“Ciò che è da preferire da un punto di vista economico dipende da quali impianti avete già e di cosa avete bisogno. Noi abbiamo concepito l’impianto per la produzione di energia dai rsu mirando al rendimento energetico e all’estrazione di metalli di alta purezza a seguito del processo di combustione. Per tali materiali otteniamo il quintuplo rispetto a quando li estraiamo in un impianto di separazione, cioè senza combustione. Dipende dalle vostre esigenze: una cosa è volere un alto rendimento nel recupero di materiale, un’altra è mirare ad un alta resa energetica. Nel primo caso, con la produzione di carburante sostitutivo e i ricavi da esso derivati, vi attaccate ad un mercato globale, quindi ai prezzi dell’energia. Nel secondo caso, invece, se producete da voi energia o vapore, potete sganciarvi dal prezzo del mercato mondiale. Chiunque aspiri a ciò, dovrebbe agire in questo modo. So che questa non è affatto una risposta chiara ‘sì/no’, ma noi valutiamo sempre costi e profitti, ripartiamo i rischi tra più persone e cerchiamo di tenerci aperte opzioni per il futuro”.

Quando lei parla di impianti di separazione, intende i 2 bioessiccatori o quelli che separano il contenuto del bidone giallo (contenente oggetti in plastica e metalli)?
“I bioessiccatori sarebbero un esempio possibile e gli impianti di assortimento per il contenuto del bidone giallo pure. In questi cassonetti, normalmente, ci sono meno resti. Ciò che fa la differenza tra un impianto di separazione e una centrale energetica a base rsu è proprio il fatto che l’estrazione dei metalli avviene prima del trattamento termico dei rifiuti”.
Perché dai metalli estratti a seguito del trattamento termico si ottiene il quintuplo rispetto a quelli ricavati dal trattamento meccanico?
“Dopo la combustione abbiamo metallo puro, senza che vi si trovino appiccicati materiali di disturbo come plastica o altri. Esso viene condotto senza ulteriore pretrattamento nelle fonderie e perciò gli acquirenti pagano di più. I rsu possono arrivare a Ruhleben o agli impianti di bioessiccazione: nel primo caso i metalli vengono estratti dopo il trattamento termico, nel secondo prima della produzione di cdr. In entrambi i casi ci sono accordi con gli acquirenti dei metalli per il loro riutilizzo materiale”.

(5. Continua. Le precedenti puntate sono state pubblicate il 22 febbraio, l’1, il 12 e il 15 marzo. La prossima puntata sarà pubblicata venerdì 29 marzo)

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017