Attacco concentrico sul Caimano - QdS

Attacco concentrico sul Caimano

Carlo Alberto Tregua

Attacco concentrico sul Caimano

venerdì 17 Maggio 2013

Procura di Milano, Roma, Bari ecc...

L’arringa del Pm Ilda Boccassini su Silvio Berlusconi è stata supportata da memorie di quasi mille pagine, in cui sono puntigliosamente elencate le presunte prove della colpevolezza del Cavaliere per i reati di concussione e prostituzione minorile.
Al Tribunale giudicante di Milano competerà, dunque, valutare la consistenza delle prove sul piano penale e accettare o respingere la proposta avanzata dall’accusa di condannare il Caimano (così l’ha definito Nanni Moretti) a sei anni di reclusione e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Poi, si attende il responso della Corte di Cassazione sul processo Mediaset e quella della Corte Costituzionale sul conflitto di attribuzione.
Frattanto, stanno prendendo corpo le inchieste delle Procure di Roma, Bari, Napoli e chissà quante altre.
Guardando l’insieme delle iniziative giudiziarie nei confronti di Berlusconi si ha l’impressione di un attacco concentrico per metterlo fuori gioco sul piano politico.

Non abbiamo avuto molta simpatia per Silvio Berlusconi, pur avendo votato Forza Italia nel 1994, in quanto la nuova compagine partitica era la vera novità nello scenario dei dinosauri partitocratici che avevano rovinato l’Italia, facendo lievitare il debito pubblico da 200 miliardi di lire del 1980 a 2 mila miliardi del 1992. Ma poi la sua attività politica si è annacquata e, a distanza di vent’anni, non possiamo contare su nessun risultato concreto.
Che il Berlusconi imprenditore abbia potuto commettere reati è plausibile, tuttavia non possiamo ignorare al suo attivo due realizzazioni: il quartiere Milano due di Segrate, avveniristico e moderno a distanza di trent’anni; e l’avviamento dell’insieme di televisioni commerciali, anche grazie all’apposito decreto emesso dal Governo Craxi nel 1984, che ha rotto il monopolio della televisione pubblica, i cui editori di riferimento, si è sempre detto, erano i partiti.
La questione di Mediatrade sembra non giustificata, perché per un gruppo imprenditoriale che paga centinaia di milioni di imposte, risparmiarne un paio per esporsi ai rischi giudiziari appare inadeguato.

 
Per la questione di Ruby siamo del parere che non si tratti di vicenda meritevole di inchiesta giudiziaria, in quanto nel privato ognuno può regolarsi come crede, senza tuttavia violare alcuna legge. Piuttosto, si può esprimere una reprimenda etica per i supposti comportamenti di facili costumi denunciati dalla Procura di Milano da parte di un capo delle istituzioni nazionali. Non si può non ricordare, però, il comportamento dell’aristocrazia greca e di quella romana quando nei convivi e negli appartamenti giravano adolescenti su cui si effettuavano abusi.
È inutile l’ipocrisia dei puritani. Certi vizi sono nati e moriranno con l’uomo, come quelli della prostituzione e della corruzione. Ecco perché è meglio disciplinarli e controllarli piuttosto che ignorarli, come pretese di fare la senatrice Merlin, nel 1958.
Fuori da queste considerazioni rimane il vero problema del Paese, e cioè che si continua a parlare di Silvio Berlusconi e delle sue supposte malefatte, da parte dei suoi accusatori, da cui Berlusconi di difende.

Entrambe le parti riversano questo contrasto sulle questioni politiche che interessano tutti gli italiani.
Noi stessi non ci siamo mai occupati delle vicende giudiziarie di Berlusconi, perché riteniamo che ogni cittadino abbia il diritto di difendersi all’interno dei processi e non dai processi, considerando innocenti gli imputati fino a condanna definitiva.
Ora, siamo stati costretti a occuparcene perché la questione, anziché essere considerata marginale, è diventata un forte ostacolo nell’affrontare le soluzioni ai gravissimi problemi che sono sulle spalle di tutti.
La riforma del Porcellum è urgentissima, ma Berlusconi non la consentirà se continuerà a essere sottoposto al fuoco di fila di tutte le Procure: quindi non verrà approvata.
La questione della Giustizia va affrontata in termini costruttivi. Falchi contro falchi sfascerebbero il Governo e allontanerebbero le soluzioni alla drammatica situazione economica.
Nascondere la realtà non serve, bisogna essere più realisti del Re, oppure la realtà ci travolgerà.

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