Mancano figure specializzate nei settori del turismo e dell’energia rinnovabile - QdS

Mancano figure specializzate nei settori del turismo e dell’energia rinnovabile

Michele Giuliano

Mancano figure specializzate nei settori del turismo e dell’energia rinnovabile

venerdì 24 Maggio 2013

Formazione sprecona e carente. Non s’investe nell’industria blu e nei comparti di cui il mercato del lavoro ha più bisogno. In Sicilia solo 8 mila impianti fotovoltaici: secondo le ricerche, un’occasione perduta

PALERMO – Manca la formazione di qualità in settori nevralgici del mercato del lavoro. Tra tutti un esempio lampante: quello dell’energia rinnovabile. Ma mancano anche professionalità valide nell’ambito turistico oppure, per inquadramenti che non richiedono un’alta scolarizzazione, dei semplici operai specializzati. Tutto questo accade in Sicilia, terra affamata di lavoro, dove addirittura si sfiora il 50 per cento di disoccupazione giovanile, ma che non riesce a sfornare i veri lavoratori di oggi e domani. E ciò avviene nonostante la miriade di soldi che ogni anno si spendono per la formazione: nell’ultimo decennio si è arrivati, tra fondi regionali ed europei, a sborsare qualcosa come 2 miliardi di euro, elargiti evidentemente a pioggia ad enti e associazioni incapaci di sapere spendere e programmare. Risultato? Lo sfascio di oggi, con il 19,8 per cento di disoccupazione globale nell’Isola secondo l’ultimo censimento dell’Istat a fine 2012.
Che la spesa per la formazione sia carente questo è abbastanza risaputo. Basti pensare ad un dato su tutti: nel piano formativo, per cui la Regione ha impegnato all’incirca 300 milioni di euro solo nell’ultimo anno, esiste soltanto un 5 per cento di percorsi organizzati per sfornare operai specializzati nel settore delle energie rinnovabili. Uno spreco enorme se si considera che la Sicilia è la regione italiana con la maggiore superficie (quasi 26.000 chilometri quadrati) e con la maggiore irradiazione solare. Secondo un report realizzato dal Cnr in Sicilia, nonostante questo enorme patrimonio naturale, ci sono 5 milioni di pannelli fotovoltaici ed 8 mila impianti solari termici: in pratica una quisquilia. “L’utilizzo dell’energia solare – afferma Mario Pagliaro, ricercatore del Cnr e coordinatore dello studio – è un vantaggio non sottovalutabile da parte di imprese, famiglie e pubbliche amministrazioni”.
La fondazione Istud ha legato questa carenza di formazione di tali profili professionali al fatto che anche a livello privato la Sicilia non riesce a decollare per installazione di impianti ad energia rinnovabile. I pochi tecnici presenti e la scarsa formazione generale fanno diffidare il consumatore e frenano di fatto un settore che in Sicilia soprattutto potrebbe regalare migliaia di posti di lavoro.
Confindustria recentemente si è vista “costretta” a scendere in campo per sopperire alle carenze organizzative nella formazione palesate dalla Regione. Ha infatti presentato il progetto “Faro”, un dispositivo di rilevazione dei bisogni formativi della popolazione e delle imprese, che dovrebbe così garantire un’offerta formativa coerente con i bisogni del tessuto economico locale. “C’è un’offerta abbondantemente sovradimensionata – sottolinea il direttore degli industriali siciliani Giovanni Catalano – rispetto alla domanda di formazione”.
Nell’ambito turistico ci prova invece la Fondazione “Edoardo Garrone” a garantire una formazione adeguata in ambito turistico con la sua scuola di alti studi in Economia del Turismo Culturale. Quest’anno darà vita alla sesta edizione di un percorso formativo, dal 14 ottobre al 23 novembre, sul tema del “Turismo culturale per lo sviluppo dei territori”.
 


L’approfondimento. Censis: Imprese senza operai qualificati
 
Secondo il Censis oramai in Sicilia si cercano operai specializzati, quindi con un alto livello formativo. Ben il 14 per cento delle aziende ha detto di non riuscire a trovare un operaio specializzato, un dato davvero di enorme proporzione. Allarme raccolto dall’assessore regionale alla Formazione, Nelli Scilabra: “Il nostro Paese nel 2020 avrà il peso più alto in Europa – spiega – di lavoratori con bassi livelli di qualificazione,  il 37,1 per cento del totale contro la media europea del 19,5 per cento, e registrerà inoltre una fortissima carenza di lavori altamente qualificati: il 17,5 per cento contro la media europea del 32 per cento”. Per l’assessore Scilabra, quindi, il sistema formativo va rivisto e ripensato. Ogni anno in tutta la Sicilia vengono avviati 4.500 corsi di formazione con un numero di iscritti che supera le 55 mila unità, persone formate che poi l’industria, ma il tessuto economico più in generale, non riesce ad assorbire.

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