Dal Centro storico al Centro commerciale: cronaca di un esodo che strozza chi resiste - QdS

Dal Centro storico al Centro commerciale: cronaca di un esodo che strozza chi resiste

Antonio Borzi

Dal Centro storico al Centro commerciale: cronaca di un esodo che strozza chi resiste

mercoledì 22 Maggio 2013

La via Etnea è vuota: basta questa immagine per descrivere la desolazione degli ultimi stoici esercenti

CATANIA – Una città in coma farmacologico e che vive da anni una crisi profonda e senza sosta. Quella che un tempo veniva considerata la perla della Sicilia orientale, con la magnifica via Etnea affollata di botteghe e compratori, oggi è soltanto un lontano ricordo. Le colpe della crisi del commercio a Catania sono molteplici e i responsabili della situazione sono da ricercare sia negli investitori privati che nelle istituzioni, responsabili della stasi perpetua degli ultimi anni.
Da più parti vengono indicati come responsabili della situazione i centri commerciali che hanno circondato l’intero perimetro della provincia di Catania con l’alta concentrazione di botteghe e attrazioni nelle strutture. Per rispondere a queste e molte altre domande abbiamo sentito Antonino Gianpiccolo presidente provinciale del Cidec, un sindacato che riunisce al suo interno diversi piccoli commercianti del territorio. “Il problema della città di Catania- ha affermato Gianpiccolo – non è soltanto legato allo strapotere della grande distribuzione ma anche ad un’amministrazione dell’intera città che non ha ascoltato le esigenze dei commercianti che in questo modo non hanno potuto avere gli strumenti adeguati per fronteggiare le difficoltà”.
Difficoltà che non sono soltanto legate all’hinterland etneo. È infatti innegabile che la crisi sia una caratteristica comune a diversi territori italiani che al giorno d’oggi devono combattere il calo del potere d’acquisto dei cittadini. I dati infatti parlano chiaramente di un crollo delle vendite sia nel ricco Nord che nel Meridione. “Ad essere colpiti da questa crisi – afferma il presidente del Cidec – sono soprattutto i commercianti delle botteghe che non possono fronteggiare le difficoltà legate agli acquisti di materiale che poi rimane invenduto negli scaffali dei negozi. Gli ambulanti e le piccole attività invece facendo dei piccoli ordinativi riescono a fronteggiare con maggiore abilità la crisi regolando la propria offerta in base alle necessità dei clienti”.
Sarebbe però miope affermare che nell’aggravare la situazione non abbia contribuito anche una condizione del tutto particolare del territorio di Catania. “Catania è in ginocchio – sottolinea Gianpiccolo – per una serie di problemi che sono stati sottovalutati nel corso degli anni. In primo luogo la vita notturna, che rappresentava uno dei motori trainanti dell’economia del centro storico, lentamente sta morendo. Le difficoltà sono diverse, uno fra questi è quello relativo ai parcheggiatori abusivi che affollano le strade che conducono ai pub della città. A questo proposito abbiamo chiesto, senza avere risposta, un allungamento della sosta a pagamento per tutelare i cittadini e i commercianti”.
Ma anche gli stessi commercianti non sono esenti da una sonora tirata di orecchie da parte di Gianpiccolo. “Dobbiamo cambiare mentalità – ha dichiarato a tal proposito – perché i tempi sono diversi e non si può pensare al commercio con le vecchie modalità. L’offerta del centro storico è praticamente identica a quella dei centri commerciali. Di questo passo non si vedrà mai un miglioramento. Bisogna puntare sulla formazione e sull’originalità, portare in vendita i prodotti della nostra terra e che possono rappresentare un elemento di novità non soltanto per i cittadini ma anche per i turisti”.
Insomma una situazione che non brilla e che viene aggravata dalla condizione della città in pessimo stato. I parcheggi che mancano e affliggono i pochi volenterosi compratori a una serie interminabile di giri alla ricerca di una sosta. I centri commerciali naturali stentano a decollare o non lo hanno mai fatto e gli affitti rimangono un salasso che ormai pochi commercianti riescono a sostenere. Nell’attesa di uscire dalla crisi, Catania si appresta a vivere l’ennesima tornata elettorale fatta di promesse e di immaginari cambiamenti.
 

Quartieri ricchi e periferie, stessa musica. Operatori stritolati tra le tasse e gli affitti

CATANIA – La crisi del commercio colpisce diametralmente sia piccoli che grandi commercianti. A essere interessati infatti non sono soltanto gli operatori del centro cittadino, ma anche quelli della periferia. Abbiamo voluto sentire due rappresentanti di entrambe le categorie.
Il primo è Natale Nicotra, storico commerciante che opera in via Monfalcone. Un tempo proprietario di varie botteghe anche in corso Italia ha dovuto chiudere diverse attività per colpa della crisi. “La situazione di noi commercianti è tragica- afferma Nicotra – le spese sono terrificanti e con i soli incassi non possiamo coprire i costi”. Affitto e non solo per Nicotra rappresentano i salassi per gli operatori.

