Da gennaio i tornelli alla Regione - QdS

Da gennaio i tornelli alla Regione

Lucia Russo

Da gennaio i tornelli alla Regione

sabato 29 Agosto 2009

L’assessore alla Presidenza, Gaetano Armao, anticipa ai media un’operazione analoga a quella del ministro Brunetta. Tra le anticipazioni anche quella sull’introduzione di un fondo di quiescenza autonomo

PALERMO – È un sistema di controllo che permette il passaggio di una persona per volta, o meglio ancora permette il passaggio in una sola direzione. Stiamo parlando del tornello che il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, ha introdotto negli uffici pubblici. “Non era mai successo nella storia di Palazzo Chigi che ci fossero i controlli in entrata e in uscita per i dipendenti”, aveva spiegato Brunetta ai fotografi il 13 ottobre del 2008, mentre mostrava il badge con il quale dirigenti, funzionari e impiegati del Palazzo avrebbero potuto accedere al posto di lavoro. In tal modo l’anno scorso il ministro portava a compimento un percorso iniziato nell’estate 2008 quando i tornelli, dei varchi in vetro sul modello di quelli utilizzati nelle stazione della metropolitana, furono sistemati all’ingresso degli uffici della Presidenza del Consiglio di via Po, via della Mercede, di via della Ferratella e negli uffici di Palazzo Colonna.
A un anno di distanza, Gaetano Armao, assessore alla Presidenza della Regione siciliana nell’intervista ad un quotidiano on line, ha annunciato il ricorso ai tornelli anche per il personale regionale “a partire dal prossimo gennaio”, nell’ambito di una rivoluzione per l’amministrazione regionale, “che punti a semplificazione, digitalizzazione e razionalizzazione del personale ma “senza licenziare nessuno”.
“è paradossale che manchino i dipendenti per tenere aperto un museo e invece ci sia un eccesso di forestali”, ha spiegato l’assessore. Una razionalizzazione che riguarderà anche e soprattutto l’esercito di dirigenti, che potrebbero essere dirottati a spese della Regione negli enti locali. “Poi – prosegue Armao – ci occuperemo di informatizzare gli uffici, mettendoci alla pari con le istituzioni del resto d’Europa. È chiaro che questo processo ridurrà le esigenze di personale”.
Tra le anticipazioni dell’assessore Armao, anche quella che la Regione sta lavorando a un fondo di quiescenza autonomo, basato su risorse immobiliari e la conferma che il progetto per realizzare un unico centro direzionale per tutti gli assessorati regionali sta andando avanti. Il polo amministrativo dovrebbe sorgere all’interno dell’area dell’ex istituto zootecnico, alle pendici di Baida. La Regione siciliana conta il numero più alto di dirigenti in rapporto al resto dei dipendenti rispetto a tutte le altre amministrazioni regionali in Italia. Ovvero 1 dirigente ogni 9 dipendenti con stipendi lordi che per un dirigente di prima fascia possono arrivare a 190 mila euro, senza considerare altri emolumenti che potrebbero derivare da incarichi aggiuntivi o da anzianità.
La razionalizzazione della pubblica amministrazione regionale non è una novità. Era già prevista dalla legge Finanziaria 2007. Da uno studio svolto dal Codipa, comitato di coordinamento dei dipartimenti della Regione, con la soppressione di un centinaio di uffici della Regione, eliminando di conseguenza le varie figure dei direttori, si potrebbe raggiungere un risparmio fino a due milioni di euro.
Adesso non rimane che attendere l’attuazione della riforma prevista dalla legge regionale n. 19/2008 che già riduce a trentadue i dipartimenti regionali dai trentasette previsti dalla l.r. 10/2000.

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