Ex SicilFiat di Termini Imerese, rispunta la vecchia ricetta della Regione imprenditrice - QdS

Ex SicilFiat di Termini Imerese, rispunta la vecchia ricetta della Regione imprenditrice

Rosario Battiato

Ex SicilFiat di Termini Imerese, rispunta la vecchia ricetta della Regione imprenditrice

sabato 18 Maggio 2013

Crocetta propone un fondo di investimento pubblico. Il sindaco scrive a Letta: evitare che la situazione degeneri. Il governatore: faccio da tramite per trovare capitali stranieri e convinco la multinazionale a tornare

TERMINI IMERESE (PA) – Si ricomincia dalla Fiat. Dopo due anni di trattative e innumerevoli voci sul futuro dello stabilimento di Termini Imerese, che il gruppo torinese ha abbandonato nel 2011, Rosario Crocetta azzera tutto e chiede di tornare ai “bei tempi” della Regione imprenditrice. Evidentemente non sono bastate tutte le esperienze fallimentari del passato, tra cui proprio quella della SicilFiat quando la Regione spese miliardi di lire per convincere i torinesi a venire in Sicilia, anche se alternative vere al momento non ce ne sono.
Il governatore l’aveva detto durante la campagna elettorale e lo ribadisce adesso. La sua ricetta per Termini è di quelle vecchio stile: la Regione prenda in mano la vicenda mettendoci la faccia e il denaro per tornare a sfornare posti di lavoro. Senza voler entrare nel merito dei problemi occupazionali che a Termini sono seri e riguardano duemila famiglie, non può essere immune da critiche una proposta che affonda le sue radici in un periodo ormai passato della storia italiana e siciliana. Gli insediamenti produttivi devono essere autonomi e vantaggiosi e devono saper stare sul mercato senza effetti alteranti.
Di tutt’altro avviso il governatore. “Ho elaborato una idea per rilanciare la Fiat di Termini Imerese, ieri ne ho parlato con un rappresentate dell’azienda, ma non faccio il nome. Se ci presentano un progetto produttivo, io trovo i finanziatori grazie alla rete di rapporti internazionali avviati e in corso”. Insomma, niente futuro verde e sostenibile, niente progetti ad ampio respiro, ma solo la vecchia e cara Fiat. Per carità, è pure vero che al momento non ci sono state alternative valide e che le uniche concrete possibilità si sono sgonfiate strada facendo, ma uno sforzo per trattenere la Fiat sembra soltanto un salto all’indietro. Un salto che ci costerà anche economicamente. Il governo pensa a un fondo di investimento della Regione alimentato anche con capitali stranieri e in un rapporto di partenariato con la Fiat, ha spiegato il governatore della Sicilia. “La palla adesso passa alla Fiat – ha sottolineato Crocetta – Ma se non è disponibile deve dirlo e consentire ad altri di investire”.
Tra i partner finanziari coinvolti nel progetto di rilancio della Fiat di Termini Imerese, al quale sta lavorando la Regione siciliana, potrebbero esserci il Qatar e la Repubblica dell’Azerbaigian secondo quanto dichiarato dal governatore isolano che ieri ha ricevuto lo sceicco del Qatar, Mohamed Al Hemadi.
Intanto la situazione occupazionale, generata da una situazione iniziale che ha le stesse premesse dell’attuale, è sempre più critica. Nei giorni scorsi Totò Burrafato, sindaco di Termini, ha scritto al nuovo premier Enrico Letta e ai presidenti delle due Camere, Pietro Grasso e Laura Boldrini, chiedendo prospettive chiare per Termini. Il rischio, ha spiegato il primo cittadino, è che la disperazione trasformi una crisi industriale e occupazionale in problemi di ordine pubblico.

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