“Le tasse sono elevatissime e come siamo colpiti noi commercianti lo sono anche gli acquirenti che entrano nelle attività ormai soltanto per osservare i prodotti. Anche quei clienti della media borghesia cittadina, che per anni hanno rappresentato lo zoccolo duro della nostra attività, sono scomparsi. Passiamo giornate intere facendo degli incassi ridotti all’osso e spesso l’attività è legata soltanto a dei prodotti di punta che sono spinti dalle mode”.
Le soluzioni sembrano lontane per chi esercita in centro. “Un tempo – dichiara Nicotra- essere un commerciante nel settore dell’abbigliamento equivaleva ad avere un tenore di vita elevato. Questo ha portato in molti ad aprire attività senza avere la giusta esperienza. Questi negozi hanno subito in modo molto forte la crisi e sono stati costretti a chiudere. Un problema pesante anche per noi sopravvissuti dato che l’economia è fatta di ricadute”.
Nicotra va in controtendenza rispetto alla questione parcheggi. “Un tempo- sottolinea il commerciante- il vero problema era rappresentato dai parcheggi che non permettevano ai cittadini di recarsi in centro. Oggi la situazione è ancora più grave poiché gli stalli spesso restano liberi visto che le persone non hanno nemmeno i soldi da spendere per le strisce blu”.
Se il centro piange, le piccole attività commerciali della periferia di certo non ridono. Abbiamo sentito il parere di Mario Petralia, commerciante del rione di Picanello. Un’attività storica, una piccola merceria, ereditata dal padre e che sta vivendo anch’essa un periodo oggettivo di flessione. “La crisi c’è – afferma Petralia – e colpisce noi piccoli commercianti soprattutto per colpa delle tasse che sono alte e non ci permettono di mettere qualcosa da parte. Se a questo aggiungiamo una concorrenza spietata fatta dalle grandi attività, dai mercatini rionali e dalle bancarelle, per noi c’è poca speranza di rimanere aperti”. Non soltanto delle difficoltà per la concorrenza ma anche per una mentalità che è cambiata nei cittadini. “La nostra attività – aggiunge Petralia- è legata al piccolo commercio. Vengono da noi le persone del quartiere che hanno bisogno di qualcosa ogni giorno. Mentre un tempo non si facevano remore a venire a comprare, oggi preferiscono temporeggiare nella speranza di trovare un piccolo sconto nei grandi centri commerciali o nei negozi rionali qualche giorno dopo”.
Non soltanto gli affitti, ma anche le tasse. è palpabile un senso di depressione evidente che non permette di guardare al futuro con la giusta speranza. Il tempo dei sogni sembra essere finito e per le splendide esperienze commerciali, tramandate di generazione in generazione, pare giunta la parola fine. (ab)

Carenza di parcheggi. L’assessore Falco: “Tentiamo di risolvere il problema con il Brt”

Una condizione di estrema gravità che trova spesso impreparate anche le istituzione che tentano di fronteggiarla in qualche modo. Abbiamo voluto parlare del commercio a Catania con l’assessore al ramo Fabio Falco. “è innegabile- afferma Falco- che il commercio a Catania sta vivendo un periodo di flessione preoccupante. Di certo però questo è da inserire in una crisi generalizzata che colpisce diversi settori dell’economia nazionale con il potere d’acquisto che è sceso negli ultimi anni”. Nonostante tutto il ruolo dell’amministrazione comunale dovrebbe essere quello di cercare di attenuare gli effetti della crisi e risolvere i problemi che attanagliano gli operatori commerciali. “Ci rendiamo conto – dichiara a tal proposito l’assessore – delle difficoltà che i commercianti devono affrontare. Per tentare di risolverli li incontriamo spesso facendo tutto quello che è nelle nostre possibilità per andare incontro alle loro esigenze”. Difficoltà che si trovano principalmente nel caro affitti e nei pochi parcheggi disponibili per i cittadini. “Per quanto riguarda il primo punto – risponde Falco – possiamo fare ben poco poiché è inerente a dei rapporti tra privati. Per il secondo quesito stiamo facendo il possibile per tentare di risolvere il problema. Di certo in questo senso il Brt sarà utile per portare i cittadini a usare i mezzi pubblici che rappresentano una delle maggiori soluzioni alle difficoltà di parcheggio in centro”. Un centro città che però è invaso giornalmente anche dagli abusivi che, anche se non rappresentano un ostacolo diretto al commercio dei regolari, sono sicuramente un danno per la buona immagine della città. “In questo senso nelle zone del centro – sottolinea l’assessore – stiamo predisponendo con il corpo di polizia municipale il maggior numero di controlli per tentare di arginare un fenomeno che purtroppo è radicato nel territorio”. Di certo sono tanti i problemi del commercio a Catania. Le risposte che l’amministrazione può dare non possono essere esaustive anche a causa del problema economico che da tempo affligge le casse comunali. I centri commerciali sorti lungo il perimetro di Catania, inoltre, non sono direttamente collegati all’operato dell’amministrazione (la quale ha autorizzato soltanto “Le Porte di Catania”). Una condizione comunque quella della crisi del commercio che sta avendo delle preoccupanti ricadute su tutta l’economia cittadina. Non solo stenta a riprendersi, ma ormai è in caduta libera.

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