Napolitano: “Leggere la Costituzione”, ma tutta - QdS

Napolitano: “Leggere la Costituzione”, ma tutta

Carlo Alberto Tregua

Napolitano: “Leggere la Costituzione”, ma tutta

sabato 29 Agosto 2009

Lo Statuto autonomista va attuato per intero

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, con grande serenità e determinazione, invita tutti i responsabili delle istituzioni ed i cittadini, a “leggere la Costituzione”. Il che significa che tutti la debbono conoscere, osservare e attuare. Si tratta di un appello cui nessuno può sottrarsi. Dispiace che degli stupidi ministri della Pubblica istruzione, nel corso dei decenni, abbiano cancellato l’insegnamento dell’Educazione civica nelle scuole, l’unico momento in cui gli insegnanti potevano discutere con i giovani di Costituzione.
Tuttavia, vigendo in Italia la libertà di insegnamento, niente vieta ai docenti, di qualunque ordine e grado, di intrattenere i propri allievi sulle regole civiche, prime fra le quali quelle costituzionali. Molti bravi insegnanti lo fanno, tanti altri se ne infischiano perché essi stessi non conoscono la Carta costituzionale. Peraltro il ceto politico, salvo rare citazioni, non si riferisce quasi mai alla Magna Charta, mentre ogni loro atto e gesto dovrebbe essere improntato ai suoi indirizzi.
 
“Leggere la Costituzione”, ma tutta. Una parte integrante e importante di essa è lo Statuto della Regione siciliana, ben diverso da quello delle altre quattro regioni a Statuto speciale, anche per l’origine pattizia che esso ha, nel momento in cui i Padri costituenti si accorsero che era l’unico modo per tenere la Sicilia legata all’Italia.
Leggere e attuare lo Statuto autonomista e costituzionale non è un invito specifico pervenuto dal Presidente della Repubblica, anche se dobbiamo ritenere che il suo invito comprenda anche la lettura dello Statuto siciliano.
La questione si trova nella sua mancata attuazione, per cui i siciliani sono stati contenti e gabbati. Contenti, perché allora firmarono un accordo, appunto lo Statuto, che prevedeva prerogative adeguate; gabbati, perché tale accordo è stato stracciato ripetutamente ed ancor oggi non viene osservato.

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